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Marc Marquez, altra frecciata alla Ducati: ormai è guerra aperta

Il pluricampione della Honda Marc Marquez rimpiange i primi anni in MotoGP. Da allora sono cambiate molte cose sui prototipi.

Marc Marquez si ritrova a fare i conti con una Honda RC213V molto differente rispetto a quella provata per la prima volta alla fine del 2012, prima dell’esordio in classe regina. Sei i titoli conquistati nella massima serie e l’unico pilota del marchio a riuscire a portare al limite un prototipo che richiedeva uno stile di guida molto aggressivo per toccare il limite. Durante gli ultimi test invernali in Malesia e Indonesia ha subito compreso che la nuova Honda avrebbe richiesto tempo prima di poterci entrare in sintonia.

Marc Marquez (foto Ansa)

La prima gara in Qatar ha confermato le impressioni della vigilia. Ha chiuso al 5° posto senza riuscire mai ad impensierire il gruppetto di vertice, consapevole di non poter osare di più. Di contro il suo compagno di squadra Pol Espargarò ha quasi sfiorato la vittoria concludendo sul podio, dimostrando di aver trovato subito la giusta intesa, sfruttando al meglio il ritrovato grip al posteriore che gli consente di usare a suo piacimento il freno posteriore. Ora i dati della sua telemetria sono al vaglio del fenomeno di Cervera per velocizzare il processo di adattamento e ritornare alla vittoria quanto prima.

Marc Marquez critica l’aerodinamica

Dal 2013 ad oggi i prototipi MotoGP sono profondamente cambiati e, fino all’infortunio di Jerez, Marc Marquez ha saputo adattarsi molto velocemente alle innovazioni aerodinamiche. Ma non nasconde di rimpiangere i tempi passati… “Quando sono arrivato in classe regina non c’erano le alette, allora lo spettacolo era migliore“, ha ammesso l’otto volte campione del mondo come riportato da Motorsport-Total.com. “Superare un pilota era più facile“.

La scia cambia le sensazioni in sella ad una moto, anche se bisogna ammettere che il Cabroncito si è adattato perfettamente anche a questo, soprattutto nelle strategie di qualifica. “Adesso può capitare che la moto sussulti in modo strano quando si segue un altro pilota. Senza alette forse era più difficile guidare la moto. Era più facile sbagliare, ma sorpassare era più agevole“, ha proseguito il pilota della Repsol Honda.

Le nuove componenti aerodinamiche hanno dato più stabilità in accelerazione, aiutano nelle partenze, in percorrenza di curva, diminuisce il fenomeno dell’impennata. Il carattere dei prototipi è profondamente cambiato negli ultimi anni. “Ora le moto sono più facili da guidare. Non commetti più errori tanto facilmente. Devi sempre guidare con precisione e dolcezza. Ma è diventato più difficile sorpassare e guidare a ridosso di un avversario“.

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