Tutti vogliono la F1: i circuiti di mezzo mondo a caccia di un posto

A Sakhir è andata in scena una prima riunione di Liberty Media, che ha confessato la grande richiesta per entrare in F1 da parte di diversi Paesi.

Dopo due stagioni davvero dure, complice il Covid-19 che ha stravolto calendari e presenze, la F1 per questo 2022 è pronta a ripartire più forte che mai. E i primi dati sulla stagione che sta per iniziare sono incoraggianti. Ne ha parlato Liberty Media alla stampa proprio nell’ultima parte dei test di Sakhir, dove ha chiamato a raccolta tutti i promoter delle gare previste quest’anno ed i rappresentanti delle emittenti televisive che detengono i diritti televisivi del campionato Mondiale.

Le monoposto di F1 poco dopo il via (foto Ansa)
Le monoposto di F1 poco dopo il via (foto Ansa)

A illustrare tutte le novità del 2022 è stato il padrone di casa, Stefano Domenicali, amministratore delegato di Liberty Media, che ha ammesso come molte date già in calendario siano vicine al sold out fin da ora, segno che la voglia di F1 è in decisa crescita.

F1, un 2022 da record. In tutti i sensi

Sarà dunque un 2022 all’insegna del ritorno ai valori pre-Covid per quanto riguarda il pubblico sugli spalti. O almeno questo è quello che si augura il Circus. Il 2021 ha visto una ripresa importante, anche se la pandemia ha condizionato ancora molte tappe del Mondiale. Alla fine 2,69 milioni di persone si sono recate ai weekend di gara: si tratta di un numero inferiore rispetto ai 4,16 milioni del 2019 ma comunque importante, visti i valori prossimi allo zero fatti segnare nel 2020.

Ma il 2022 si prospetta ancor più interessante. Merito della sfida Verstappen-Hamilton dello scorso anno ma anche del cambio di regolamento, che dovrebbe favorire una lotta tra più piloti. Almeno questo è quello che spera Liberty Media. Di sicuro l’entusiasmo del pubblico è già alle stelle, ma a confermare questo trend di crescita sono anche gli sponsor che spingono per entrare in F1. L’ultimo in tal senso riguarda l’impresa statunitense di cloud computing Salesforce, che è pronta a firmare un accordo vicino ai 100 milioni di dollari complessivi.

Ma soprattutto chi si sta muovendo in maniera febbrile in queste settimane sono i promoter, che spingono già ora per assicurarsi un prolungamento contratto per i propri circuiti. Imola in tal senso ha già fatto il colpo, firmando un contratto con la F1 fino al 2025 per 25 milioni di dollari all’anno con un ritocco a crescere di stagione in stagione. Quest’anno arriverà il GP a Miami, ma gli Usa già spingono per far entrare in calendario anche Las Vegas, dove si sono corsi due GP nel 1981 e nel 1982.

Ma sono tanti a bussare la porta in F1. Il prossimo anno infatti si prospetta un ritorno del Gran Premio di Cina e del Qatar, con quest’ultimo che si è già candidato per sostituire quello di Sochi recentemente annullato per la guerra in Ucraina. Tra i candidati c’è anche il Nurburgring, ma la proprietà russa del circuito mette a rischio ora non solo il futuro in F1 ma anche in tutte le altre categorie.

Certo è che il limite di 25 GP all’anno è un bel problema, perché con tante richieste c’è il rischio che qualcuno “perda la poltrona”. Come il GP di Francia, con il contratto del Paul Ricard che è fortemente in bilico. Anche Spa-Francorchamps spinge per il rinnovo, che ancora non arriva, ma sembra difficile che un circuito così iconico possa non esserci in futuro. Anche perché, secondo i primi dati, la prevendita per l’appuntamento del 2022 è già vicina al sold-out. Occhio però, perché con tanti nuovi Paesi che si propongono, qualcuno davvero potrebbe essere fatto fuori.

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