La McLaren lancia l’allarme: questa cosa in F1 non va

In epoca di budget cap, diversi team, tra cui McLaren, hanno espresso la preoccupazione per le “squadre B” e la condivisione dei dati con i top team.

Terminati i test invernali, la F1 si appresta a vivere in Bahrain il primo weekend del Mondiale 2022. Poco tempo per team e piloti per conoscere le nuove monoposto, frutto dei grandi cambiamenti regolamentari approvati due anni fa e al tempo stesso tanto lavoro per conoscere in maniera precisa pregi e difetti delle nuove auto partorite dalla penna dei progettisti. Adesso però è anche tempo di studiare gli avversari e capire se sono state attuate soluzioni “copiabili” o se ci sono delle irregolarità da denunciare. Ma non solo.

Andreas Seidl (foto Ansa)
Andreas Seidl (foto Ansa)

Uno dei temi che è tornato in auge in questi giorni è quello del rapporto dei team più importanti con le cosiddette “squadre B”. L’argomento è tornato di moda ancor di più adesso perché, complici i paletti finanziari introdotti con il budget cap e le ulteriori limitazioni sulle ore da impiegare in galleria del vento, le scuderie più blasonate dovranno per forza escogitare un modo per dialogare in maniera più decisa con i team satelliti e condividere con questi i dati.

“Squadre B”, la McLaren lancia l’allarme

Tra i rapporti più discussi c’è quello tra Ferrari ed Haas, visto che il team statunitense condivide non solo il motore con la Rossa di Maranello ma anche altra tecnologia, oltre a uno dei suoi piloti dell’Academy su cui si punta tanto, quel Mick Schumacher figlio di Michael al secondo anno in F1.

A chiedere maggiori chiarimenti su questo team è stato uno che con la Ferrari è in forte competizione, la McLaren. In particolare Andreas Seidl, team principal della scuderia di Woking, ad Autosport ha affermato, pur non facendo riferimento specifico ad Haas e Ferrari, che queste relazioni che possono esistere all’interno delle normative preoccupano il team. In particolare ha evidenziato come le uniche cose che si dovrebbero condividere tra team sono le power unit e gli ambienti del cambio, mentre tutto il resto deve essere un prodotto fatto esclusivamente al proprio team.

E c’è un motivo per questo: “Perché sappiamo che appena si va oltre, si ha sicuramente un cambio o un trasferimento di proprietà intellettuali che è rilevante per le prestazioni della macchina”. Per Seidl queste sono le preoccupazioni non solo della McLaren ma anche di altre squadre. Ed è ora che la FIA cominci a dare risposte più specifiche su questo argomento per evitare inutili tensioni.

“Spero che a un certo punto faremo dei passi in avanti in tal senso, perché bisogna avere dei limiti chiari su cosa può essere condiviso o meno”, ha tuonato il team principal McLaren. Al tempo stesso si è detto completamente disponibile al dialogo per trovare con FIA e tutti i team una soluzione alla questione.

Sullo stesso argomento è intervenuto anche il team principal della Alpine, Otmar Szafnauer, che in particolare ha messo nel mirino la condivisione dei dati della galleria del vento: “Se sono team partner, tra una pausa e l’altra, gli ingegneri possono chiedere come si sono comportate le soluzioni sperimentate e questo non è un bene”, ha detto l’ex Aston Martin. Team che in passato è stato oggetto degli stessi dubbi per aver condiviso la galleria del vento con la Mercedes. Insomma la discussione è ritornata a galla e vedremo se si arriverà finalmente a una soluzione.

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