Mercedes, un altro guaio: ora la corsa al titolo si complica

La Mercedes ha dimostrato una netta superiorità in termini di velocità in Brasile, ma la cosa non si è riproposta in Qatar. Ecco il motivo.

Mercedes (GettyImages)
Mercedes (GettyImages)

Una sfida all’ultimo sangue quella che sta vedendo come protagoniste Mercedes e Red Bull, con l’equilibrio che regna sovrano. Max Verstappen vanta solo 8 punti di vantaggio su Lewis Hamilton nella classifica piloti, mentre, tra i costruttori, il team di Brackley è a +5 sulla concorrenza.

Oltre che in pista, questo mondiale si gioca tutto a livello politico. Da mesi ormai, tra Toto Wolff e Christian Horner si susseguono attacchi velati, ed il tutto è scoppiato in occasione del Gran Premio del Brasile. Adrian Newey si è presentato in FIA con un lungo dossier che descriveva un’ala posteriore irregolare sulla W12, proprio nel giorno della squalifica di Lewis in qualifica.

Sia ben chiaro, la decisione è stata presa per un’irregolarità al DRS e non per la flessibilità, che la Red Bull aveva messo sotto accusa. Nonostante tutto, Lewis ha rimontato grazie ad una Mercedes in formato spaziale, mettendo con le spalle al muro un Max convinto di avere vittoria e titolo ormai in tasca.

Ad Interlagos, le velocità di punta della W12 #44 erano state spaventose: facendo un confronto nei giri di qualifica, dove si gira al massimo, Hamilton aveva raggiunto i 327 km/h sul traguardo, contro i 318 di Verstappen. Un gap abissale, mentre in Qatar la differenza è risultata nettamente minore. Il sette volte campione del mondo ha sfiorato i 324, ma il leader del mondiale ha toccato i 320 nonostante un’ala posteriore più carica.

Mercedes, l’ala posteriore “magica” non verrà più usata

Per evitare ulteriori polemiche, la Federazione Internazionale ha recentemente imposto dei controlli più rigidi adibiti al controllo della flessibilità delle ali posteriori. Secondo Horner, la Mercedes avrebbe perso quel vantaggio che aveva in Brasile proprio per questo, evitando rischi di ulteriori squalifiche.

La loro velocità di punta in rettilineo era piuttosto anormale nelle ultime gare. Credo che Toto Wolff sia preoccupato quando vede che le sue velocità sono salite senza un motivo evidente dall’estate in poi, ma noi possiamo tirare un sospiro di sollievo. Il Qatar è stata la prima gara, da Silverstone in avanti, in cui siamo stati in grado di essere al loro livello nei punti più rapidi“.

Riguardo ai controlli imposti dalla FIA, il boss della Red Bull ha aggiunto: “Sono soddisfatto ora, è giusto che chi di dovere verifichi che sia tutto al proprio posto. I test introdotti eviteranno che avvenga qualcosa di strano“. La tensione è alle stelle, ma i dati fanno comunque riflettere.

La Mercedes è stata chiaramente davanti in termini di velocità di punta nel periodo recente, che analizzeremo dalla Turchia in poi:

  • Turchia: Mercedes 327,6 km/h      Red Bull 324,1 km/h
  • Stati Uniti: Mercedes 323,3 km/h     Red Bull 318,3 km/h
  • Messico: Mercedes 351,1 km/h     Red Bull 343,2 km/h
  • Brasile: Mercedes 327,5 km/h      Red Bull 318,8 km/h
  • Qatar: Mercedes 323,9 km/h      Red Bull 320,7 km/h

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Come si evince dai dati, il Qatar è, assieme alla Turchia, la pista dove si è vista la minor differenza, mentre è imbarazzante il confronto fatto in Messico ed in Brasile. Jeddah sarà un bel banco di prova, considerando le altissime velocità che verranno toccate nonostante i muretti. E la battaglia politica sembra ben lungi dall’essersi conclusa.

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