F1, Marko torna su Abu Dhabi e su Masi: le sue parole spiazzano

In attesa del resoconto dell’indagine avviata dalla FIA sui fatti di Abu Dhabi, il talent scout Red Bull F1 Marko dice la sua su Masi.

Il mondiale 2021 di F1 si è concluso da due mesi, eppure non smette di far discutere. Al contrario, è sempre più alta l’attesa per la prima risposta, alle tante domande sollevate a Yas Marina e successivamente, in merito a quanto avvenuto nelle fasi calde della corsa.

F1, Helmut Marko (GettyImages)
F1, Helmut Marko (GettyImages)

Sul circuito degli Emirati si sono verificati degli episodi che hanno fatto storcere il naso: alcune comunicazioni radio tra la direzione gara e i muretti di Mercedes e Red Bull, ma soprattutto una gestione anomala dei doppiaggi e della Safety Car.

A questi interrogativi si prepara a rispondere la Federazione Internazionale che, sollecitata dal nuovo presidente Mohammed Ben Sulayem, si è impegnata nella raccolta di una serie di dati e informazioni da comunicare alle scuderie iscritte. Ma se il 14 febbraio sarà la giornata del report, per avere notizie certe sui provvedimenti bisognerà attendere il 18 marzo, in pratica quando il Circus sarà già in Bahrain per il primo appuntamento stagionale.

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Tra i temi da discutere figura anche quello relativo al futuro del responsabile di corsa, indiziato numero uno per i fattacci di Abu Dhabi, e definito da più di qualcuno come incapace di svolgere un ruolo tanto importante.

Chiamato ad esprimersi sull’australiano, il cacciatore di talenti della Red Bull Helmut Marko lo ha difeso strenuamente, anche perché è grazie al suo intervento che Max Verstappen si è aggiudicato il titolo.

Non è da biasimare. Alla fine ha solo cercato una soluzione“, ha sostenuto al Kleine Zeitung, tornando a quell’ultima decisiva tornata fatta partire dopo il rientro della vettura di sicurezza, entrata in pista per l’incidente occorso alla Williams di Latifi. “Come spesso accade in casi del genere, c’è chi trae più beneficio“.

Per il manager austriaco, il successore di Charlie Whiting non avrebbe potuto agire diversamente. Questo perché a differenza della IMSA americana dove si può prolungare un GP di 3 giri, in F1 non è fattibile a causa delle regole stringenti sul carburante.

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Se il licenziamento sembra essere scongiurato, probabilmente, a partire da quest’anno, il 44enne verrà affiancato da un’altra figura federale per evitare un sovraccarico di compiti e pressioni, inoltre verranno proibiti i colloqui tra team e direzione per scongiurare nuove interferenze.

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