Valentino Rossi e quell’affinità con Simoncelli: “Ecco perché ci trovavamo”

Valentino Rossi torna sul ricordo di Marco Simoncelli, lasciandoci ascoltare un’ammissione mai avvenuta prima, ecco perché gli piaceva.

Valentino Rossi e Marco Simoncelli (GettyImages)
Valentino Rossi e Marco Simoncelli (GettyImages)

C’è un Valentino Rossi che non abbiamo mai conosciuto. Un Vale che apprezza anche i piloti che come lui, in pista non avevano di certo paura di manovre pericolose e qualche scivolone, insomma i veri rivali per un vincente come lui.

Eppure, il nativo di Urbino, che ora ha lanciato una nuova linea per il suo business, apprezzava quando qualche collega gli dava filo da torcere ed aveva i comportamenti da vincente. Un po’ come il Rossi dei primi anni insomma, quello che sarebbe diventato 9 volte campione del mondo e non per caso.

Rossi dice la verità su Simoncelli

La voce di Valentino Rossi che parla del Sic, dicendo le seguenti parole: Era uno molto aggressivo, Sic. E ci siamo trovati subito!, le potete tranquillamente ascoltare, pop corn alla mano, sulla sedia del vostro cinema preferito. Soltanto tra il 28 ed il 29 dicembre però, perché il nuovo docufilm sulla vita del pilota di Cattolica, sarà nelle sale soltanto per due giorni.

La produzione di Sky, consentirà infatti agli amanti non solo della MotoGP, di rivivere le emozioni non solo dello stesso ragazzo classe ’87, purtroppo scomparso giovanissimo a Sepang nel 2011, ma anche di chi conosceva bene lui ed i suoi segreti, le sue speranze. Valentino anche in altre occasioni, ha raccontato retroscena sconosciuti, proprio su Marco Simoncelli, mentre il film alterna immagini di chi parla, a quelle in pista e non, del simpaticissimo ragazzo emiliano.

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Dietro i sorrisi, gli sguardi da buono del Sic, si nascondeva tanta voglia di vincere, a costo di essere aggressivi, come racconta Valentino, anche contro il proprio carattere. Perché voleva essere campione del mondo, come dice papà Paolo, che all’interno della pellicola, dice qualcosa di davvero commovente: Io lo chiamavo ‘il mio guerriero’, perché lui era eccezionale“. Marco meritava un tributo anche per chi delle nuove generazioni non lo ricorda benissimo, ed ora attende tutti al cinema.

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