Il dramma Ferrari: quel giorno che cambiò la vita di Massa

La Ferrari celebrò l’ultimo mondiale costruttori tredici anni fa. Sembra passata una vita da quando Felipe Massa perse il titolo ad Interlagos.

Ferrari (Getty Images)
Ferrari (Getty Images)

Era il due novembre 2008 quando in Brasile si sfidarono all’ultima curva Felipe Massa e Lewis Hamilton. Sulla scorta di quanto successo nel 2007, il brasiliano credeva nella possibilità di invertire il pronostico ed avere la meglio sul talentuoso anglocaraibico. Felipe Massa conosceva ogni angolo del circuito di casa e fu autore di una gara straordinaria. Pole position, giro più veloce e vittoria senza alcuna sbavatura.

Il pilota della Ferrari doveva solo sperare e pregare che Lewis Hamilton non riuscisse a rimontare nelle ultime concitate tornate del GP. Il pilota inglese, seguito dalla Toro Rosso di Sebastian Vettel, commise un errore clamoroso alla curva Juncao, dando via libera al tedesco. Hamilton scivolò al sesto posto, dando speranza a Massa di aggiudicarsi il mondiale.
Alle spalle del brasiliano Fernando Alonso e Kimi Raikkonen completarono il podio con una gara regolare. La pressione era tutta su Hamilton, che rischiava di perdere il suo secondo mondiale di fila all’ultima gara. Quasi per magia, tra lo stupore anche dei telecronisti di mezzo mondo, il pilota della McLaren superò Timo Glock all’ultimo giro, ottenendo i punti necessari per laurearsi, per la prima volta, campione del mondo.

Felipe Massa fu, sostanzialmente, beffato pochi metri dopo aver tagliato il traguardo, in uno dei finali più palpitanti della storia della F1. A distanza di anni per Felipe quel mondiale fu condizionato dal crashgate di Singapore, una delle pagine più basse del motorsport. Il brasiliano non andò mai più vicino alla conquista di un titolo iridato. Nessuno avrebbe mai immaginato, quel giorno di tredici anni fa, che il peggio si sarebbe consumato negli anni successivi.

Nonostante la delusione per la sconfitta all’ultimo respiro di Felipe Massa, la Scuderia di Maranello riuscì a festeggiare nel 2008 il titolo costruttori. Da quell’anno la Ferrari non ha più vinto nulla nella categoria regina del motorsport.

I numeri della crisi della Ferrari

La F1 va a cicli e questa non è una novità. Dopo i successi della Williams e della McLaren, la Ferrari conquistò nell’era Schumacher sei mondiali costruttori consecutivi. Tornò poi sul tetto del mondo nel 2007 e per l’ultima volta nel 2008, con delle auto figlie della progettazione tecnica degli anni d’oro del Kaiser. Dal 2009 in avanti, la Rossa ha sempre sofferto nel confronto con avversari più innovativi e preparati al cambiamento.

Il dominio Red Bull Racing, con i quattro mondiali di Sebastian Vettel, lasciò agli avversari solo le briciole e dal 2014 ci ha pensato la Mercedes a fare la voce grossa. Il team capitanato da Toto Wolff è stato il primo nella storia a riuscire nell’impresa di vincere sette mondiali di fila, battendo la Ferrari dell’era Schumacher. La Rossa è entrata in un vortice negativo dal quale ancora deve tirarsi fuori. A nulla è bastato l’arrivo di campioni come Fernando Alonso e Sebastian Vettel. Nessuno dei due è stato capace di riportare il Cavallino sul tetto del mondo.

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Oggi il team sta lavorando sodo in chiave 2022, puntando sul nuovo regolamento tecnico e su una coppia di piloti molto giovane. Dopo molti anni a Maranello non vi sono campioni del mondo che hanno scritto pagine importanti del libro della F1. Charles Leclerc e Carlos Sainz sono due ottimi piloti, che però sperano di scrivere la loro storia di successi con la Rossa, riportando la Scuderia ai vertici della categoria. Non sarà facile perché, storicamente, il team italiano non ha mai sfruttato alla grande i cambi regolamentari, ma stavolta non si può più fallire. Dopo tredici lunghi anni la Ferrari dovrà puntare al miglior risultato possibile il prossimo anno, per invertire una rotta che ha demoralizzato tifosi e appassionati della Rossa più famosa al mondo.

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