Red Bull, bordata alla FIA: ecco cosa manca a questa F1

La Red Bull esce sconfitta dal Gran Premio dell’Arabia Saudita, ma anche Michael Masi non ha fatto una bella figura. Ecco perché.

Red Bull (GettyImages)
Red Bull (GettyImages)

La prima edizione del Gran Premio dell’Arabia Saudita è risultata a dir poco caotica. La pista di Jeddah è apparsa inadatta al Circus, specialmente alle monoposto odierne che hanno delle grandezze importanti e che non possono gareggiare su carreggiate così strette. La Red Bull vede complicarsi la sua scalata al mondiale, mentre la Mercedes se la gode.

Il mondiale costruttori è ormai nelle mani del team di Brackley, che comanda nettamente con 28 punti di vantaggio. Questo significa che, anche in caso di doppietta ad Abu Dhabi, al team di Milton Keynes non basterebbe tale risultato per assicurarsi il quinto titolo della storia. Per quanto riguarda i piloti, arriveremo a Yas Marina in una situazione a dir poco incredibile.

Max Verstappen e Lewis Hamilton sono appaiati a quota 369,5 punti, cosa successa soltanto nel 1974 tra la McLaren di Emerson Fittipaldi e la Ferrari di Clay Regazzoni, poi uscito sconfitto per appena 3 lunghezze. La certezza è che il sette volte campione del mondo arriverà carico come una mola, venendo da un tris di vittorie che hanno riaperto completamente i giochi.

La situazione di classifica prevede che, chi vincerà l’ultima tappa, sarà automaticamente campione del mondo. Un’evenienza del genere non accadeva da Jerez 1997 tra Michael Schumacher e Jacques Villeneuve, con il tedesco che arrivò al Gran Premio d’Europa con un punto di vantaggio, perdendo poi il campionato.

Aldilà dell’aspetto sportivo e della dura battaglia al vertice, c’è da sottolineare l’assoluta insufficienza della direzione gara. Michael Masi, dopo la farsa del Belgio e gli altri errori commessi, a Jeddah è riuscito a superarsi. A dir poco assurdo l’accordo proposto a Red Bull e Mercedes durante la seconda bandiera rossa, così come la prima sospensione che era stata imposta senza alcun motivo.

Red Bull, alla F1 manca Charlie Whiting

La F1 ha dovuto puntare sull’australiano nel ruolo di direttore di gara sin da Melbourne 2019, vista la scomparsa improvvisa di Charlie Whiting che fu colpito da un’embolia polmonare ad un paio di giorni dal via del campionato. Masi venne scelto come sostituto provvisorio sino al termine del campionato, per poi essere confermato. Dopo quanto accaduto ieri, la Red Bull ha deciso di dare una bella mazzata al suo operato, come si evince dalle parole di Christian Horner alla stampa.

Penso che alcune cose siano eccessivamente regolamentate e che, in generale, oggi si è visto quanto manchi una figura come quella di Charlie Whiting a questa F1“. Il boss del team di Milton Keynes ha puntato l’accento sulla ripartenza dalla prima sospensione, quando Hamilton si è distanziato eccessivamente da Verstappen.

Per regolamento, devi rispettare la distanza di massimo 10 macchine tra te e chi hai davanti quando c’è una ripartenza. Credo sia frustrante sia per Michael Masi che per i suoi collaboratori, in particolar modo su questo nuovo tipo di circuito e con tutti i detriti presenti in pista. Ma è la stessa situazione per tutti. Ogni situazione va contro di noi, come successo in Qatar un paio di settimane fa, ed i due incidenti accaduti ieri sono stati piuttosto discutibili“.

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Al termine della gara, la Red Bull ha visto il suo alfiere, Max Verstappen, penalizzato di dieci secondi per aver frenato in faccia al rivale. I dieci secondi inflitti non hanno cambiato il risultato, visto che gli inseguitori erano molto lontani: “Tutto ciò che è successo in gara dovrebbe essere discusso nelle prossime settimane, per evitare che eventi simili ricapitino in futuro. Sono molto deluso da quello che ho visto“.

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