Muore ex stella della nazionale francese, calciatore simbolo in campo con la maglia dei transalpini negli anni ’70. Fu stella di Nizza, Nimes e Psg, uno dei primi colossi “di colore” dei Galletti.
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Una vita difficile, una esistenza segnata da quello che doveva essere un intervento di routine, conclusosi con un epilogo a dir poco tragico. Da 39 anni questo indimenticato campione del calcio d’Oltralpe era praticamente costretto a letto, come un vegetale. Pochi, pochissimi i movimenti che gli erano ormai consentiti: totalmente paralizzato, poteva solo aprire e chiudere gli occhi ed era in grado di nutrirsi di soli liquidi. La sua forza: respirare senza le macchine e un cuore d’acciaio.
73 anni di età, gli ultimi 39 trascorsi a letto, a vivere la vita come in un sogno, senza fine. Come in un mondo apparente, da cui è uscito solo per raggiungere la sua meta definitiva. Da dove non farà mai più ritorno. Jean Pierre Adams, talento della nazionale francese, di origini senegalesi, doveva essere sottoposto a un intervento a una rotula del ginocchio. Correva l’anno 1982, era il 17 marzo, siamo in uno degli ospedali più celebri di Lione, almeno per l’epoca. Un errore di anestesia, il coma, i danni cerebrali, la vita che va in frantumi, in mille pezzi. Jean Pierre salutava l’amata consorte prima di entrare in sala operatoria: nulla lasciava presagire ad una tragedia simile.
Adams si è spento oggi all’ospedale universitario di Nimes: va tutto bene, diceva alla moglie prima dell’intervento. Ci vediamo presto. Poi, l’accertata responsabilità dei medici, i danni fisici e cerebrali causati dall’anestesia.
Da calciatore Jean Pierre Adams era una freccia, un colosso che nessuno era capace di fermare. In coppia con Marius Tresor formava un “muro di ferro” nella retroguardia transalpina. Forte fisicamente, ottimo nelle ripartenze. Nizza, Nimes, Paris Saint Germain i club in cui militò e conquistò negli anni, con merito, il cuore dei tifosi di mezza Francia. La celebre “Guard Noir” della Francia dell’epoca, la Guardia Nera, ruotava intorno alle sue incredibili gesta.
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La fortuna di Adams è stata quella di essere capace di non stare mai attaccato a un respiratore: era forte, era fatto di acciaio, diceva qualcuno. Pochi, pochissimi, avrebbero resistito quasi 40 anni in queste condizioni. Una tempra d’altri tempi, un gladiatore, che è rimasto attaccato alla vita fino all’ultimo.
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