Bastianini-Arbolino: talenti targati Carlo Pernat, lo scopritore di fenomeni

I successi ad Austin hanno portato alla ribalta Arbolino e Bastianini. Due che in comune, oltre al talento, hanno anche il procuratore: Carlo Pernat.

Un weekend da sogno per l’Italia quello andato in scena qualche giorno fa. Tanti i talenti azzurri che hanno vinto tra Motomondiale, Superbike e Supersport. E’ mancato di pochissimo il guizzo in Moto3, dove Dennis Foggia e Andrea Migno comunque con un podio hanno confermato il loro stato di grazia. Per il resto però sono emersi due grandi talenti: in MotoGP Enea Bastianini, al secondo centro in 4 gare, che lo ha proiettato di nuovo davanti a tutti in classifica, e in Moto2 Tony Arbolino, atteso all’anno della consacrazione e che, passo dopo passo, è arrivato tra i migliori.

Enea Bastianini e Tony Arbolino (foto Ansa)
Enea Bastianini e Tony Arbolino (foto Ansa)

Parliamo di un classe ’97 e di un 2000, che in comune non hanno solo le spiccate doti velocistiche e la faccia da bravi ragazzi, ma anche qualcos’altro. Ed è il manager. Ma non è uno qualunque, è IL manager per eccellenza, che ha rifornito per decenni il Motomondiale di talenti italiani. Parliamo di Carlo Pernat.

Bastianini e Arbolino, la nuova “nidiata” di Pernat

Ma che due come Bastianini e Arbolino emergessero non c’erano dubbi. Non solo perché le qualità le hanno, ma soprattutto perché a scoprirli e a portarli avanti è stato quel Carlo Pernat che di piloti di talento se ne intende. E’ un dono che ha da sempre e che non ha mai ostentato, perché abituato a lavorare e ad alimentare una passione infinita per questo sport. Senza nessuna gloria personale.

Figlio di un dirigente della filiale genovese della AGIP, “Carletto”, come viene chiamato da chi è nell’ambiente, ha iniziato subito con Piaggio ma nel settore marketing e analisi, per passare poi alle pubbliche relazioni e all’ufficio stampa. Ed è qui che nel 1979 ha cominciato il suo lungo viaggio nel mondo delle corse. Prima con Gilera, del quale ha assunto l’incarico del reparto corse fuoristrada, poi dal 1984 al 1990 in Cagiva, dove è stato direttore generale delle attività sportive e ha portato a casa due mondiali di cross nel 1985 e nel 1986.

Su pressione di Ivano Beggio poi Pernat ha intrapreso la carriera in Aprilia, dove ha continuato a vincere e sfornare talenti a raffica. All’inizio Loris Reggiani, poi un altro Loris, Capirossi, suo grande pupillo, per non parlare di Alessandro Gramigni ma soprattutto Max Biaggi e Valentino Rossi. Grazie alla sua guida, tutti sono arrivati in alto a vincere qualcosa. Ha praticamente allevato più generazioni di fenomeni lui che chiunque altro nel paddock. E lo ha fatto anche dopo l’addio al reparto corse Aprilia nel 1998. Pernat infatti come procuratore ha preso sotto la sua ala protettiva altri piloti di sicuro talento come Niccolò Canepa, Andrea Iannone, Marco Simoncelli, fino ad arrivare ai giorni nostri con Enea Bastianini e Tony Arbolino.

La “Bestia” è esploso definitivamente in questo 2022, ma non c’erano dubbi sulle sue qualità. Due volte sul podio a fine anno in Moto3, poi in Moto2 la crescita progressiva che lo ha portato nel 2020 al titolo iridato, che gli ha aperto le porte della MotoGP. E già al primo anno, da rookie, ha sorpreso per la sua crescita. E adesso la fioritura definitiva, che lo ha reso nuovo eroe Ducati e che con Pecco Bagnaia potrà dare la caccia a quel titolo che alla Rossa sfugge dal 2007. “Negli occhi di Enea quella volta ho visto il fuoco delle corse, è una cosa che non hanno tutti, anzi, è una cosa che è proprio rara”, ha confessato proprio il suo procuratore.

Il caso di Arbolino poi è ancor più emblematico. Sin da ragazzino è stato subito molto bravo, ma grazie anche alla sapiente mano di Pernat è riuscito a maturare con calma, senza troppe pressioni. E nel 2020 è venuto fuori conquistando il titolo di vicecampione in Moto3. Dopo un anno di apprendistato, ora è pronto a essere protagonista in Moto2. E di lui non ha mai avuto dubbi Pernat, che ha sempre raccontato di avere tra le mani un “talento mostruoso”: “Dopo la morte di Marco Simoncelli, mi sono detto che il numero perfetto sarebbe stato due. Con due puoi lavorare bene, puoi concentrarti solo sulle loro esigenze e Tony è stato, dopo Enea, quello che mi ha convinto di più”.

Adesso però, dopo le lodi giuste, tocca a loro confermarsi. Ma con una guida come Pernat, c’è da scommettere che possono arrivare decisamente in alto.

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