In Champions League, l’Inter ha giocato contro il Viktoria Plzen con la seconda maglia, diversa da quella del campionato: ecco come mai.
Le partite delle coppe europee di calcio, ci regalano da sempre, grandi emozioni, specie ovviamente, se facciamo il tifo per uno dei team italiani che vi partecipano, ma anche tanti momenti bizzarri. Per il secondo anno consecutivo, ad esempio, sono stati i tifosi dell’Inter e gli appassionati di calcio in generale, a notare che per quanto riguardava le partite di Champions League, qualcosa cambiava.
Forse a lanciare una prima occhiata al campo, non si riesce a capire bene cosa ci sia che non quadri, poi ecco le prime immagini ravvicinate, magari per un fallo laterale o per un’esultanza, e ci si arriva. Anche quest’anno, è il secondo consecutivo, i nerazzurri infatti giocano in trasferta con una maglia tutta bianca, diversa da quella presentata dallo sponsor. Ma perché mai?
Non è per via di una scelta di marketing. Ci sono squadre infatti, ed in Italia l’anno scorso abbiamo avuto il Napoli come esempio, che decidono di far disegnare una maglia con design diversi, per le partite europee. L’Inter però, non ha deciso di giocare con una maglia diversa, lo sponsor Nike non ha mai presentato, infatti, quella vestita contro il Viktoria Plzen, come una maglia da gara da poter vendere in negozio. La decisione, l’ha presa la UEFA.
Tranquilli a livello societario. Nessuno ha toccato i preziosi sponsor, ecco per esempio i più remunerativi del mondo del calcio, tra cui proprio DigitalBits. La preziosa scritta, resta lì, con stemma e loghi vari. C’è differenza però, tra il disegno originale con un planisfero verde acqua, e la maglia da Champions, tutta bianca. Non tutti i tifosi del Biscione l’hanno presa bene, anche perché l’anno scorso c’era proprio il famoso serpente, tutto nerazzurro, sulle divise da trasferta dell’Inter. Ed anche lì, solo in Europa, i nerazzurri dovettero giocare in ‘Total white’. Scelta sempre della UEFA, ovvio.
Ma allora, ce l’hanno con la squadra milanese? No, il problema è che da diversi anni, gli articoli 8.09 e 12 del Regolamento UEFA sono attenti proprio alle maglie indossate. Ecco cosa non si può fare nelle gare di Champions, Europa e Conference League. Si legge che le divise possono essere sostituite perché: “il motivo deve essere non pittorico, ad es. non deve contenere immagini, illustrazioni o altri simboli (qualsiasi motivo che non soddisfi questo requisito sarà considerato un elemento decorativo);” ed anche: “il modello non deve consentire a una persona ragionevole di identificare un produttore o uno sponsor rilevante per l’attrezzatura (qualsiasi modello che non soddisfi questo requisito sarà considerato un marchio)”.
Dall’articolo 12 invece si evince: “gli elementi decorativi devono essere incorporati utilizzando una delle seguenti tecniche: trama jacquard; stampa tono su tono; goffratura; qualsiasi altra tecnica approvata per iscritto dall’amministrazione UEFA, – per poi rispettare – i requisiti di contrasto del colore come stipulato”. Insomma, che lo sponsor tecnico dei nerazzurri si impegnino a disegnare una maglia con pochi dettagli per l’anno prossimo, se no l’Inter sarà costretta a cambiarla ancora per le notti magiche.
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