Heads Up: come affrontare la sfida a due per la vittoria finale

Potrebbe quasi essere definito come un gioco a parte. Le strategie e le regole per i tavoli con più giocatori sarebbero difficilmente applicabili al gioco testa testa. Servono quindi delle contromisure ad hoc.

L'Heads up finale del Main Event W.S.O.P. 2018
L’Heads Up finale del Main Event W.S.O.P. 2018

Abbiamo superato tutte le fasi di gioco del torneo, abbiamo combattuto con le unghie e con i denti sopravvivendo anche a tutti i giocatori del tavolo finale. Ora siamo rimasti in heads up, solo in due a giocare testa a testa per conquistare la vittoria finale.

In questa fase il gioco cambia radicalmente, la fortuna e le carte diventano sempre meno importanti. Ora la tecnica e l’esperienza faranno da padrone e saranno quasi le uniche variabili che decreteranno il numero uno.

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Heads Up nel poker: le regole del gioco

Le regole del gioco heads up nel poker sono fondamentalmente le stesse del gioco classic, l’unica differenza sostanziale consiste nell’ordine con cui viene data la parola prima e dopo l’arrivo del flop.

Essendo solamente in due, il giocatore che sederà sul bottone sarà colui che dovrà posizionare il piccolo buio. Inoltre sarà il medesimo che parlerà per per primo in fase pre flop. Dopo il Flop, invece, si proseguirà in modo standard, dando la parola prima al grande buio e poi al giocatore sul bottone. Così fino al River.

Heads Up: la scelta delle starting hand migliori

L’ordine di parola particolare darà certamente un vantaggio al player che siede sul bottone, in quanto può impostare il gioco pre flop e giocare poi tutto il resto della mano di posizione. Ma, come già anticipato, questo vantaggio non sarà cosi determinante come in una situazione di tavolo full ring.

Anche il range da considerare per valutare le starting hand sarà completamente diverso rispetto a un tavolo più numeroso. Quando ci troviamo in situazione di testa a testa, tutte le combinazioni superiori a jack e 7 ci daranno statisticamente circa il 50% di probabilità di vincere il piatto!

Tutte le combinazioni che nel classico gioco full ring non ci facevano certo fare i salti di gioia, nell’heads up si rivelano invece molto forti e da difendere come le premium in situazione standard. Parliamo quindi di tutte le coppie, tutti gli assi seppur con kicker basso e le mani composte da due figure. Con queste combinazioni possiamo tranquillamente considerarci avanti, o comunque ben equipaggiati, nella stragrande maggioranza dei casi.

Considerazioni sulla dimensione degli stack

Abbiamo visto come la fortuna di ricevere una starting hand favorevole sia meno incisiva rispetto al gioco che affrontiamo normalmente, questo di conseguenza renderà più marcata l’incidenza degli altri parametri che prendiamo solitamente in esame.

Il primo aspetto da osservare nel momento in cui dobbiamo stabilire la nostra strategia e certamente la dimensione del nostro stack e di quello del nostro avversario.

Se dovessimo trovarci in situazione di short stack, quindi un fattore M di 4-5 o addirittura meno, non abbiamo molte alternative dall’optare il classico push or fold. Adatteremo chiaramente il nostro range basandoci su eventuali informazioni circa il player con cui ci stiamo scontrando. Se abbiamo notato essere un giocatore tendenzialmente Tight, allargheremo abbondantemente il nostro range, se invece è un player che può fare call con maggior frequenza, possiamo tenere come limite quanto preso prima con esempio, quindi starting hand da Jack e 7 in su. Stesso discorso nel caso in cui non dovessimo avere particolari informazioni circa il gioco del nostro rivale.

Partire short stack: gettarsi senza paura

Più avanti vedremo come sviluppare il gioco nel caso avessimo qualche margine di manovra in più. In ogni caso, nella situazione appena descritta, con uno stack così risicato, se abbiamo una starting hand appena decente mettiamo tutte le chips nel piatto e fine. È troppo vantaggiosa in questi spot la possibilità di rubare i bui o di fare double up nel caso di un call e un board favorevole per aspettare e perdere un’altra quota importante dei nostri pochi big blind rimasti.

Considera che se per ipotesi abbiamo 5 grandi bui di stack e siamo sul bottone, pagheremo il piccolo buio e, nel caso passassimo, la mano successiva ci troveremmo, dopo aver posizionato il big blind, con soli 3,5 BB rimanenti. Questo comporta che se l’avversario mette i resti, noi dovremmo chiamare praticamente ATC (Any Two Cards, con qualsiasi coppia di carte). Ciò porta l’avversario ad avere il vantaggio enorme di decidere se farci giocare o no il torneo sapendo le proprie carte e sapendo che le nostre potrebbero essere pressochè qualsiasi.

