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Dovizioso, frecciata alla Yamaha: ecco dove starebbe il problema

Andrea Dovizioso è tornato in MotoGP in sella alla Yamaha del team satellite WithU nel 2021. Le aspettative erano molto diverse in vista di un 2022 da protagonisti.

La classe regina, mai come quest’anno, sta riservando grandissime sorprese. In casa Yamaha Fabio Quartararo è l’unico in grado di esprimersi al meglio in sella alla M1. Tutti gli altri centauri della casa di Iwata sono in clamorose difficoltà. Il Dovi è tornato in sella alla moto giapponese dopo la lunga esperienza in Ducati, di cui è diventato un simbolo.

Andrea Dovizioso (Ansa Foto)

Al termine del 2020, a seguito del successo in classifica costruttori in coppia con Danilo Petrucci, il forlivese ha deciso di prendersi una pausa. E’ tornato nel 2021 a stagione in corso, sfruttando l’occasione di balzare in sella alla Yamaha al posto di Franco Morbidelli, promosso in prima squadra. Il team satellite Petronas non navigava in buone acque, ma il Dovi non ci ha pensato due volte a diventare l’ultimo storico compagno di squadra di Valentino Rossi.

L’ex Ducatista è tornato in Yamaha dopo l’ottima esperienza del 2012. Nel team Yamaha Tech 3, con compagno di squadra Cal Crutchlow, chiuse al quarto posto della graduatoria mondiale con 218 punti. Dieci anni dopo l’obiettivo non era replicare i sei podi del 2012, ma quantomeno lottare stabilmente nella zona punti. Il romagnolo ha corso cinque GP nel finale della scorsa stagione, non andando mai oltre la dodicesima posizione.

Un investimento in preparazione di un 2022 da protagonisti sulla nuova M1. Il Dovi è il pilota più esperto in griglia, dopo l’addio del Dottore. Il team RNF WithU lo ha scelto per fare da spalla anche alla crescita del promettente Darryn Binder. Il vicecampione della MotoGP 2017, 2018 e 2019 non è riuscito sin qui a strappare posizioni in linea con il suo talento e le aspettative del team.

Andrea Dovizioso e il problema della Yamaha M1

In Spagna il Dovi è arrivato a 35 secondi dal leader della classifica Fabio Quartararo. Il miglior risultato è giunto in Portogallo con l’undicesimo posto. Il suo compagno di squadra non è riuscito a fare di meglio, considerata anche l’inesperienza ad altissimi livelli. I competitor sono sembrati più avanti sotto molti aspetti, avendo fatto molti progressi rispetto alla passata stagione.

La moto giapponese continua a faticare oltre misura a livello motoristico, nonostante gli appelli del campione del mondo. Quantomeno El Diablo riesce a metterci una pezza su determinati circuiti, mentre il Dovi fa fatica a trovare il feeling giusto sulla M1, esattamente come Morbidelli. Il passaggio dalla Desmosedici al bolide di Iwata è enorme, ma il romagnolo ha guidato in passato la Honda che è molto più vicina come concezione alla Yamaha. I problemi sembrano essere altri.

Nella passata stagione era normale che il Dovi, considerata anche l’inattività, facesse fatica ad ottenere buoni risultati. Persino Valentino Rossi non riusciva ad esprimersi sulla M1 del team Petronas. Nella classifica dei team della top class, la squadra capitanata da Razlan Razali è oggi penultima, davanti solo al team Tech 3 KTM Factory. Andrea aveva agognato un successo, potendo diventare il primo nella storia a vincere su tre moto diverse, dopo esserci riuscito con la Honda e la Ducati. Su questa M1, però, non può fare miracoli.

Il pilota della Yamaha, come riportato da motorcyclesports.net ha rivelato: “Ho avuto difficoltà dal 2020 con l’arrivo della nuova carcassa. Non solo, ho molte difficoltà quest’anno e anche nel 2020 non sono stato molto competitivo nonostante sia arrivato quarto. È vero che l’alloggiamento non mi aiuta con la frenata, ma al momento non credo sia il problema più grande”.

Inizialmente si sono imputati alle gomme tutti i limiti della moto. Nel 2020 la Michelin ha introdotto una nuova costruzione di pneumatici per la MotoGP e Andrea Dovizioso ha iniziato a palesare dei problemi. L’italiano ha spiegato che le gomme rimangono una sfida, ma non è il problema principale della Yamaha. La M1 pare avere anche poco grip rispetto ai competitor, risultando evidente la differenza sui rettilinei. Il motore non è stato sviluppato come aveva chiesto a gran voce il campione del mondo e ora i centauri della casa di Iwata sono costretti ad inseguire i competitor avversari.

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