Inter: la bandiera Oriali messo alla porta, c’è lo zampino dei cinesi?

Lele Oriali, il guerriero del centrocampo inneggiato dalla canzone di Ligabue, oltre 200 presenze nell’Inter come calciatore e 13 anni da dirigente.

Lele Oriali (instagram)
Lele Oriali (instagram)

Il mediano dei mediani nella sua prima vita da atleta, il manager intelligente e lungimirante nel secondo tempo della sua carriera. Sempre targata Inter. Con una parentesi dal valore non indifferente nella Federazione al servizio della Nazionale. Lo sapete che fine ha fatto Oriali?

Lele Oriali messo alla porta come uno qualunque

Lo sapete a poche ore dal debutto in campionato contro il Genoa, a San Siro, cosa hanno avuto il coraggio di fare i cinesi? Il buon Lele è stato messo alla porta. L’uomo che possiede l’intelligenza e l’esperienza calcistica di cinque dirigenti messi insieme non è più nello staff nerazzurro. Se ne va così un altro pezzo della grande Inter dello scudetto. Dopo Conte, scappato via di sua sponte (troppo arguto per rimanere nel caos del repulisti), ecco gli addii di Lukaku e Hakimi per fare cassa. Per favore non diteci che le frasi fatte sono noiose: perchè mai come questa volta è palese che il detto “nel calcio non esistono più bandiere”. Tutto è quanto mai veritiero. Ma cosa fanno dalla Cina? Perchè vogliono palesemente rompere il giocattolo pezzo pezzo?

I cinesi vogliono rompere il giocattolo?

I bene informati sanno che i soldi non sono certo finiti. Non in Cina, non di questi tempi, non alla Suning. Ma qualcosa dall’alto è stato imposto. Qualcosa dall’alto oggi detta le regole di questi investitori orientali e ne limita fortemente il raggio di azione. Lele Oriali era ed è un personaggio scomodo: troppo intelligente, troppo esperto, troppo poco aziendalista per restare in sella alla nuova Inter.

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Il freddo comunicato dell’addio

Dove fanno comodo, con tutto il rispetto per l’illustre passato da giocatore, dirigenti come Zanetti. L’argentino, uomo immagine dell’Inter, è esattamente, per fare un paragone, nella posizione di quello che Francesco Totti voleva essere alla Roma. Magari il buon Francesco però, nella medesima situazione, per il troppo amore per i tifosi e la città, al primo segnale di volontà di ridimensionamento, avrebbe già preso la via delle scale che portano all’uscita. Zanetti no, Zanetti è la voce della società: quella che con un freddo, freddissimo comunicato, liquida Lele Oriali dopo 13 anni di Inter e lascia nell’incredulità e nella delusione l’animo dei tifosi nerazzurri.

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