Honda, Pol Espargarò sta con Puig: “Nessun altro farebbe come lui”

A DAZN Spagna, Pol Espargarò ha avuto un bell’attestato di stima nei confronti del suo manager in Honda Alberto Puig.

Se c’è un personaggio nel paddock che ha enorme stima da parte dei colleghi e non solo, quello è Alberto Puig. Ormai è uno dei volti più noti e dei manager più importanti della MotoGP. Da quando è al box del team Repsol Honda, si è sempre contraddistinto per la sua serietà e per la difesa forte dei propri piloti dalle critiche. Uno degli esempi più lampanti è stato con Jorge Lorenzo nel 2019, che con Honda ha vissuto l’ultimo travagliato capitolo della sua carriera nella classe regina. Ma non solo.

Pol Espargarò (foto Ansa)
Pol Espargarò (foto Ansa)

Nonostante il grande affetto per Marc Marquez, non ha esitato a retrocedere dopo pochi mesi il fratello Aleix, dopo averlo comunque promosso nel team ufficiale, senza però mai una parola fuori posto. Ed è stato anche il più grande sostenitore dell’approdo in HRC di Pol Espargarò, che ha sempre appoggiato nei momenti di difficoltà della scorsa stagione come in questa.

Espargarò e la stima per Alberto Puig

L’ultimo episodio eclatante c’è stato in Indonesia, poco più di due settimane fa, quando Puig non ha esitato ad esporsi pubblicamente per difendere gli interessi di Marc Marquez e Pol Espargarò a seguito di tutte le polemiche sorte con Michelin sulla questione della carcassa delle gomme. Senza situazione, si è fidato del parere dei suoi piloti e ha criticato senza mezzi termini l’azienda di Clermont-Ferrand.

E secondo lo stesso Espargarò, avere un team manager come Alberto Puig è qualcosa che fa la differenza. Come ha detto a DAZN Spagna: “E’ una di quelle persone che, se è con te, è con te al massimo“. A differenza di altri tea manager con cui Pol ha lavorato in passato, il pilota iberico è convinto che Puig “non lascerà che nessuno o niente ti faccia del male. Se riesce a mettersi tra te e un proiettile, si metterà in mezzo ed eviterà che quel proiettile ti danneggi per potersi assumere quella responsabilità. Occorre avere un Alberto in squadra, l’abbiamo visto in Indonesia. Dopo la caduta di Marc e i problemi che abbiamo avuto con la Michelin, lui si è messo davanti a tutti i problemi”.

Espargarò addirittura si spinge oltre, affermando che qualsiasi altra squadra senza Puig al timone non sarebbe stata così chiara e diretta con la Michelin dopo quanto accaduto a Mandalika: “Sono convinto che il 99% delle squadre sarebbe stato molto più politicamente corretto e non avrebbero difeso così tanto i loro piloti“.

L’orgoglio del team manager

E ovviamente è stato felice di queste parole lo stesso Puig, che ha raccontato: “Ogni persona è come è, con i suoi vizi e virtù”. E ha tenuto a sottolineare che “se stai facendo un lavoro come questo, la cosa più importante in una squadra, per me, sono i piloti”.

Il capo Honda ha insistito sul fatto che “i piloti sono la prima cosa in una squadra, sono quelli che faranno davvero il lavoro che tutti stanno facendo. È lì che tutto verrà misurato. Ho ho sempre cercato, a volte con più successo e altre con meno, di cercare di stare accanto ai piloti, di proteggerli, ho combattuto per loro“.

E sul comportamento ha detto: “Ogni dirigente lo farà a modo suo, ma quando hai corso e sei stato un pilota, che ti piaccia o no, non smetti di essere un pilota e ti senti più vicino a loro, questo segna un po’ la differenza rispetto alle persone che fanno il mio lavoro e che provengono un altro ambiente”.

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