La guida strategica per affrontare la fase finale del torneo

Siamo arrivati dopo molto lavoro alla fase finale del nostro torneo di poker. La bolla è scoppiata e finalmente siamo a premi. Lo step successivo sarà conquistare la nostra sedia al tanto agognato tavolo finale.

fase finale torneo poker

Possiamo iniziare a tirare un sospiro di sollievo? Si, ma senza rilassarci troppo. Le mani immediatamente dopo la bolla sono in genere abbastanza “scoppiettanti”. Tutta la tensione accumulata in fase di bolla si rilascia e le chips dei giocatori inizieranno a riversarsi al centro del tavolo come l’acqua dopo che vince la resistenza della diga ormai aperta.

Tolto il suggerimento scontato di evitare di infilarsi “sguarniti” in situazioni strane nella mani di cui abbiamo appena parlato, vediamo insieme qual è la strategia più profittevole per affrontare lo spazio che ci separa dal tavolo finale.

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La fase finale del torneo e il payout

Abbiamo appena terminato di festeggiare per lo scoppio della bolla e il nostro piazzamento a premi, quando sentiamo annunciare eliminazioni a pioggia da tutti i tavoli vicini e un calo generale di attenzione e concentrazione sul gioco. Come uno strano rituale, questo è ciò che quasi sempre troveremo a darci il benvenuto nella nostra fase finale del torneo.

Giocare correttamente in questi momenti farà una differenza sostanziale circa le nostre vincite. A seconda della casa da gioco e del tipo di evento, il payout potrà essere più o meno verticale. Ciò significa, in parole semplici, che una quota più o meno importante del montepremi totale verrà distribuita nelle primissime posizioni. Come standard andranno a premi circa il 15-20% dei partecipanti al torneo, ma generalmente saranno solo i primi piazzamenti, in un torneo di media grandezza il primo 1-2% andrà ad incassare la metà o più di tutto il denaro messo in palio.

Facciamo un esempio pratico, questa è stata la struttura del payout della tappa Maltese dell’IPT, l’Italian Poker Tour. Si tratta di un torneo di media entità organizzato da Pokerstars:

  • Buy-in: € 1,100
  • Partecipanti: 775
  • Montepremi: € 751,750
  • Giocatori a premio: 152
Tavolo finale
PosizioneNomePremio
1 Ismael Bojang€ 101,940
2 Francesco Leotta€ 75,690
3 Vladimir Shabalin€ 56,200
4 Johan Guilbert€ 41,720
5 Dominik Panka€ 30,970
6 Alexander Lakhov€ 23,000
7 Daniel Portiansky€ 17,070
8 Filip Demby€ 12,670

 

Come possiamo osservare, il final table è stato di 8 player, corrispondente a circa l’1% dei partecipanti totali. Il montepremi assegnato è stato però di ben 359,260 € su un totale di 751,750 €, circa la metà del totale. Il restante è stato invece suddiviso tra gli altri 144 giocatori piazzati a premio.

Questo dovrebbe immediatamente farci capire quanto faccia una differenza notevole arrivare al tavolo finale o nei primi piazzamenti, rispetto alle altre posizioni a premio più basse.

Nel caso specifico guadagneremmo molto di più piazzandoci una volta nei primi 5 classificati, piuttosto che andare 6 o 7 volte a premio, ma uscendo poco dopo la bolla. Ragionando sempre coi numeri, abbiamo l’ennesima conferma del fatto che il profit nel poker è un discorso che va considerato sul lungo periodo e sempre con visione di insieme. Per questo motivo dobbiamo impostare il torneo fin da subito nell’ottica di costruirsi una partita finalizzata alla vittoria e non alla semplice sopravvivenza fino ai premi, magari senza badare troppo alle condizioni del nostro stack quando ci troveremo ad affrontare la fase finale.

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La strategia per la fase finale del torneo

Come già accennato, la prima cosa di cui dobbiamo preoccuparci è proprio difenderci dai sopravvissuti della bolla, quelli a cui abbiamo rubato i bui fino a poco prima. Questi, soprattutto se sono rimasti con poche o pochissime chips, tendenzialmente si sentiranno soddisfatti del risultato raggiunto, di conseguenza si faranno certamente molti meno problemi a mettere i gettoni nel piatto.

