Charles Leclerc e Gilles Villeneuve: ecco perché può essere il suo erede

Charles LeClerc è il nuovo volto della Ferrari e il suo modo di guidare ricorda molto la grinta e la follia che accompagnò Gilles Villeneuve.

Il Predestinato e l’Aviatore, il monegasco e il canadese, il cuore legato alla Ferrari e uno straordinario tocco di follia che ha permesso a entrambi di diventare dei veri e propri idoli di tutti i tifosi della Rossa, ma cosa unisce davvero Charles Leclerc a Gilles Villeneuve?

Gilles Villeneuve e Charles Leclerc (GettyImages)
Gilles Villeneuve e Charles Leclerc (GettyImages)

Mi rendo conto che scomodare una leggenda assoluta della storia della F1 come Gilles Villeneuve sia impresa assai ardua e complicata e qualsiasi tipo di confronto si rischia sempre di non rendere pienamente merito alla grandiosità del pilota canadese.

In questo articolo non voglio assolutamente dare una risposta su chi sia meglio tra i due, risposta che non avrebbe senso dato che a quarant’anni di distanza è troppo cambiata la F1 per poter stabilire chi dei due sia il migliore, ma forse si può quantomeno capire le somiglianze e forse il perché i due non siano poi così diversi.

Iniziamo dal principio della carriera di entrambi, dove per tutti e due la chiamata della Rossa fu fin da subito molto particolare, dato che nessuno aveva un nome particolarmente altisonante per poter sostituire un pilota campione del mondo.

Il ruolo più difficile lo ebbe sicuramente Gilles, che entrò alla fine dell’annata 1977 al posto del neocampione Niki Lauda, avendo disputato in vita sua solamente una gara in F1 con la McLaren.

Charles ha invece dovuto sostituire l’amatissimo Kimi Raikkonen, ancora oggi ultimo vincitore di un titolo piloti con la Rossa, solamente dopo un anno alla guida dell’Alfa Romeo in F1 e dove erano ancora veramente moltissimi i punti di domanda sui due.

Cosa è però che ha portato i tifosi Ferrari a innamorarsi fin da subito di questi due scugnizzi del volante?

Indubbiamente la grande passione che tutti e due hanno sempre mostrato alla guida e soprattutto la voglia di andare sempre e comunque oltre i propri limiti e, ancora più spettacolare, l’obbiettivo di portare la macchina oltre il massimo che possa dare.

Per questo motivo ci si ricorda sempre di quella pazza lotta di Villeneuve con Arnoux a Dijon nel 1979, anche se in quell’occasione valeva solamente per il secondo posto e le due Renault vincenti quel giorno non rappresentavano una minaccia per il titolo del ferrarista Jody Scheckter.

Quel giorno però si doveva fare spettacolo e Gilles ci riuscì perfettamente, esattamente come fece Charles nella sua Montecarlo nel 2019, quando fu costretto a partire dalle ultime posizioni per una disastrosa tattica Ferrari.

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La gara era compressa e allora perché non tentare i sorpassi più folli e assurdi mai fatti nel Principato, come quello realizzato ai danni di Romain Grosjean alla Rascasse, un vero e proprio colpo di genio dettato da una facilità incredibile alla guida.

Una guida spettacolare, ma poco concreta può bastare per vincere il Mondiale?

Se lo scontro con Arnoux è stato forse il momento più alto della storia della F1, il sorpasso a Grosjean è senza dubbio stato quello che riconciliato anche i fan più scettici dal passaggio al motore ibrido, dimostrando come anche oggi il pilota possa fare la differenza.

Questo modo di stare in pista porta a clamore, successo e fama in tutto il mondo, ma può anche essere visto come un buon modo per vincere?

Villeneuve fu fermato dal fato, perché alla fine si sa che muore giovane chi è caro agli Dei, come diceva il commediografo dell’Antica Grecia Menandro, in un tragico pomeriggio a Zolder e non si capì mai se un giorno sarebbe stato in grado di vincere un Mondiale, perché dopo aver accompagnato l’amico e regolare Jody Scheckter alla vittoria nel 1979, nel 1982 doveva essere lui a guidare il carro con Didier Pironi alle sue spalle.

Il francese era però molto più astuto e in certi casi anche più subdolo, come dimostrò il suo successo a Imola quando lo scippò letteralmente al compagno di squadra, ma forse proprio quell’avvenimento avrebbe potuto cambiare l’atteggiamento di Gilles in pista facendola diventare più maturo, allontanandosi da quel personaggio che nel 1981 a Zandvoort si schiantò alla prima curva dopo aver risposto affermativamente alla squadra che gli chiedeva di arrivare solo fino in fondo per testare così il motore nuovo.

Charles da un certo punto di vista è simile e nel momento in cui ha dovuto collaborare ed essere stimolato dalla presenza di una vecchia volpe come Sebastian Vettel ha dimostrato di essere oggi superiore al quattro volte campione del mondo, ma con un quasi pari età come Sainz ha sofferto la grande regolarità dello spagnolo.

PironiSainz sarebbero stati in grado di realizzare certi colpi di genio Gilles e Charles, ma allo stesso tempo probabilmente sono i due che avrebbero potuto vincere con la macchina adeguata, o senza incidenti gravi come nel caso di Didier.

Gilles fu fermato dal fato, Charles per ora ha avuto la limitazione della macchina, ma dovrà farsi trovare pronto e maturo quando la monoposto gli consentirò di fare il definitivo salto di qualità.

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Il cuore dei ferraristi è già pieno di amore per lui, adesso andrà bene anche meno pazzia e più concretezza e basterà guardarsi al proprio fianco per trovare in Carlos un esempio da seguire, ma LeClerc deve essere comunque ringraziato perché ha riacceso nel cuore di molti la gioia di seguire una gara di F1 riportando alla mente i fasti dell’Aviatore Gilles Villeneuve.

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