F1, furia Red Bull contro la FIA: arriva la pesante accusa

F1, dopo Abu Dhabi, ancora scontenti tutti. Stavolta infatti, a prendersela con la FIA è la Red Bull, vediamo perché.

Non terminerà mai il Masi-gate, con il Max Verstappen a cui manca pochissimo per andare in pista da campione del mondo in carica, e chissà che per quel giorno qualcosa si sarà finalmente spento. Intanto stavolta, si è fatta sentire la Red Bull.

F1 Red Bull (Getty Images)
F1 Red Bull (Getty Images)

La società austriaca non pensa solo al faraonico rinnovo del pilota olandese, ma anche di difendersi dalle accuse, per un presunto aiuto nella famosa Gara di Yas Marina. Da allora, quasi non c’è un giorno in cui non si parli del direttore di Gara, senza parlare delle continue accuse della Mercedes e del silenzio prolungato di Lewis Hamilton.

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F1: ora anche la Red Bull contro la FIA

E cosa fa allora la scuderia con i tori rossi nel logo? Accusa qualcuno a sua volta. Attraverso la voce di Jonathan Wheatley, ovvero il direttore sportivo della Red Bull Racing, ha infatti fatto capire alla Federazione, che anche verso di loro, era stato commesso qualche errore. Chissà che non sarà tutta una strategia per apparire come ulteriori vittime, intanto capiamo cosa sarebbe stato errato.

Wheatley ha spiegato in un’interivsta a The Jack Threlfall Show, che infatti ad Abu Dhabi, sarebbe stato fatto un madornale errore e cioè, render noti i colloqui radiofonici tra la FIA e Michael Masi, con quest’ultimo che intanto conosce già qualche scenario per il suo futuro, di cui maggior parte non gli faranno piacere. Tornando a cosa tutti hanno saputo e cioè quali fossero i pensieri ad alta voce dell’arbitro F1, ecco cosa ha spiegato il Ds Red Bull.

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“Personalmente penso che sia stato un errore trasmetterle, penso che noi come squadre abbiamo sostenuto Michael e Michael ci ha aiutato. – Ha ammesso il team manager britannico – Abbiamo lavorato insieme in modo collaborativo. Tutto questo ha funzionato molto bene. Il problema è che un modo di fare collaborativo muore quando viene trasmesso in tv“. In pratica secondo l’uomo degli austriaci, i dialoghi dovrebbero restare privati, ma a quel punto ne perderebbe lo spettacolo, con la sete di sapere degli appassionati, che probabilmente convinceranno le tv a non accontentarlo in futuro.

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