Inoltre fare double-up con 5 big blind è certamente diverso per le mani successive, rispetto a farlo con 3,5. Cosa che ci porterebbe comunque ad avere un margine di manovra decisamente più ristretto.

Come impostare l’heads up se partiamo alla pari

Vediamo ora il caso in cui ci troviamo a partire con stack di dimensioni simili. Nel caso in cui l’avversario abbia uno stack paragonabile al nostro e la giocabilità del torneo sia decente, possiamo prendere il tutto con più calma e affinare meglio la strategia.

Qualora perdere qualche buio o piccolo rilancio non costituisca grosse ripercussioni sul gioco successivo, la miglior cosa è dedicare le prime mani allo studio dell’avversario. Non sarà raro che il nostro rivale mostri uno stile di gioco completamente diverso da quello adottato fino a quel punto. Non sarà neanche strano notare variazioni e incongruenze tra una mano l’altra.

Il gioco testa a testa è in primis una guerra psicologica. Depistaggi e cambi di gioco repentini saranno le nostre armi migliori per il duello. L’abilità sta tutta nel giocare correttamente, senza però scoprirsi troppo. Dare falsi segnali e cambiare spesso la nostra dose di aggressività può proteggerci un po’ dalla lettura dell’avversario. Teniamo chiaramente conto che anche lui farà quasi certamente lo stesso.

Cerchiamo quindi di non esporci a rischi eccessivi in questa prima fase di studio. Evitiamo di mettere tutte le chips nel piatto se non abbiamo proprio una Monster Hand o chiudiamo un punto molto forte qualora si giochi su più strade. Naturalmente il concetto di “Punto molto forte” in Heads Up si adegua come tutto il resto. Per esempio una top pair top kicker o una doppia coppia quando si è solo in due saranno da considerarsi quasi sempre sopra all’ipotetico range di mani del nostro avversario.

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L’italiano Dario Sammartino durante l’Heads Up Finale del Main Event W.S.O.P. 2019

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Se siamo partiamo in vantaggio di chips: chiuderla velocemente

Nel caso il nostro avversario sia molto short, l’obiettivo è chiudere la partita il più velocemente possibile per impedirgli di rimontare rubando i nostri bui.
Se la situazione del nostro avversario è simile a quella descritta nella parte relativa al nostro gioco short stack. Sarà di conseguenza quasi sempre conveniente metterlo ai resti pressochè ogni volta che siamo di bottone (quindi piccolo buio e parliamo prima pre flop) e ci viene data una mano appena decente.

Questo ci permetterà di rendere il suo recupero decisamente più difficoltoso qualora foldasse la mano, oltre a lasciarci comunque una buona chance di eliminarlo e intascare direttamente la prima moneta del torneo.

Nel caso in cui, al contrario, siamo noi in posizione di grande buio, il nostro range con cui fare call ad un eventuale all in avversario dovrà essere decisamente ampio. Teniamo conto che le stesse considerazioni che abbiamo fatto valutando la nostra situazione nel caso fossimo short, valgono naturalmente anche per il nostro rivale.

Giocare una mano in Heads Up

Andiamo ora a vedere nello specifico alcune mosse e contromisure utili da conoscere per spuntarla nel gioco testa a testa. Partendo dal presupposto che in heads up è di vitale importanza vincere più piatti possibili, in linea generale conviene sempre, nel dubbio, aggredire. Soprattutto pre flop.

Ogni chip vinta, è una chip che il nostro avversario ha perso. Ciò significa che rubare un grande buio al nostro rivale equivale a guadagnarne due di stacco su di lui. È fondamentale quindi prendere l’iniziativa ogni volta che se ne presenti l’occasione. Può essere utile non variare troppo la size dei nostri raise. Questo serva a ridurre al minimo eventuali informazioni che l’avversario può carpire. Cerchiamo pertanto di tenere sempre lo stesso rapporto tra i grandi bui al momento giocati e l’importo dei nostri rilanci.

Il re-steal

Una mossa utilissima da padroneggiare è il cosiddetto “Steal Re-raise” o “Re-Steal“. Questa mossa consiste nel provare a rubare le chips che il nostro avversario ha usato per fare un raise finalizzato a rubare il nostro grande buio.

