Jorge Lorenzo svela il suo dramma: una vera tragedia per l’ex MotoGP

L’ex pilota della Yamaha, Jorge Lorenzo, ha confessato di aver vissuto un periodo terribile in carriera. Lo spagnolo voleva solo dormire e vedeva tutto nero.

Jorge Lorenzo (Getty Images)
Jorge Lorenzo (Getty Images)

La vita di uno sportivo sa regalare emozioni fortissime, ma anche bassi terribili. E’ un’altalena per menti e cuori forti che riescono a tollerare le oscillazioni di annate positive e stagioni buie. Un giorno sei il re del mondo e l’anno dopo, magari, qualcun altro ha già preso il tuo posto. Quando è arrivato il momento di smettere è, forse, il giorno peggiore. Per un pilota tutto questo si riassume con un vuoto difficile da colmare, a prescindere dai traguardi raggiunti. Più sei stato importante, maggiori sono le difficoltà di adattarsi ad una vita normale, lontano dai riflettori e dall’affetto del pubblico sulle tribune.

I motociclisti, in particolar modo, saltano in sella sulle due ruote in tenerissima età per poi non staccarsi più dal manubrio e da quelle sensazioni che solo la moto è capace di trasmettere. I centauri sono una razza a parte, che non vive di compromessi, ma ama il brivido del velocità sulla pelle. I più grandi talenti al mondo si ritrovano nel Motomondiale per darsi battaglia, senza esclusioni di colpi. Una volta in pista non esistono amicizie o parentele, conta il cronometro e il talento puro. Jorge Lorenzo è stato tra i maggiori interpreti al mondo della MotoGP.

Lo spagnolo dopo le affermazioni iridate nella classe di mezzo, era balzato in sella alla Yamaha, riuscendo a sorprendere una leggenda assoluta come Valentino Rossi. Il maiorchino era dotato di una velocità naturale, grazie ad uno stile unico. In carriera ha vinto cinque titoli iridati nel Motomondiale, nel 2006 e nel 2007 nella classe 250, nel 2010, 2012 e 2015 in MotoGP. Dopo 296 GP e 68 gare vinte, ha deciso di ritirarsi nel 2019, all’età di trentadue anni.

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La crisi depressiva di Jorge Lorenzo

Gli ultimi anni in top class del maiorchino sono stati un calvario. I numerosi infortuni hanno limitato il biennio in Ducati e, soprattutto, l’ultima annata in sella alla Honda. Nel 2019 ha chiuso con appena 28 punti complessivi, al diciannovesimo posto in graduatoria mondiale. Il compagno di squadra, il connazionale Marc Marquez, in quell’annata conquistò il titolo. Lorenzo è sempre stato sottoposto a tantissime pressione, sin dal debutto nella classe regina. In una lunga intervista, nel documentario ‘Yo, Pilot’ di DAZN, il classe 1987 ha ammesso di aver vissuto periodi molto difficili nel corso della sua vita.

Nel 2018, Jorge Lorenzo ha dichiarato di aver trascorso un periodo di depressione e di aver toccato il fondo. L’ultimo anno in Ducati, nonostante qualche vittorie, è stato un anno molto complicato con l’ennesimo infortunio grave nel finale di stagione. “Ho bei ricordi dei due anni in Ducati, forse l’unico brutto è stato prima del Mugello che sono entrato in una piccola fase di depressione. In quel momento ho capito che ero rimasto senza moto“.

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Fu la Honda a spalancargli le porte, dandogli l’ultima grande chance della sua carriera. Alberto Puig, team manager Repsol Honda, diede al centauro maiorchino la possibilità di salire in sella alla moto giapponese dell’ex Dani Pedrosa. Lorenzo era entrato in una fase molto negativa, come ha ammesso: “Era tutto negativo, volevo solo dormire. Non so se fosse una depressione o un mini depressione, ma tutto era molto triste. Ero di umore molto basso. La parola depressione e ossessione suona molto negativa. Lo sport è diventato più metodico e perfezionista, o sei ossessionato e immerso in questo mondo o è impossibile combattere con i migliori al mondo“.

Lo stress e la pressione di dover ottenere risultati di alto profilo, a tutti i costi, ha portato Jorge a vivere un finale di carriera ricco di tensioni. Il peso dell’ansia può portare un individuo ad un burnout pericoloso. JL99 ha aggiunto che un ambiente sano permette ad un pilota o una persona, in generale, di ottenere il meglio sul lavoro. Il medesimo individuo può avere risultati diversi in base anche alla fiducia mentale che riceve in squadra.

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