La Ferrari ha messo il “turbo”: ecco perché può volare in Messico

La Ferrari va all’attacco del terzo posto della McLaren in classifica, ma per la prossima gara le aspettative sono alte. Ecco il motivo.

Ferrari (GettyImages)
Ferrari (GettyImages)

In casa Ferrari si guarda con moderato ottimismo al prossimo appuntamento stagionale, previsto per domenica prossima in Messico. La F1 tornerà all’Autodromo Hermanos Rodriguez dopo un anno di assenza, visto che nel 2020 non si corse per le limitazioni legate al Coronavirus.

La situazione sta tornando alla normalità, ed anche a Città del Messico ci sarà molto pubblico sugli spalti. La rossa è in un buon momento dal punto di vista tecnico, con il nuovo ibrido che è stato introdotto sulla power unit dalla Russia che sta fornendo ottimi riscontri. Sia in Turchia che negli Stati Uniti, la SF21 è stata nettamente superiore alla McLaren.

Specialmente ad Istanbul però, la Ferrari non ha raccolto il massimo. Charles Leclerc era agevolmente in terza posizione, ma una strategia troppo azzardata non gli ha consentito di ottenere il secondo podio stagionale dopo la piazza d’onore di Silverstone. Ad Austin invece, il monegasco ha chiuso con oltre venti secondi di margine sulla McLaren di Daniel Ricciardo, portando la Scuderia a 3,5 punti dal team di Woking.

La sfida per il terzo posto tra i costruttori si è riaperta del tutto, dopo che la doppietta delle frecce arancioni a Monza sembrava aver messo la parola fine sull’inseguimento della squadra modenese. Anche Lando Norris ha sottolineato i passi avanti della rossa, dichiarando che ora è evidentemente superiore alla sua McLaren.

Ferrari, in Messico si punta molto in alto

La Ferrari arriva in Messico consapevole di trovarsi su un circuito piuttosto favorevole. Ci sono due lunghissimi rettilinei che potrebbero far emerge quel piccolo gap che ancora separa la SF21 da Mercedes e Red Bull Honda, ma l’altitudine a cui si corre può diminuire la differenza prestazionale.

La pista è posizionata ad oltre 2000 metri, cosa che permette una grande rarefazione dell’aria. Storicamente, le Mercedes qui non si sono mai esaltate, mentre il team di Milton Keynes ha fatto sempre bene. Due anni fa, Lewis Hamilton vinse grazie alla penalizzazione in griglia di Max Verstappen, approfittando di una strategia suicida di Maranello che relego Sebastian Vettel e Charles Leclerc al secondo e quarto posto.

Piloti Ferrari, Sainz e Leclerc (GettyImages)
Piloti Ferrari, Sainz e Leclerc (GettyImages)

Il tratto centrale della pista è molto guidato, con una serie di curve lente ed altre più veloci che dovrebbero ben sposarsi con le caratteristiche della monoposto italiana. Le ultime parti del tracciato sono caratterizzate dal passaggio nello stadio del baseball, dove c’è un vero e proprio tornante ed una svolta a 90 gradi, ideali per Red Bull e Ferrari.

La rossa può diventare arbitro del mondiale

Qualora le buone premesse della vigilia dovessero essere confermate, Charles Leclerc e Carlos Sainz potrebbero inserirsi tra gli sfidanti per il titolo. Il passo gara mostrato ad Austin dal monegasco era stato eccellente, specialmente nella seconda parte di gara con gomme Dure e macchine più scarica di carburante.

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La vettura continua invece a faticare maggiormente nelle prime fasi, quando si gira con mescole più morbide e pieno carico di benzina. Il long run del #16 è stato comunque incoraggiante, e Città del Messico è una pista ben più accomodante rispetto ad Austin. Probabilmente, la SF21 non dotata del nuovo sistema ibrido sarebbe stata doppiata sul tracciato statunitense, ma i miglioramenti sono stati evidenti.

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