Ferrari, Carlos Sainz è rimasto terrorizzato: “Ero nelle mani di Dio”

Carlos Sainz racconta della pericolosità di far partire la gara in Giappone e di come lui stesso sia stato in serio pericolo.

Alcuni appassionati hanno scritto e detto chiaramente di non essere d’accordo con il fatto di far partire regolarmente il GP del Giappone alle 7 italiane di domenica mattina. Le condizioni probabilmente non c’erano ed infatti, dopo pochi giri c’è stata bandiera rossa. Chi ha rischiato di farsi seriamente male in pista, è stato il pilota Ferrari, Carlos Sainz. Per lui, solo pochi secondi di gara e poi il crash.

Carlos Sainz (Ansa Foto)
Carlos Sainz (Ansa Foto)

Vero che i piloti portano a casa stipendi di un certo tipo (ecco quello di Sainz), ma rischiare la vita per le alte velocità è un conto e mettersi letteralmente in serio pericolo per una partenza fatta nella pioggia fitta e senza vedere, un’altra. Avranno preso la giusta decisione nei piani alti? Intanto non solo lo spagnolo è stato costretto a fermarsi subito, ma anche Alex Albon.

Come Carlos Sainz è rimasto pericolosamente in pista

Sul web, diversi video ripresi dalle tribune, che fanno capire con le immagini ai tifosi, quanto sia stato in pericolo il numero 55 in pista. Non solo, infatti, il classe ’94 non era in grado di vedere granché, come diversi colleghi, a causa dell’acqua innalzata dalle vetture precedenti, ma la stessa acqua poi, avrebbe reso la scivolata della Ferrari molto più veloce, fino a produrre non solo un forte impatto, ma il rimbalzo della monoposto stessa, finita di nuovo in pista.

Diverse vetture infatti, come vedremo dalle immagini, sono poi passate a pochissimi centimetri da Carlos, che per fortuna oggi è qui a raccontarci tutto tranquillamente. Ma con parecchia fortuna, questo bisogna dirlo. E così, dopo l’allarme razzismo, la F1 dovrebbe porsi anche qualche domanda su chi prende decisioni, spesso avventate. “Sono cose che succedono ma la verità è che non vedevo niente. Ho provato a uscire dalla scia di Perez, ma ho fatto testacoda. In queste condizioni ci sono tanti problemi, tra i primi la visibilità perché con queste macchine non vedi niente”, ha spiegato Sainz appena è finito il suo GP.

Pochi secondi in cui ti rendi perfettamente conto di poter essere preso in pieno da un momento all’altro. E quindi in quei casi, non conta neanche più la bravura del pilota, puoi affidarti solo ai riflessi dei tuoi colleghi ed a qualche altra cosa, come spiega proprio il nativo di Madrid: “È tutta fortuna quando non vedi, ma l’intermedia porta anche tanto acquaplaning. Poi dopo l’incidente ero fermo a metà pista, non sapevo se gli altri piloti mi avessero visto o meno ed ero nelle mani di Dio. Effettivamente spaventoso, il racconto del ragazzo spagnolo.

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