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Come non finire in mutande: l’importanza del Bankroll Management

Uno degli aspetti più delicati quando si parla con i giocatori di poker è proprio la gestione sana del proprio bankroll, ossia del capitale che abbiamo deciso di destinare al gioco.

Non si contano le storie di giocatori, anche molto in gamba, che di tanto in tanto finiscono broke, ossia in bancarotta. Come accade?
Saper leggere la mano degli avversari, indovinare la giusta strategia per ogni occasione e saper piazzare la puntata corretta sempre nel momento giusto, non è sufficiente a chiudere ogni mese, costantemente, in attivo.

Un vecchio detto diceva che non si può riempire una vasca bucata, non importa quanta acqua ci si versi dentro. Ciò vale, a maggior ragione, se parliamo di capitale da destinare al gioco.

LEGGI ANCHE >> Pot Odds e Outs nel poker: cosa sono e tutti i loro segreti

Cos’è e come si costruisce il bankroll

Il bankroll è il capitale di gioco che abbiamo deciso di destinare al poker. Per “destinare” si intende proprio che per tutte le altre necessità (salvo, ça va sans dire, in caso di vita o di morte) non dovremo assolutamente andare ad attingere da questo portafoglio. Dobbiamo fingere che quei soldi non siano nostri o che siano investiti a lungo periodo in un fondo che ha enormi penali in caso di riscossione anticipata.

Sulla costruzione del bankroll c’è poco da dire, se non di utilizzare solo ed esclusivamente dei soldi che non sono destinati ad altro e che “avanzano”. Per capirci, decidiamo di destinare al bankroll una somma tale per cui se domani si volatilizzasse in un sol colpo, il nostro stile di vita e la nostra serenità non ne verrebbero intaccati.

Perché le fiches devono “essere solo plastica”

Questo punto merita un piccolo approfondimento, perchè al di là della questione etica, è fondamentale che mentre stiamo giocando a poker, le fiches che abbiamo davanti o lo stack del torneo NON rappresentino nella nostra mente soldi reali. Dobbiamo fingere che siano effettivamente come le gemme o i gold di un videogioco e che questi non abbiano nessun legame con il mondo reale e la nostra vita, al di fuori del tavolo.

Questo aspetto è decisivo per poter ragionare con lucidità e prendere la maggior parte delle scelte correttamente, oltre a non trasformare il piacere di un gioco interessante in una tortura mentale ed emotiva.

Bisogna essere stoici durante le nostre sessioni di gioco. Se prendiamo una brutta batosta e in una sola sessione (o addirittura mano) vediamo andare in fumo le vincite di una settimana, in quel momento deve scivolarci addosso per restare focalizzati su quello che stiamo facendo. Piuttosto se vediamo che il nervosismo sta prendendo il sopravvento è meglio pagare qualche buio o ante a vuoto e andare a prendere una boccata d’aria per sbollire e risedersi una volta che siamo nuovamente sul pezzo.

Chiunque giochi da qualche tempo avrà visto qualcuno buttare letteralmente via stack interi in preda al tilt causato dall’alterazione mentale dopo una brutta mano. Per non trovarsi in una situazione del genere, seguire le accortezze che vedremo tra poco farà la differenza sotto questo aspetto, garantito.

Perché il poker non è solo per ricchi

Una corretta e scrupolosa gestione del bankroll, unita ad una strategia di gioco ottimale, può permettere più o meno a chiunque di arrivare a livelli altissimi di gioco. Molti dei volti noti e meno noti del poker che oggi vediamo girare i migliori hotel e casinò del globo, quando hanno iniziato non avevano grandi capitali da investire. Anzi, molti hanno iniziato proprio con poche decine di euro e con disciplina e costanza hanno accresciuto negli anni il proprio bankroll, potendo quindi permettersi di aumentare i livelli di gioco fino alle vette del poker mondiale.

