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Riaprono le sale giochi, dopo quasi due anni i centri scommesse tornano a vedere la luce

L’Iss da il via libera, riaprono le sale giochi. Solo una regione ferma ai blocchi di partenza, ma la priorità rimane la vaccinazione collettiva 

 

 

Le sale slot tornano in piena attività. Secondo quanto deliberato dal Ministro della salute Roberto Speranza, da oggi 21 giugno sarà valida un’ordinanza che permetterà ai centri scommessi di tornare a lavorare a pieno regime. La decisione del titolare del dicastero sanitario è arrivata dopo i pareri favorevoli della cabina di regia.

Quello di oggi è senza dubbio il white day, il giorno in cui tutta Italia diventa bianca. Alle regioni già svincolate dalla maggior parte delle indicazioni sanitarie, oggi si aggiungono Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Toscana e Sicilia e la Provincia autonoma di Bolzano. Ormai tutto il paese è in zona bianca, ad esclusione  della Valle d’Aosta che potrà tornare alla vita normale il prossimo 28 giugno.

Per gli appassionati finalmente si potrà tornare nelle sale gioco, piuttosto che nelle bingo’s room. Le sale torneranno a pieno regime. Fortunatamente, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, i contagi calano fermandosi a meno di venti casi ogni 100mila abitanti. Secondo i dettami sanitari di queste settimane, rimane comunque chiaro che sia.

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Riaprono le sale giochi, dopo quasi due anni i centri scommessa tornano all’attività: 7 miliardi di perdita

Colpiti da uno inspiegabile snobbismo, le sale giochi sono tornate ad essere di rilievo e di interesse in coda a tutte le altre attività.

La situazione è stata critica per gli operatori fin dai primi giorni, ma il governo Conte prima e quello Draghi poi hanno deciso di non investire molto sulle esigenze della categoria. Alla fine, tracciando una linea, ecco che si può registrare una perdita di 7 miliardi di euro, quasi il 35% e la spesa complessiva.

Parte della ragione la si ritrova nelle priorità della politica nazionale, che ha preferito dare maggiore importanza a settori come lo sport, vedi il caso di palestre e piscine. Oppure alla cultura, anteponendo le esigenze di teatri e cinema, così da poter dare il via ad un re-start di denaro.

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