Pol Espargaro, che investitura per Marquez: svelato il suo segreto

Pol Espargaro ha la sua convinzione su chi sia il miglior pilota al mondo e spiega anche il perché: interessante punto di vista.

Pol Espargaro (Getty Images)
Pol Espargaro (Getty Images)

Il quotidiano Marca, ha intervistato il nativo di Granollers, Pol Espargaro. Interessante, lo sguardo a 360 gradi del pilota, sulla MotoGP. Lo spagnolo, compagno di squadra di Marc Marquez alla Repsol Honda, ha parlato ovviamente anche di sé ed appunto, dell’altro pilota. La sua stagione non gli è piaciuta tanto: “Non so se è quello che ci aspettavamo perché non ti aspetti molto di più di quanto sia costata molto agli altri piloti che sono passati di qui, la moto non era al meglio, quindi non ci siamo creati nessuna aspettativa prima di venire qui”, ed ancora: “Senza dubbio, non ho raggiunto quello che volevo ottenere, anche perché siamo finiti dove avrei voluto iniziare”. 

Il trentenne però, ha chiaro il suo obiettivo, vincere il Mondiale: “deve essere l’obiettivo per tutti i piloti che passano per Honda HRC”, afferma Espargaro. Lo spagnolo, parla anche di mancanza di aderenza della ruota posteriore, un dato che riguardava tutti i piloti della stagione, colpa infatti delle ruote. La Honda starebbe lavorando per dare il meglio in tal senso ai propri piloti e questo, dice lo spagnolo, potrebbe fare la differenza.

Espargaro dice la sua su Marc Marquez

Espargaro, poi tocca il tema piloti. Dice che nessuna casa farà una moto adatta soltanto ad una persona ed ogni volta che si cambia team, bisognerà adattare il proprio stile di guida, alla vettura che ti danno. Cita esempi come il primo anno di Rossi in Ducati o Lorenzo, passato da Yamaha in Ducati. Tutti fanno un po’ di fatica perché bisogna essere bravi ad imparare la nuova moto, e questo fa la differenza.

Il più forte per lui? Senza dubbio Marc Marquez, nonostante non abbia vinto gli ultimi due Mondiali: “Ho avuto l’opportunità di condividere il box con lui e ho visto quello che fa e non credo che molti siano capaci di fare quello che fa Marc. A parte le gare in cui lo dimostra, – afferma il trentenne – quanto è veloce anche nei fine settimana complicati, il fatto che abbia una moto che non è all’altezza e di poter lottare da pari a pari con piloti nei fine settimana in cui io ho sofferto molto. Questo, per me, è importante. Inoltre penso che ciò che dà molto valore è che quando una moto funziona bene, vediamo che sono diversi i piloti che stanno lottando per vincere”. 

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“Nel caso di Mir e Rins, i due piloti, sì hanno avuto alti e bassi, ma entrambi sono stati molto veloci; le Ducati, abbiamo visto che sono tutte veloci, che fosse una squadra ufficiale o satellite, poco importa, ci sono sempre piloti al top. Nel caso della Honda, no. Molte volte Marc è l’unico capace di essere veloce e questo denota un talento diverso e un modo diverso di guidare la moto che, forse, si ottiene anche con tanta esperienza e tempo, che è quello che non ho, ma siccome ho potuto condividere con lui la pista, posso affermarlo, altrimenti non lo direi”. 

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