A causa delle prestazioni deludenti Schumacher rischia di perdere il posto in F1. L’amico e mentore Vettel esprime un desiderio.
Il rapporto tra Sebastian Vettel e Mick Schumacher è sempre stato speciale. Un po’ per l’importanza che papà Michael ha avuto nella vita e nella carriera del portacolori dell’Aston Martin e un po’ per simpatia e stima reciproca, i due trascorrono spesso del tempo insieme.
In una F1 che tende a raffreddare le relazioni umane, loro due rappresentano un’eccezione. Anche se la differenza di età non è così ampia, Seb sente di essere una sorta di padre/mentore del pilota Haas. Di conseguenza, ora che il suo sedile è in bilico e il rischio di uscita dal Circus dopo appena due stagioni in aumento, il quattro volte iridato si è sentito in dovere di scuotere le squadre e invitarle a dare al 23enne una nuova opportunità, magari più valida di quella avuto finora.
Fresco di divorzio dalla Ferrari che lo aveva ospitato tra i suoi junior, Schumi Jr. dopo Abu Dhabi potrebbe trovarsi senza un contratto per il 2023. La scuderia americana non sembra intenzionata a rinnovargli la fiducia a causa di due soli arrivi a punti in 35 partenze finora, ma delle possibilità potrebbero comunque nascere in Alpine, in Williams e in Alpha Tauri.
A proposito del futuro incerto del #47, il 35enne ha dichiarato di sperare in un lieto fine per il suo pupillo.
“Si merita un volante“, ha detto a motorsport-magazin.com. “E’ molto meglio di ciò che si creda. Ha fatto progressi negli ultimi mesi, ma a causa della scarsa competitività dell’auto non si è visto. Ha talento e velocità e lo ha già dimostrato in diversi appuntamenti”.
In top 10 in Inghilterra e in Austria, per il resto Mick ha latitato, sbagliando spesso e distruggendo macchine, come in Arabia Saudita o a Monaco. Scivoloni mal digeriti dal patron del team Gene Haas e dallo stesso manager Gunther Steiner, ovviamente poco contenti di dover sborsare milionate di euro per riparare i danni in un’annata già di per sè critica sul fronte risorse per via della separazione improvvisa dallo sponsor russo Uralkali.
Paradossalmente a mettere nei guai il tedeschino è stata la guerra in Ucraina. Senza di essa e la conseguente separazione tra la squadra a stelle e strisce e Nikita Mazepin, la sua condotta avrebbe continuato ad essere mediocre, ma nell’anonimato, avendo vicino un corridore al medesimo livello. Ed invece l’ingaggio di Kevin Magnussen, decisamente più esperto e rapido, ha fatto sì che i suoi limiti emergessero tutti.
Interrogato da Autoweek in merito alla prossima line-up, il dirigente meranese ha dichiarato di non aver fretta di decidere e di volersi prendere tutto il tempo necessario. “Stiamo monitorando la situazione. Non c’è ragione di scegliere già ora. Dovessimo farlo e sbagliare ce ne pentiremmo, quindi perché forzarci di dare una risposta subito”, ha spiegato.
Sollecitato invece l’interessato sulle tinte del suo domani, quesi è rimasto evasivo, non volendo neppure soffermarsi sulle discussioni avute con gli attuali datori di lavoro.
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