Ferrari, Binotto vicino al licenziamento? L’ex presidente si espone

La Scuderia Ferrari, ancora una volta, è costretta a leccarsi le ferite per un’altra stagione sotto tono. Non è bastata una vettura di alto profilo per raggiungere gli obiettivi prefissati da Elkann e Binotto.

La stagione 2022 della Ferrari si è rivelata l’ennesima illusione. Si sarebbe dovuto aprire un capitolo nuovo, fatto di una rinnovata competitività per puntare ad un grande ciclo vincente. I tecnici a Maranello hanno sacrificato due stagioni, sia la 2020 e la 2021, per puntare tutto sul nuovo regolamento con le nuove vetture a effetto suolo. Inizialmente il progetto appariva essere vincente, ma poi sono riemersi i soliti problemi cronici del Cavallino. Errori strategici, problemi di affidabilità e l’incapacità di saper sviluppare la vettura nella seconda parte di stagione, nonostante una base ottima.

Mattia Binotto (Ansa Foto)
Mattia Binotto (Ansa Foto)

Di sicuro nelle prime battute del campionato, Leclerc ha dimostrato di poter trarre il massimo dalla F1 – 75. Nelle prime uscite stagionali il monegasco volava nei tratti misti e riusciva anche tenere il passo della concorrenza sul dritto. L’auto ha iniziato a palesare i primi limiti strutturali con le avarie tecniche che hanno condizionato l’ascesa del #16. Era chiaro che la Rossa avrebbe dovuto puntare con insistenza sul ventiquattrenne, ma anche sul piano delle gerarchie, si sono fatti errori che hanno permesso a Verstappen di prendere il largo. CL16 ha vinto tre corse, ma avrebbe potuto conquistare almeno il doppio dei successi. Il muretto ha commesso tanti errori di strategia che hanno danneggiato Leclerc, in particolare a Monaco, Silverstone e Hungaroring.

Persino a Spa, nonostante la forza della RB18, gli strateghi hanno sbagliato tattica, con quell’assurdo pit stop per ottenere il giro veloce in gara che era impossibile da raggiungere data la netta superiorità di Verstappen. In Olanda i meccanici hanno commesso un altro pasticcio clamoroso al pit con Sainz. Se poi si considerano anche gli errori di guida dei piloti, il disastro è completo. Sia il monegasco che lo spagnolo non sono stati esenti da colpe, con sbavature evitabili alla guida, tuttavia gli errori della squadra si sono rivelati ben più determinanti. E’ palese che la Ferrari non è ancora all’altezza della Red Bull Racing. Negli anni scorsi il punto di riferimento è stata la Mercedes, campione per otto anni di fila, e la Rossa è stato impotente. Mai una volta è riuscita a lottare fino all’ultima tappa di un mondiale nell’era ibrida della F1. Il team di Maranello, nonostante gli anni trascorsi, continua a commettere sempre errori clamorosi. Di questo passo non potrà mai battere squadre vincenti e super organizzate come quelle di Red Bull e Mercedes.

Binotto out, la vera soluzione?

Sui social network spopola da tempo il #Binottoout, ma di fatto basterebbe la cacciata del team principal per risolvere tutti i problemi del Cavallino? Ovviamente un team di F1 non è come una società di calcio, non basta cambiare l’allenatore, per cambiare musica in campo. La pista è un affare ben più complesso. Il successo dipende da svariati fattori, anche politici. Nella stanza dei bottoni, sin qui, l’ingegnere di Losanna non ha dimostrato di avere il carattere giusto per rapportarsi a personalità come Wolff e Horner, rispettivamente a capo di Mercedes e Red Bull Racing. Binotto, inoltre, sul piano della gestione dei piloti ha creato confusione, sia tra Vettel e Leclerc che tra l’attuale coppia di driver, credendo nella possibilità di non avere ad inizio anno un numero 1. F1, Verstappen come Valentino Rossi? L’olandese ha una certezza

Non la penso nel medesimo modo, Luca Cordero di Montezemolo. L’ex Presidente della Ferrari, sostituito da Sergio Marchionne prima e da John Elkann poi, ha sempre impostato le sue squadre con un pilota di punta e una seconda guida a supporto. L’epopea Rossa, con sei titoli costruttori consecutivi, è nata anche grazie al lavoro sincronizzato di uomini che sapevano cosa dovevano fare in pista. Troppo spesso Leclerc e Sainz rimangono spiazzati dalle decisioni o dalle mancate decisioni del muretto. Mattia Binotto è sempre più sotto pressione alla Ferrari. L’italiano ha avuto il tempo di plasmare la squadra a suo piacimento, ma fin qui i risultati non sono arrivati. Non ci si può nascondere dietro al ritornello di una squadra giovane che deve crescere ed imparare. Ogni anno che passa è uno in più in cui imparano anche gli avversari. E’ un loop infinito di scuse e, intanto, anche il 2022 è quasi giunto al termine. La Ferrari ha gettato la spugna: ecco perché la stagione è finita.

Come può la Ferrari uscire da questa situazione? Servirebbe un cambio di mentalità e, probabilmente, affiancare alle persone (in difficoltà) attuali dei nuovi membri. Dei “pistaioli” li definì Arrivabene, persone in grado di fare la differenza sulla base di una lunga esperienza pregressa. “La Ferrari è semplicemente la squadra che riceve più attenzione mediatica. Alla Ferrari non viene perdonato nulla perché è la Ferrari. Ora dobbiamo solo capire perché sono stati commessi degli errori”, sentenziò Montezemolo al magazine francese L’Equipe. L’ex Presidente della Ferrari dubita che le dimissioni o il licenziamento di Binotto possano aiutare. Tuttavia, l’italiano crede che sia necessaria una nuova dinamica all’interno della squadra per garantire un cambiamento sensibile in vista del 2023.

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