Quanto costa fare un circuito di F1? I prezzi sono folli

Il calendario di F1 si amplia sempre più. Una politica già iniziata con Bernie Ecclestone, ma accentuata dalla nuova gestione Liberty Media.

Il mondo della F1 sta attraversando una fase nuova, fatta di ricambi generazionali dei fan, sempre più numerosi sui social, e una politica dello show, tipica della cultura americana. Non è un segreto che negli States lo sport è inteso come un vero e proprio intrattenimento. Ecco che gli autodromi di F1 si stanno trasformando in luoghi di attrazione, dove la pista non rappresenta l’unico centro di interesse. Per un certo tipo di pubblico le sfide sull’asfalto fanno solo da contorno allo sfarzo che ruota intorno ad un appuntamento mondiale.

Circuiti F1 (Ansa Foto)
Circuiti F1 (Ansa Foto)

Per questo motivo circuiti iconici come Spa Francorchamps sono a rischio. In Belgio si correrà anche nel 2023, ma è altamente probabile che in futuro il circus si sposterà altrove. L’obiettivo è massimizzare le entrate, dopo il periodo nero della pandemia da Covid-19. Da buoni nazionalisti i vertici di Liberty Media hanno spinto per un maggior numero di gare negli Stati Uniti. L’appuntamento ad Austin, in Texas, è stato affiancato da una corsa cittadina a Miami e nel 2023 ci sarà spazio anche per Las Vegas. Il CEO della F1, Stefano Domenicali, ha annunciato che la F1 nella prossima stagione non farà tappa in Francia. Addio al Paul Ricard per lasciare spazio a mete con meno storia automobilistica, ma con più denaro da investire e immettere nel sistema.

Non a caso la categoria regina del Motorsport farà ritorno a Las Vegas. In Nevada si è gareggiato nel 1981 e nel 1982. All’epoca i cittadini voluti dall’ex boss Bernie Ecclestone venivano chiamati dei “parcheggi”, ma oggi si cerca di trovare il glamour in qualsiasi scelta dei vertici. Liberty Media considera fondamentale il mercato statunitense, come dimostrato dal GP di Miami, introdotto nel calendario nel 2022. Nel caso del Gran Premio di Las Vegas i piloti si sfideranno sulle strade della Strip, tra i noti hotel e casinò della città che non dorme mai. Una pista dove si raggiungerò una velocità elevatissima, grazie ai tre lunghi rettilinei.

F1, circuiti sempre più cari

Per una Nazione ospitare un Gran Premio di F1 rappresenta un vantaggio enorme a livello turistico. Sempre più Paesi sognano di ospitare un evento. Domenicali ha la fila di investitori, tuttavia si punterà ad espandere il prodotto in realtà dove la categoria regina del Motorsport non è così popolare. Di sicuro in Europa siamo abituati, dalla nascita della Formula 1, ad assistere alle sfide tra i cavalieri del rischio, ma in altre realtà è da poco che è nata la passione per l’automobilismo a ruote scoperte. La serie Netflix Drive to Survive ha fatto il resto. L’audience è alle stelle e la nascita di un format come le Sprint Race darà un impulso extra per attirare pubblico sulle tribune, almeno questo è lo slogan dei vertici della F1. Ecco quante SR ci saranno.

Il business generato dalla Formula 1 viaggia a gonfie vele e questo è un dato certo. Al momento del lancio dell’annuncio della tappa in Nevada, Stefano Domenicali, presidente e CEO della F1, ha spigato: “Questo è un momento incredibile per la Formula 1. Dimostra l’enorme appeal e la crescita del nostro sport. Las Vegas è una destinazione conosciuta in tutto il mondo. Non c’è posto migliore della capitale dell’intrattenimento per correre”. Ferrari sfida Red Bull: quale è l’auto migliore del 2022?

L’entusiasmo è alle stelle dopo l’annuncio del ritorno del GP Cina dal 2023 al 2025 in F1. Probabile il ritorno di un GP in Sudafrica. Domenicali, alla Gazzetta, ha dichiarato: “Vogliamo correre in Africa, questo è sicuro, ci sono trattative in atto perché non si tratta di fare una corsa e poi tanti saluti. Vogliamo un progetto solido che permetta di correre in Sudafrica a lungo termine, ed è nostra intenzione prendere le decisioni nel modo più lineare e corretto possibile. A breve pensiamo di concludere il calendario 2023, che avrà 24 gare: stiamo parlando anche con Arabia Saudita, Austria e Monaco, potrebbe esserci una sorta di rotazione tra GP di anno in anno, per esempio nel 2023 non ci sarà la Francia ma potrebbe tornare negli anni successivi”.

Il costo medio di costruzione di un tracciato moderno è di circa 270 milioni di dollari, ed il costo operativo annuale di un tracciato idoneo ad ospitare la Formula 1 è mediamente 18.5 milioni di dollari, come riportato su tuttosuimotori.it. Si fa riferimento, esclusivamente, ai costi sostenuti per svolgere l’attività caratteristica dell’impresa. Un tracciato cittadino richiede un investimento iniziale e un costo di gestione, decisamente, più basso. L’allestimento per pochi giorni, comunque, può arrivare a sfiorare i 50 milioni di dollari l’anno. Persino modernizzazione un circuito di vecchia concezione può comportare un esborso di svariate decine di milioni di euro. Uno dei problemi di Monza sarà proprio quello di trovare il fondo per affrontare le spese di ristrutturazione dell’autodromo brianzolo.

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