Ferrari, il gesto per appoggiare il mese del Pride: scoppia la polemica

Non solo la Ferrari ha difficoltà in pista, ma anche fuori. La sua campagna per la comunità LGTBT finisce nel mirino di tifosi ed haters.

Ormai è da diversi anni che il mondo della F1 ha capito che può essere un veicolo di messaggi che vanno al di là dello sport. Tanti piloti si sono esposti pubblicamente, vedi Lewis Hamilton con la campagna Black Lives Mattes ma anche Sebastian Vettel per quelle riguardanti i cambiamenti climatici. Proprio la Mercedes da diverse stagioni ha appoggiato in pieno quanto promosso dal suo pilota, sette volte campione del mondo, aderendo a iniziative che lo vedevano coinvolto. Arrivando anche a cambiare la livrea argentata per spingere sulla questione dei diritti delle persone di colore.

Il particolare del muso Ferrari (foto ufficiale)
Il particolare del muso Ferrari (foto ufficiale)

In queste settimane invece le scuderie della F1 si sono mosse per un altro tema molto importante. Infatti questo è il mese del Pride e di tutta la comunità LGBT+. Il tutto è nato dopo i moti di Stonewall, considerato uno dei momenti più importanti nella storia del movimento gay negli Stati Uniti. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 la polizia di New York irruppe allo Stonewall Inn, ritrovo della comunità LGBT+, arrestando e picchiando le persone presenti, accusate di vendere alcolici senza licenza. Ma la folla stavolta reagì e ne nacquero cinque giorni di scontri.

Ferrari, l’appoggio al Pride Month crea polemiche

Proprio a supporto della comunità LGBT si sono mosse diverse scuderie come Alpine e Mercedes, che hanno presentato delle livree con alcuni richiami all’arcobaleno. In particolare il team anglo-tedesco ha adottato da Baku e per altri due GP una stella a tre punte con i colori arcobaleno. A muoversi è stata anche la Ferrari, che con un post sui social ha mostrato di aver adottato in Azerbaigian sull’ala anteriore la scritta #EssereFerrari color arcobaleno. Una mossa questa che poi è finita in secondo piano dopo l’ennesima disfatta in pista, con Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr ritirati per problemi di affidabilità.

“L’hashtag #EssereFerrari sulle vetture e sui caschi dei piloti avrà i colori dell’arcobaleno per celebrare questo importante momento e aumentare la consapevolezza sulla diversità e promuovere l’inclusione di ogni genere e orientamento sessuale – ha scritto sui social la scuderia di Maranello -. La Diversity & Inclusion è da tempo parte dell’etica Ferrari e tutta la squadra è orgogliosa di supportare questa iniziativa”.

Questa scelta però ha scatenato a sorpresa una valanga di commenti negativi da parti dei tifosi o presunti tali, che sono arrivati da tutto il mondo. Il post della Ferrari ha ricevuto migliaia di risposte, molte fatte di emoji con facce tristi, ma diverse sono le persone che si sono chieste il perché di una iniziativa del genere, tirando in ballo il fatto che una scuderia di F1 non dovrebbe tirare in ballo la “politica” e pensare a fare solo sport. Altri hanno usato parole ancora più forti, insultando la Ferrari e addirittura minacciando di non essere più tifosi della Rossa qualora fosse continuata questa campagna. C’è addirittura chi ha tirato in ballo Enzo Ferrari, secondo cui non sarebbe stato favorevole a certe campagne promosse dalla sua scuderia.

Per fortuna son ostati tanti che invece hanno sostenuto quanto promosso dalla Ferrari, rispondendo per le rime a chi ha denigrato l’iniziativa o semplicemente mandando un messaggio di appoggio al team italiano, che già sta vivendo un periodo molto difficile dopo un inizio folgorante che sembrava aver proiettato la scuderia verso la lotta al Mondiale.

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