F1, cosa manca alla Ferrari? Ecco il segreto della Mercedes

Nella lunga rincorsa al team di Brackley, la Scuderia Ferrari deve migliorare sotto un aspetto fondamentale, evidenziato da James Allison.

Ferrari e Mercedes (GettyImages)
Ferrari e Mercedes (GettyImages)

La Mercedes continua ad essere la vettura da battere. La Red Bull Racing motorizzata Honda si è molto avvicinata all’eccellenza del team teutonico, ma la classifica costruttori vede le frecce d’argento saldamente al primo posto della graduatoria.

La squadra capitanata da Toto Wolff è riuscita nell’impresa straordinaria di aggiudicarsi sette campionati consecutivi, battendo il record della Ferrari di Schumacher. Un dominio che non appresta a concludersi, considerato il vantaggio di 36 punti in classifica costruttori sul team austriaco. La Mercedes ha molti segreti, ma uno in particolare sta aiutando la squadra a fare la differenza.

Ferrari, spettatore dei successi Mercedes

Mentre le frecce d’argento possono continuare a sorridere, a Maranello non arriva una vittoria da oltre due anni. La Rossa ha evidenziato dei grossi limiti nelle ultime stagioni, che hanno condizionato le ambizioni di Charles Leclerc e Carlos Sainz. I piloti hanno raramente potuto battagliare con le Mercedes. Storicamente la Ferrari fa fatica a mandare in temperatura le gomme, aspetto di primaria importanza nella F1 di oggi.

James Allison, ex tecnico della Ferrari e ora alla Mercedes, ha affermato che uno dei vantaggi della W12 rispetto ai rivali risiede proprio nella gestione ottimale delle gomme Pirelli.

Allison ha confessato: “Uno dei nostri ingegneri ha spiegato che le nostre gomme avevano sempre una temperatura ‘magica’, non troppo calde, non troppo fredde, su un asfalto particolarmente esigente”.

Il riferimento è al GP di Turchia, dove la Mercedes ha rubato la scena. La Red Bull, invece, ha fatto molta fatica sull’asfalto dell’Istanbul Park. La RB16B pare soffrire gli asfalti meno abrasivi. La Ferrari, al contrario, è inspiegabilmente veloce su piste dove non si aspetta di esserlo. L’analisi dati, infatti, rappresenta un altro dei talloni di Achille del team, argomento sempre caldo delle riflessioni post GP di Mattia Binotto.

Sulle mescole dure le frecce d’argento volano, ma il GP di Turchia ha messo in luce che le performance migliori non riguardano solo il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, ma coinvolgono anche l’uscente Bottas. Il finlandese è riuscito a vincere la sua decima gara in carriera in terra turca, imponendo un ritmo insostenibile per Max Verstappen e Charles Leclerc.

“In Turchia è stata una ottima prestazione e la vettura è sembrata ben bilanciata e non abbiamo sofferto di sottosterzo – ha aggiunto James Allisonnon penso però che queste sensazioni si potranno riflettere automaticamente nelle prossime gare”.

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È la speranza di Max Verstappen e di tutta la Red Bull Racing che, nelle ultime sei corse della stagione, si augurano di poter sfidare ad armi pari la corazzata teutonica. Il mondiale è ancora apertissimo, ma la massima resa della W12 sulle gomme Pirelli continua a fare una clamorosa differenza.

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