Tanti italiani comprano il Gratta e Vinci, c’è un tabaccaio molto “sfortunato” però dove non si è vinto mai. Il motivo è clamoroso.
I metodi per escogitare e purtroppo spesso, mettere a segno una truffa, sono sempre molti. Le povere vittime sono sempre gli ignari cittadini onesti che si fidano semplicemente del prossimo. Tra l’altro qui, il metodo era infallibile, non avrebbe mai destato sospetti. Anche se poi le cose non sono filate lisce come l’olio.
C’è chi sogna il Gratta e Vinci da sogno da 500mila euro e chi invece, non ha mai realmente avuto la possibilità, anche remota, di vincere. Perché i biglietti che giocava erano già studiati per perdere. Accadeva ad alcuni clienti di una tabaccheria, dove guarda il caso, non si vinceva proprio mai, neanche una cifra così piccola da rendere quanto meno credibili le giocate.
Accadeva nel bresciano. I titolari di un esercizio adibito al gioco, con ovviamente tutte le carte in regola, consegnava ai poveri giocatori, solo biglietti perdenti. I tagliandi vincenti invece, li avevano anche nelle loro strisce di ticket, ovviamente, ma se li tenevano tutti per sé. Vincevano in pratica, soltanto loro. A San Zeno Naviglio, i carabinieri hanno denunciato per questo motivo, due donne ed un uomo, dipendenti dell’esercizio, mentre il titolare si è dichiarato estraneo a tutta la vicenda.
Una perquisizione di routine, forse così mirata da far pensare ad un’imbeccata. Così, gli uomini delle forze armate del luogo, da come si evince dai comunicati del comando provinciale, hanno scoperto che i tre dipendenti, erano in possesso di diversi biglietti vincenti. Cosa al quanto sospetta, si direbbe.
Ancora non è noto come facessero i tre a riconoscere tutti i biglietti vincenti. Essi, questo invece è emerso dall’indagine, venivano resi riconoscibili con l’applicazione di ‘segni convenzionali’ e quindi messi da parte. Altri addirittura, si legge nella nota degli stessi soldati del 112, erano: “palesemente contraffatti mediante la sostituzione dell’intera matrice con quella di altri biglietti, già precedentemente venduti o usati”.
Tutto il materiale è quindi finito sotto sequestro, mentre i tre colpevoli, sono ora in stato di libertà ma con deferimento, accusati di truffa in concorso, appropriazione indebita e frode nell’esercizio del commercio.
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