Come nel mondo del lavoro o della finanza chi ha una base finanziaria di partenza superiore farà meno fatica di chi parte senza un euro dal garage di casa, ma sul lungo periodo la disciplina è tutto. Allenarsi a seguire le regole che ci siamo dati anche a livelli più bassi ci insegnerà quelle buone abitudini che ci salveranno dal combinare disastri quando i soldi che girano diventeranno parecchi.

Come si accresce il proprio bankroll e quando aumentare il livello

Non esistono regole rigide su come aumentare il proprio bankroll, cambia molto da persona a persona a seconda di diversi fattori. Vediamo ora una regola generale per quanto riguarda il NL Hold’em CASH GAME:

Bankroll disponibile Limite massimo Buy-in del tavolo
<100€ NL2 (0.01/0.02) 2€
<250€ NL4 (0.02/0.04) 4€
<500€ NL10 (0.05/0.10) 10€
<750€ NL20 (0.10/0.20) 20€
<1500€ NL25 (0.10/0.25) 25€
<3000€ NL50 (0.25/0.50) 50€

 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE >> La guida completa alle Implied Odds per prendere la giusta decisione

Quelli in tabella sono limiti di massima circa il limite dei tavoli cui possiamo sederci con serenità dal punto di vista finanziario. Questo non è però l’unico aspetto da osservare, vediamo quando in generale è conveniente o meno salire e scendere di livello.

Quando il nostro bankroll, grazie alle vincite, supererà la soglia più alta, allora potremo provare a giocare a tavoli con livello superiore. Se non riscontriamo problemi particolari (avversari troppo più forti o subiamo tensione per le cifre nei piatti) possiamo restare lì fino a nuovo aumento/diminuzione del bankroll e ripetere questo check a ogni cambio verso l’alto.

Ricordiamoci sempre che un giocatore money-scared, che non riesce cioè ad avere il distacco mentale fiches-denaro di cui parlavamo prima, sarà sempre bersaglio dei giocatori più aggressivi al tavolo e questo non farà che peggiorare la situazione.

Se si sente troppa pressione emotiva per i soldi sul tavolo, meglio alzarsi. Non ci sono eccezioni a questo.

Ci si annoia a giocare a livelli cosi bassi? Salvo i casi particolari che vedremo tra poco, non si può pensare di giocare a livelli più alti non rispettando i limiti che ci siamo dati. Non è solo questione di bravura, bisogna considerare che pure avendo sempre valore atteso molto positivo, può capitare una serie anche lunga di eventi sfortunati che inevitabilmente andrà a erodere una parte del nostro capitale.

Nel gergo, giocare “in Bankroll” significa rispettare le regole di cui sopra. Questa è l’arma migliore per avere un margine di manovra sensato e reggere alle varie oscillazioni.

Bankroll: i casi particolari

  • Si può reintegrare facilmente il bankroll. Se abbiamo delle entrate economiche indipendenti dal poker che ci permettono di reintegrare il bankroll senza problemi, si può aumentare di livello con meno rigidità, ma solo ed esclusivamente se ci si rende conto che il maggiore livello di esperienza degli altri giocatori non rende il nostro gioco meno profittevole. Altrimenti stiamo semplicemente diventando il nuovo bancomat degli altri player.
  • Abbiamo edge enorme ai livelli nei quali stiamo giocando. Se riteniamo, dati alla mano, di avere uno spropositato vantaggio in termini di competenze sulla stragrande maggioranza della media dei giocatori, si può provare ad adattare i limiti cui salire di livello. Ma teniamo a mente due cose: bisogna essere in grado di capire con molta onestà se effettivamente battiamo un livello avendo Valore Atteso esageratamente positivo su un numero elevato di mani (per saperlo ci sono appositi software di analisi dello storico delle mani giocate), oltre a considerare il fatto che il nostro ROI% (Return On Investment, % di ritorno sull’investimento fatto) quasi certamente andrà a calare nei livelli più alti. Meglio valutare bene se sia più profittevole il ROI% maggiore che si ha su cifre più piccole, rispetto a uno minore su cifre più grandi.

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