Calciatori contro atleti olimpici: chi guadagna di più e perchè

Le vittorie olimpiche degli scorsi anni ed il discorso che subito si proietta verso i guadagni degli atleti protagonisti.

Tamberi Jakobs
Tamberi Jakobs (Facebook)

Atletica al centro del dibattito pubblico dopo gli ori di Jakobs e Tamberi alle Olimpiadi di Tokyo rispettivamente nei 100 metri e nel salto in alto. Prestazioni ed affermazione che hanno spostato l’attenzione, come detto, dell’opinione pubblica su discipline troppo spesso messe da parte in favore di altri sport meglio posizionati, per cosi dire, sotto i riflettori internazionali. Sport spesso definiti minori soltanto perchè, magari, non godono del sostegno di massa, della partecipazione certa e coinvolta da parte dei tifosi.

Ingenuamente molti tifosi, appassionati di sport per essere molto più inclusivi nella riflessione potrebbero immaginare per gli atleti di discipline quali i 100 metri ad esempio o il salto in lungo, compensi simili a quelli degli sport definiti maggiori e per cosi dire, di massa. Calcio, basket, football americano per nominarne qualcuno. Siamo del tutto fuori strada, il paragone non regge ma nemmeno lo si può appena pronunciare. Parliamo di categorie assolutamente diverse che vivono il business attraverso dinamiche diametralmente opposte.

Ai milioni del calcio o dell’Nba, ad esempio con atleti anche di medio valore che riescono comunque a guadagnare annualmente cifre a sei zeri, gli altri sport, quelli che prima abbiamo definito minori rispondono con cifre ai limiti dell’irrisorio. Compensi che al massimo lievitano grazie all’intervento degli sponsor, ma che in alcuni casi rischierebbero di ridursi quasi al minimo indispensabile.

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Se si pensa ad esempio ai calciatori o ai cestiti dell’Nba considerando ad esempio quelle che sono le stelle assolute di quegli sport, parliamo di stipendi che si aggirano su cifre da molte decine di milioni di euro l’anno. Paragone improponibile con l’atletica leggera, per dirne una, dove un Tamberi o un Jakobs, entrami poliziotti, potrebbero percepire in teoria che uno stipendio medio da 1300 euro al mese. E’ vero la vittoria della medaglia olimpica, dell’oro, frutta agli atleti italiani un premio in denaro da 180mila euro, tassato però al 42%.

Sproposito nello sproposito per dirla tutta. E’ altrettanto vero che oggi, atleti come Tamberi e Jakobs grazie agli sponsor percepiranno di certo cifre di gran lunga superiori a quelle percepite finora. Niente a che vedere, però,  con quelle degli sport, sempre definiti maggiori. Un altro esempio? Nazionale italiana campione agli ultimi Europei, premio complessivo percepito dai calciatori azzurri per la conquista del trofeo? Circa 250mila euro. Davvero niente male.

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In conclusione è chiaro a tutti che non è possibile paragonare nessuna delle dinamiche abitualmente presenti ad esempio nel mondo del calcio ed in quello dell’atletica leggera. Meno sponsor, mena copertura mediatica, meno interesse, di fatto, meno soldi e di conseguenza compensi molto meno stellari. Calciatori contro nuotatori, cestiti contro centometristi e coi via. Lo scontro è impari, cosi come la differenza di ingaggio, di guadagno e forse anche di prestigio dopo una vittoria meritatamente conquistata.

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