Alexander Albon torna in F1 senza la bandiera: cosa è successo?

Alexander Albon tornerà quest’anno in F1 per sostituire Russell in Williams, ma ci sarà un piccolo problema tecnico a rovinare il tutto.

Dopo gli inizi non proprio esaltanti alla guida di Toro Rosso e Red Bull, quest’anno è giunto finalmente il momento per Alexander Albon di tornare in pista con la Williams per potersi riscattare, eppure l’inizio non è dei migliori.

Alexander Albon (GettyImages)
Alexander Albon (GettyImages)

In questi ultimi anni le varie Federazioni hanno aperto una vera e propria caccia al doping, con controlli severissimi e in ogni momento, tanto che qualcuno ha addirittura richiesto una diminuzione della severità nei confronti degli atleti.

Il WADA, l’agenzia Mondiale AntiDoping, non ha però il minimo dubbio sul fatto che la propria strada sia quella corretta da percorrere e tutte quelle nazioni che non hanno intenzione di collaborare stanno rischiando pene severissime.

A pagare più di tutte in questo momento è stata la Russia che può portare i suoi atleti nelle varie federazioni, ma questi non possono essere riconosciuti sotto la propria bandiera e quindi, come nel caso delle Olimpiadi, non possono vincere sentendo risuonare il proprio inno.

Siamo infatti già stati abituati nel vedere una strana bandiera bianca con la scritta “RAF” per simboleggiare la provenienza del pilota moscovita della Haas Nikita Mazepin, ma dall’anno prossimo non sarà il solo.

Alexander Albon torna in F1 dopo un’annata passata a correre con l’Alpha Tauri in DTM, rimanendo così a guardare come terzo pilota nella massima competizione automobilistica, ma quest’anno ha mollato la collaborazione con la Scuderia di Salisburgo per cambiare e passare alla Williams.

Alonso fa la voce grossa su un aspetto della F1: “Devono scegliere i fan”

Avrà il difficile compito di non far rimpiangere George Russell, ma in questo momento non potrà farlo con la sua bandiera thailandese a rappresentarlo, perché anche il Paese asiatico è stato condannato dal WADA.

Corea del Nord, Indonesia e Thailandia bandite dai massimi tornei sportivi

La Federazione Antidoping ha stabilito che Corea del Nord, Indonesia e Thailandia non hanno rispettato le normative Antidoping e in questo momento non sono autorizzate a ospitare campionati regionali, continentali o mondiali per un periodo di almeno un anno, con la squalifica che è iniziata il 7 ottobre del 2021.

La sanzioni più gravi sono per Corea del Nord e Indonesia, dato che nel comunicato si legge come queste nazioni sia stata dichiarate non conformi in quanto non sono state in grado di aver implementato i programmi di test considerati efficaci.

La Thailandia invece ha avuto un altro tipo di richiamo, in quanto non è arrivata alla totale attuazione del Codice Antidoping nell’anno solare 2021 e dunque sembrerebbe che la situazione si possa risolvere negli ultimi mesi del 2022.

La sanzione alle tre nazioni asiatiche è meno dura rispetto alla Russia, dato che momentaneamente non comprende le Olimpiadi, quindi sono salvi quegli atleti che parteciperanno a Pechino 2022, ma per gli atleti è negata la presenza della propria bandiera e del proprio inno nazionale nelle varie gare fino a quando questa squalifica rimarrà in vigore.

Rosberg si scaglia contro Hamilton: parole pesanti dedicate al campione

Albon avrebbe una seconda opzione per poter correre non con un simbolo fantoccio creato dal WADA, perché lui infatti è nato a Londra e possiede così il doppio passaporto, ma la sua intenzione è quella di rimanere fedele alla terra delle sue origini e alla sua Thailandia, così da poter rimanere un simbolo per una nazione intera.

Il tutto sarà ancora da stabilire, ma in questo momento saranno ben due i piloti in F1 a correre senza una bandiera rappresentativa.

Impostazioni privacy