Perché la Mercedes ha mollato la F1 per 50 anni? La risposta è incredibile

La Mercedes è sempre stato uno dei marchi più importanti nella storia dell’automobilismo, ma una tragedia l’ha estromessa dalle corse.

Sono davvero rarissimi nel mondo i marchi che hanno la capacità di tenere testa a quello della Mercedes ed è davvero difficile pensare che una Scuderia così prestigiosa abbia davvero dovuto rinunciare al mondo delle corse per più di 50 anni.

Mercedes (GettyImages)
Mercedes (GettyImages)

Il mondo delle corse è sempre stato molto spietato, soprattutto durante gli inizi delle competizioni mondiali, tanto è vero che non sono stati rari i casi di piloti che hanno dovuto rinunciare addirittura alla propria vita per inseguire il proprio sogno.

La F1 è sicuramente il modo migliore per un marchio per poter espandersi e diventare sempre più grande importante e conosciuto in tutto il mondo e dopo i suoi inizi scintillanti già nei primi anni ’50, anche la Mercedes capì l’importanza di entrare in questo mondo.

Fino ad allora era stata l’Italia a farla da padrona grazie ad Alfa Romeo e Ferrari che avevano monopolizzato i trionfi grazie a campionissimi del calibro di Farina, Fangio e Ascari.

Nel 1954 la Mercedes decise però di entrare nel mondo della F1 e lo fece decisamente in modo tale da essere fin da subito protagonista, con una vettura decisamente sopra la concorrenza e con al volante il grandissimo Juan Manuel Fangio.

Con il Chueco arrivarono due vittorie in altrettanti stagioni, entrambe largamente vinte, nel 1955 anche e soprattutto a causa della rinuncia della Lancia di correre dopo la morte di Ascari.

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Tutto dunque stava andando bene, ma dal 1955 la Mercedes non si fece più rivedere in F1 fino addirittura al 2010, ma perché questa decisione?

Mercedes, la tragedia di Le Mans del 1955

Come detto la F1 degli anni ’50 era un vero e proprio catino infernale che rischiava di portare alla morte diversi piloti e non solo.

Non essendoci protezioni di sicurezza a rischiare era anche il pubblico e quello che successe in occasione della 24 ora di Le Mans fu a dir poco drammatico, dato che mai più si ripeté un simile disastroso nella storia delle quattro ruote.

A bordo della sua Mercedes Benz 300 SLR c’era Pierre Levegh che era alla disperata ricerca di rimontare la Jaguar di Mike Hawthorn, futuro vincitore del Mondiale con la Ferrari.

Il problema nacque nel momento in cui l’inglese decise, dopo aver superato il doppiato Lance Macklin, di girare bruscamente verso i box dovendo compiere un’importante frenata che costrinse il connazionale a uscire di pesta alzando parecchia terra.

La sua Austin-Healey riuscì a rimettersi in pista, ma nel farlo non poté far a meno di scontrarsi contro la Mercedes di Pierre Levegh con la macchina del rivale che divenne a tutti gli effetti un trampolino per la vettura tedesca del francese.

La Mercedes cadde così come un enorme proiettile sulle tribune, prendendo rapidamente fuoco e iniziando a lanciare pezzi dell’abitacolo come se fosse una mitragliatrice e a quel punto il numero di morti fu impressionante.

Quel giorno furono ben 83 persone a perdere la vita e altre 120 furono ferite da quella drammatica vicenda che ancora oggi risulta essere il più grande dramma di sempre nella storia dell’automobilismo.

La Mercedes venne accusata gravemente per la vicenda e la Scuderia tedesca decise così di autopunirsi escludendosi volontariamente per oltre 50 anni dalla storia delle corse.

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Una decisione molto forte, anche perché non fu tutta colpa della casa di Stoccarda, ma un gesto forte che diede il via alle prime sperimentazioni per piste più sicure.

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