Dovizioso senza veli: ecco il vero problema della Yamaha

Andrea Dovizioso fortemente deluso dopo la gara di Austin: la Yamaha M1 presenta un problema che al momento sembra invalicabile.

Il fine settimana di Austin si è rivelato ancora una volta complicato per Andrea Dovizioso e la sua Yamaha. Pesa non poco il 15° posto finale, ottenuto al termine di una sfida con Franco Morbidelli, con il pilota del team factory penalizzato di una posizione per aver toccato il green nel giro finale. Un duello passato in secondo e terzo piano perché il distacco di 29″ dalla vetta lascia intendere le difficoltà che sta attraversando il marchio di Iwata.

Andrea Dovizioso (foto Ansa)
Andrea Dovizioso (foto Ansa)

Persino Fabio Quartararo, che resta il pilota di riferimento, si è dovuto accontentare della settima piazza finale, superato anche da un Marc Marquez che arrivava dall’ultima posizione. Le problematiche della M1 sono ormai note da tempo: mancanza di velocità sui rettilinei e di aderenza al posteriore. Quest’ultimo problema è stato sollevato da subito da Andrea Dovizioso al suo arrivo nel box satellite, ma neppure su questo gli ingegneri giapponesi hanno saputo dare una risposta durante l’inverno.

Dovizioso e i problemi della Yamaha

La situazione del 36enne forlivese non è certo semplice. Dopo le cinque gare del 2021 con la M1 e le prime quattro del 2022 non ha ancora centrato una top 10 e il feeling con la moto è ancora lontano dall’essere raggiunto. “Non ho nulla di nuovo da dire, sappiamo bene perché non siamo competitivi e cosa dobbiamo fare di diverso“, ha affermato Andrea Dovizioso dopo la gara di Austin. “Stiamo faticando così tanto che alla fine non funziona nulla e non siamo certo contenti“.

Il tre volte vice campione del mondo sottolinea come il deficit di aderenza al posteriore sia la problematica principale. “Lo sto dicendo dallo scorso anno a Misano e da allora la moto non è cambiata. Il nostro problema è la mancanza di grip“. A ciò si aggiunge il fatto che Dovizioso non riesce ancora a guidare questa moto come dovrebbe, il suo stile di guida richiede delle modifiche radicali che richiedono un tempo indefinito.

Nei giorni a venire Andrea proverà a visionare i filmati dei suoi colleghi di marca e a confrontarli con la telemetria, per capire come limare decimi in curva con questa moto. “Se guidi come Fabio sei più veloce, ma non basta per essere in vetta. Si vede che ha più problemi rispetto alla scorsa stagione“.

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