Se riusciamo a piazzarne diversi andati a segno, questo può fungere da ottimo deterrente per far si che l’avversario “non si allarghi troppo” a rubare i nostri bui. Inoltre sarà untile per fermare un’eventuale eccesso di aggressività avversaria che talvolta può metterci in difficoltà.

È superfluo aggiungere che se esageriamo con questa manovra, poi andrà a perdere di efficacia. Se lo facciamo di proposito per indurre l’avversario a cadere in trappola quando lo faremo con una monster, bene, ma come sempre dobbiamo sapere cosa stiamo facendo e le letture diverse della situazione che faremo sulla base di questi aspetti.

Lo Stop & Go

Lo Stop & Go è una mossa che riguarda iprimi due giri di puntate, quindi il pre flop e il flop.

Solitamente se ci troviamo in condizione di short stack, non facciamo che andare direttamente All-in con una mano decente, ma se le nostre chips non sono sufficienti per avere una Fold Equity decente, ovvero creano un piatto con pot-odds invitanti per l’avversario, allora lo Stop and Go può risultare un’ottima freccia per il nostro arco.

Questo pattern di puntate in genere viene utilizzato quando si verificano due condizioni:

  • Contiamo su uno stack non troppo abbondante
  • Riceviamo una Starting Hand con cui vorremmo andare all-in.
  • Parliamo prima dell’avversario al flop (nel caso dell’heads up, di conseguenza, quando siamo in posizione di grande buio)

Sinteticamente si tratta di fare call sul raise pre flop avversario e fare all-in dopo l’arrivo flop, a prescindere da quali carte si presentino.

Dal momento che con il flop si trova un miglioramento della mano circa nel 40% dei casi, il nostro avversario potrebbe facilmente esser indotto a foldare di fronte al nostro all in, immaginando che possiamo aver chiuso un punto. Passando magari in questo modo una mano migliore della nostra.

Oltre a ciò, nel caso andassimo all-in pre flop, l’avversario dovrà prendere una sola decisione se comprare tutte le cinque carte del board oppure passare. Nel caso utilizzassimo invece lo stop and go, metteremmo il nostro rivale di fronte a 2 decisioni da prendere. Raddoppieremmo in questo modo le possibilità che cada in errore, oltre al fatto che al flop dovrà decidere se chiamare per comprare altre sole due carte. Questo andrà a metterlo maggiormente in difficoltà e mollerà il colpo molto più facilmente.

Questa mossa è particolarmente efficace in quanto, nonostante sia ormai abbastanza sdoganata e facile da individuare quando messa in campo, mette ugualmente molto in difficoltà e spesso va comunque a segno.

Perchè funzioni però sono fondamentali tre regole:

  1. Essere nella posizione corretta. Quella quindi che ci permetta di parlare per primi al flop
  2. Funziona esclusivamente quando si è in soli due player. Possiamo quindi sfruttare questa tecnica anche in altre fasi del torneo o altre situazioni di gioco in generale, ma mai e poi mai in piatti multi-way. Sarebbe, il più delle volte, un suicidio.
  3. Non farsi intimorire dal flop e andare fino in fondo. Anche nel caso in cui arrivino carte molto pericolose o assolutamente incompatibili per la nostra starting hand, non dobbiamo assolutamente tornare sui nostri passi. Facendo check perderemmo la Fold Equity che cerchiamo e con tutta probabilità assisteremmo a una c-bet dell’avversario. A questo punto saremmo messi all’angolo e costretti al fold, non potendo contare su sufficiente stack per rilanciare.

Conclusioni: mai darsi per vinti

Abbiamo visto diverse situazioni e alcune tecniche per aiutarci nel lavoro, ma non si può nascondere che padroneggiare l’arte del gioco heads up è quasi paragonabile a diventare bravi in un gioco completamente a parte.

Non è particolarmente utile specializzarsi in questo, dal momento che – ahimè – non capita così di frequente di arrivare fino in fondo a un torneo. Se dobbiamo scegliere, è ovvio che sia più utile e prioritario imparare bene il gioco che dovremo affrontare per la quasi totalità del tempo.

Resta comunque una specialità interessante. Esistono tornei interi di solo gioco heads up. Se ci si vuole dedicare a questo però, bisogna farlo con la consapevolezza che – di nuovo – non è come giocare a poker full ring.

Per concludere è ora più che mai importante ricordare che, come si suol dire, finché abbiamo “A chip and a chair“, un gettone e una sedia, il gioco non è ancora finito. Ci sono innumerevoli aneddoti di tornei vinti dopo che il player era rimasto con una sola chip, ma saranno storie per un’altra occasione.

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