Binotto parla dell’attentato: ecco come sono andate le cose con i piloti

La lunga notte della F1 si è conclusa con la decisione di proseguire con il weekend saudita. Ecco cosa ha raccontato Binotto sul meeting.

La prima giornata di attività sul tracciato di Jeddah è stata stravolta dall’attacco missilistico perpetrato dai ribelli dello Yemen che tra i cinque obiettivi colpiti, hanno scelto la base petrolifera dell’Aramco, a 20 km dalla pista dove si stavano svolgendo le FP1 della F1.

Mattia Binotto (Ansa Foto)
Mattia Binotto (Ansa Foto)

Nella serata di venerdì la FIA con il presidente Mohammed Ben Sulayem, Liberty Media rappresentata dal patron Stefano Domenicali, i team principal e i piloti si sono incontratati per discutere il da farsi e alla fine la decisione, scontata, è che lo show deve sempre e comunque andare avanti. Un’affermazione, che a chi lo spettacolo lo fa guidando non è piaciuta.  Specialmente al duo Mercedes e a Fernando Alonso, convinti che la scelta migliore sarebbe stata salutare e tornare a casa.

Piloti ignorati. Mattia Binotto spiega perché

Intervenuto in conferenza stampa per spiegare i motivi che hanno spinto il Circus a fare orecchie da mercante davanti alle richieste dei corridori, il boss della Ferrari ha cercato di annacquare le voci di divergenze tra le aprti.

I driver si sono riuniti dopo l’episodio perché c’erano delle preoccupazioni, da tradurre però in considerazioni“, il suo commento. “Noi come diregenza abbiamo ricevuto rassicurazioni dalle autorità e le abbiamo riportate ai nostri ragazzi. I colloqui sono stati lunghi e trasparenti. Credo dunque che abbiano capito che era importante restare qui e correre e che lasciare il Paese non sarebbe stato giusto“.

Il fattore economico e organizzativo hanno quindi prevalso sui timori relativi alla sicurezza dello staff non solo della massima serie, ma anche delle altre categorie, a differenza di quanto avvenne in Australia nel 2020 quando, lo scoppio della pandemia, portò le tremila persone della carovana a rientrare in Europa senza neppure aver acceso i motori.

Malgrado le buone parole e i tentativi di far finta di niente, la paura di un nuovo evento del genere è ancora presente nel paddock. “Nel caso ci dovessero essere delle novità ne riparlaremo e valuteremo la situazione“, ha infine dichiarato l’ingegnere italo-svizzero.

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