L’ex pilota di Formula1 si aspetta di tutto dall’ultima Gara in programma il 12 dicembre e rivela cosa non vuole da Verstappen.
Pilota di Formula1 dal 1984 al 1996, Martin Brundle conosce bene le dinamiche della pista. Adesso il britannico lavora per Sky nel suo Paese e non si tira certo indietro quando gli viene chiesta qualche opinione, anche scomoda, come quella pre-Arabia su Sebastian Vettel.
Ovviamente a tenere banco adesso, sono gli scontri tra Hamilton e Verstappen. L’olandese in Arabia Saudita ha subito diverse penalità e ciò che è sconcertante, è che se finissero fuori sia lui che il rivale, tra tre giorni ad Abu Dhabi, sarebbe il classe ’97 a vincere il Mondiale. Purtroppo lo scenario è difficile, ma non impossibile. Ecco cosa ne pensa Brundle.
Verstappen rischia di vincere senza merito
Il pilota britannico con 165 GP alle spalle, spiega che i piccoli contatti sarebbero dovuti anche al design delle piste odierne e delle scappatoie. “Inoltre, le regole sportive semplicemente non possono contenere il modo in cui Verstappen sta scegliendo e ha bisogno di correre in questo momento”, spiega il classe ’59.
Perché vincerebbe Verstappen in casa di punti pari: perché l’olandese al momento è in vantaggio di vittorie: 9-8 su Hamilton. Ovviamente, se vincesse Hamilton, i punti cambierebbero e quindi di questo non ci sarebbe più bisogno. “Tali sono controllo ed astuzia con cui Max guida che a volte è capace di fare mosse audaci e lasciare un margine di dubbio sul fatto che sia una gara dura o semplicemente antisportiva. Sono quei momenti, come quello che è successo alla curva 4 in Brasile, che stanno generando la confusione, le polemiche e le incongruenze”, dice il commentatore Sky.
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Certo, al momento Verstappen non gode della simpatia della critica. Dopo Mathias Lauda, anche Brundle ha detto la sua sull’olandese. Il britannico ha ammesso di aver spesso difeso il classe ’97, ma ora previene un possibile incidente nel finale e spiega: “triste che stia ricorrendo a quelle tattiche […] sarebbe un peccato se lasciasse un’eredità in cui è stato etichettato come un pilota sleale. Ayrton Senna e Michael Schumacher hanno fatto cose simili, e sono stato vittima di entrambi”.