Non è ancora tutto finito: la F1 è preoccupata per la prossima stagione, ma con del duro lavoro la macchina potrebbe andare avanti.
Il Covid si sta allontanando, diminuendo la propria pericolosità, ma non scomparirà entro un anno dalle nostre vite. E quindi anche lo sport dovrà tenere conto della sua presenza, pure nel 2022. La Formula1 ha portato a termine ben 22 Gare, tra una difficoltà e l’altra e l’anno prossimo, ci sarà anche l’Australia.
Steve Nielsen, direttore sportivo della F1, ha di fatto già spiegato i suoi dubbi: “Mentirei se dicessi che non sono un po’ preoccupato, perché lo sono”, ha detto a Motorsport.com, parlando di restrizioni anti pandemia.
F1, sono le restrizioni a far paura per il futuro
“Perché, come avete giustamente sottolineato, l’ottimismo che forse avevamo un paio di mesi fa, che la pandemia fosse ormai alle spalle, è stato un po’ abbattuto nelle ultime due o tre settimane”. Questo, è quanto in breve pensa Nielsen, una riflessione in cui ci si rivedono un po’ tutti, anche nella vita quotidiana. Non si potrà abbassare la guardia ed il Circus in giro per il mondo, dovrà tenere il fiato sospeso anche per la prossima stagione.
I richiami della FIA a Verstappen, saranno solo un ricordo. Si ripartirà da zero per i piloti, ma anche per l’organizzazione. Il Ds della Formula1 però, vede anche il bicchiere mezzo pieno: “Rispetto ad alcune delle restrizioni più severe che stavamo vedendo, certamente l’anno scorso, e la prima parte di quest’anno, i paesi stanno mettendo in atto protocolli più robusti e imparando a convivere con il virus”. Questo vorrebbe dire non aver paura di ricevere visitatori anche stranieri ad ogni GP, il vero motore (soprattutto economico) della F1. Per stessa ammissione di Nielsen, è quello di cui il movimento ha bisogno.
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Il Ds si dice sì preoccupato, perché si pensava di fare un passo avanti maggiore con la pandemia, ma non del tutto spaventato. Infatti, lo stesso ingegnere britannico si professa ottimista per la riuscita della stagione 2022. Ed un eventuale Piano B? “Onestamente, siamo sul piano A. – Dice Nielsen – E non stiamo cercando alternative al piano A. Se dovremo, perché le cose cambiano, lo faremo. Ma questo scenario è lontano al momento”.