Gilles Villeneuve, quella tragedia inspiegabile in Ferrari

Il 18 gennaio del 1950 nasceva Gilles Villeneuve, un mito assoluto della storia della Ferrari che nel 1979 disputò un incredibile GP.

Gilles Villeneuve (GettyImages)
Gilles Villeneuve (GettyImages)

 

Quando un qualsiasi tifoso della Ferrari sente nominare Gilles Villeneuve, automaticamente si emoziona, perché è impossibile non provare emozione per quel piccolo canadese che ha scritto pagine memorabili della storia della Rossa.

Dagli inizi come pilota di slitte nel suo Canada, fino al debutto in McLaren e la sostituzione di Niki Lauda nel 1977 che lo hanno portato a diventare una delle colonne della Ferrari per diversi anni.

Non è mai riuscito a vincere il Mondiale, soprattutto per colpa di quell’incidente fatale che gli è costato la vita a Zolder nel 1982, in una stagione davvero maledetta per la Rossa, dato che dopo la morte del suo Aviatore, ha dovuto rinunciare strada facendo per un gravissimo infortunio anche al francese Pironi.

Perché dunque Villeneuve è così amato dal popolo ferrarista anche se non è mai stato in grado di vincere l’alloro massimo? La risposta sta sicuramente nella sua fame di vittoria, voglia di stupire e di divertirsi, portando sempre e costantemente la monoposto al massimo delle proprie possibilità e nel 1979 diede sfoggio della sua immensa classe nel circuito francese di Dijon.

Il capolavoro di Dijon 1979

Quel giorno a vincere sarebbe stata la Renault di Jean Pierre Jabouille, ma il vero spettacolo fu per il secondo posto con Gilles che iniziò un’incredibile lotta corpo a corpo con l’altra Renault, quella del futuro ferrarista René Arnoux, in uno scontro fatto di sorpassi e controsorpassi, spesso uscendo dal tracciato e con dei contatti che lasciarono di stucco tutto il pubblico francese al circuito e gli appassionati incollati a casa sugli spalti.

Alla fine fu proprio l’Aviatore, così veniva soprannominato, a ottenere il secondo posto davanti al transalpino, potendo così ottenere importanti punti in classifica piloti, dove a fine anno chiuderà al secondo posto dietro al compagno della Ferrari Jody Scheckter.

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Al termine della gara però non tutti erano contenti dell’andamento della lotta tra i due, in particolare non lo era Niki Lauda, allora in Brabham, che redarguì pesantemente i piloti per un atteggiamento troppo rischioso e pericoloso.

Ancora oggi è uno dei piloti più amati di sempre nella storia di Maranello, un campione che non verrà mai dimenticato e in fondo, nonostante abbia tolto il titolo proprio alla Ferrari di Schumacher nel 1997, anche il più accanito fan della Rossa non poté non sorridere di fronte al successo iridato del figlio Jacques con la Williams.

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