Per questo motivo non possiamo più giocare sulla fold equity, ma sarà il caso di riprendere a giocare in modo più solido di tranquillo. Dovremo inoltre tornare a osservare più accuratamente il nostro gioco di posizione e selezionare in modo più oculato le nostre starting hand.

I livelli continueranno inesorabilmente a salire, ciò comporterà che il rapporto tra gli stack e le puntate obbligatorie andrà via via riducendosi. Questo andrà a cogliere occasioni di azione su tutte le strade e dovrà spostare la nostra attenzione proprio sul gioco pre flop.

Strategia per il gioco short stack

Nel caso in cui il nostro Stack sia sceso sotto la dozzina di grandi bui o comunque non possiamo contare su un fattore M superiore a 10, dovremmo evitare piccoli rilanci, soprattutto da early e middle position, e prediligere gli all in diretti senza troppi indugi.

Possiamo tentare con coppie medie e assi anche con kicker non fantastico. Non possiamo qui ancora sperare di far paura i nostri avversari e vincere il buio e ante senza Showdown, ma anche nel caso trovassimo un call comunque sono mani con cui possiamo ancora giocarcela decentemente e in caso di successo andremo a raddoppiare il nostro stack togliendoci auspicabilmente dagli impicci per un po’ di tempo.

Strategia per il gioco in average

Vediamo ora come affrontare la fase finale del torneo se dopo lo scoppio della bolla ci troviamo con uno stack medio o comunque in linea con l’average del torneo. Naturalmente se l’average rientra nei range che abbiamo considerato short stack, la strategia da seguire rimane quella, ma in tornei con giocabilità decente, difficilmente la media delle chips potrà essere cosi bassa da considerare short stack quasi tutti i partecipanti rimasti.

Questa è la situazione in cui non siamo lunghissimi, ma conserviamo ancora discreti margini d’azione.

E ora il momento di tirare fuori gli artigli e prendere coraggio per aggredire costantemente da late position e soprattutto dal bottone. Per queste aggressioni non servono monster, sono sufficienti starting hand appena decenti. Se abbiamo un’immagine non proprio disastrosa al tavolo, la percentuale di volte che i nostri steal andranno a segno ripagheranno le poche volte che ci troveremo una 3bet in faccia, di fronte alla quale possiamo ancora passare senza troppo remore, forti dello stack che ci garantirà ancora spazi di manovra.

Strategia per il gioco big stack

Se abbiamo gestito ben il torneo fino a questo momento, o se semplicemente abbiamo avuto fortuna, ci troveremo dopo lo scoppio della bolla con uno stack abbondante. Se è questa la situazione abbiamo due possibilità tra cui poter scegliere, a seconda dello stile di gioco che intendiamo adottare e degli obiettivi che abbiamo.

La prima possibilità è attaccare molto spesso per cercare di dominare il tavolo. In questo modo, salvo intoppi, andremo ad aumentare man mano le nostre chips, mantenendo costantemente un vantaggio fino al tavolo finale. Ça va sans dire questa è anche la strada più rischiosa. Se è vero che arrivare al tavolo finale con uno stack abbondante significa, con buona probabilità, poter contare su un lasciapassare per i piazzamenti più ricchi, è anche vero che aggredire di continuo è molto faticoso e richiede da parte nostra una dose di attenzione costante. Saremo inoltre maggiormente esposti al rischio di trovarci short dopo una sequenza di colpi andati male.

L’alternativa è giocare in modo più conservativo, selezionando accuratamente solo le starting hand migliori e aggredendo quindi esclusivamente con punti alti e mani molto forti, appostandoci in attesa del momento giusto per buttar fuori l’avversario corto e consolidare lo stack. L’altra faccia della medaglia di questa strategia è che saremo inevitabilmente molto dipendenti dalle carte che ci capitano e far passare diversi giri senza fare azione andrà comunque a consumare il nostro stack.

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