Partire con la mano giusta: la strategia vincente nel gioco preflop

Una volta qualcuno disse: «Dietro ad ogni scelta superficiale c’è sempre un grossolano errore». Nel poker, la scelta della propria starting hand in fase preflop, è l’aspetto più importante per impostare correttamente tutta la nostra strategia di gioco.

preflop-hand-KQ

La nostra mano iniziale può decretare da sola una buona percentuale delle nostre vincite o perdite al tavolo da gioco. Analizzando le situazioni più frequenti e le strategie dei player più vincenti, possiamo estrarre delle semplici accortezza che potranno da sole dare una svolta al nostro bankroll.

Quale che sia la strategia che decideremo di adottare durante il torneo, il Sit&Go o la partita a cash game che andremo a giocare, saper iniziare la mano nel modo corretto sarà una grande arma a nostra disposizione.

GUARDA ANCHE >> A ognuno il suo posto: le posizioni migliori al tavolo da poker

L’approccio generale per impostare la mano: mettere in difficoltà gli avversari

Iniziamo col ricordare che un elemento fondamentale per un gioco profittevole è costringere gli avversari a prendere decisioni complesse.Proprio per questo, in linea di massima, fare bet o raise è quasi sempre meglio che fare un semplice check o call, cioè adeguarsi al gioco avversario. Naturalmente sempre che non lo si faccia per creare trappole et similia, ma parliamo proprio come regola generale.

Possiamo dire che rilanciando preflop si ottengono diversi vantaggi, il più ovvio dei quali è dato dal fatto che diamo l’idea di avere in mano una starting hand forte e quindi induciamo alcuni avversari al Fold, sfoltendo in questo modo il tavolo. Talvolta possiamo addirittura vincere il piatto uncontested, facendo passare tutti gli altri e rubando i blind e ante.  Questo non è positivo a prescindere, perché se la nostra mano è davvero molto forte, può essere preferibile in determinate situazioni avere un po’ di azione al tavolo, lasciare che il piatto aumenti grazie agli avversari e intascare una bella vincita, ma adeguando il gioco alla strategia che andremo a vedere e alle informazioni che abbiamo sugli avversari, non dovrebbe essere un grosso impedimento.

Se parliamo per primi, un rilancio standard di 2,5-3 volte il grande buio è nella maggior parte delle volte la scelta più azzeccata. Qualora invece uno o più avversari sono entrati nel piatto limitandosi al call, per isolare meglio il gioco è buona regola rimpinguare la suddetta puntata del valore di circa un BB per ogni player che ha chiamato prima di noi. 

Questo serve a non dare pot odds eccessive agli ultimi giocatori a parlare, i quali saranno ingolositi dal comprare il flop a pochi spicci, a fronte di un piatto molto ricco in proporzione. Questo è proprio ciò che dobbiamo evitare, giocare una mano in tanti giocatori, qualcuno dei quali magari con mani marginali che possono metterci in difficoltà quando pescano le loro.

Adeguiamo il nostro gioco a questo, lo scopo in fase di preflop è mettere in difficoltà gli avversari ponendoli di fronte a decisioni difficili, mentre nel contempo saremo abbastanza tranquilli di esserci semplificati la vita, liberando “potenza di calcolo mentale” per le altre numerosi decisioni che ci aspettano nel corso della mano.

Il gioco preflop se siamo in Early position

Pocket Pairs

La prima cosa con cui partiremo è una tipologia di starting hand che molti player, anche non proprio novizi, hanno qualche difficoltà a gestire: le coppie servite. Quando riceviamo delle coppie servite, queste vanno difese con un raise in quanto, avendo scarse probabilità di trovare un miglioramento al flop, è saggio ridurre il numero degli avversari e quindi delle combinazioni che potrebbero batterci. 

Naturalmente trovandoci in early position, aumentano le probabilità che ci siano giocatori in grado di chiamare o di rilanciare la nostra puntata. La prudenza consiglia pertanto di passare le coppie basse, quindi da 55 in giù, se non quando siamo costretti dallo stack risicato. Altra situazione particolare, quando abbiamo buona certezza che i nostri avversari al tavolo sono generalmente chiusi e giocano in modo passivo e noi abbiamo uno stack molto importante: qui possiamo provare ad aggredire con maggior decisione. 

Anche la scelta da operare con coppie intermedie, da 66 a JJ, dipende molto dagli altri player al tavolo. Possiamo tenerle in considerazione, soprattutto nella prospettiva di rubare i bui, ma se tra gli avversari la maggioranza sono player loose e aggressive, meglio passare e attendere carte diverse o una posizione al tavolo più favorevole. Nel caso le giocassimo e trovassimo poi il rilancio di giocatori individuati come chiusi, è il caso di gettarle ancor più rapidamente.

Le coppie alte, quindi QQ, KK e AA, vanno sempre ovviamente protette con un bel raise.

Assi, carte alte, connectors e suited

Iniziamo con dire che AK e AQ, come le coppie alte, come regola generale vanno difesi con un bel rilancio preflop. Se sono suited, quindi dello stesso seme, a maggior ragione. Con AJ e KQ la situazione è un po’ limite, possiamo decidere di optare per un semplice call, aggredendo gli avversari se il flop è propizio, oppure passare in presenza di altri rilanci. Stesso discorso per starting hand tipo AT, KJ e QJ, ma molto aggressivi, meglio limitarsi a giocarle solo quando 

I connectors e suited connectors sono chiamati anche drawing hands, quindi mani con cui si può tentare un progetto, una scala o un colore, e che necessitano quindi di un board più che favorevole. In early position è meglio giocare i suited connectors (da 4-5 in poi) in tavoli composti da giocatori loose e passive, senza tentare di isolare la mano. Essendo mani lucrative e abbastanza imprevedibili quando chiudiamo un punto forte, è più semplice farci pagare parecchio. Nota dolente, se siamo invece in un tavolo aggressivo, teniamo conto che i progetti ci costeranno parecchio, quindi magari optiamo per altre giocate.

Le altre starting hand le consideriamo marginali e soltanto suited connectors con un gap come KT e QT meritano qualche volta un tentativo, ma sempre su tavoli loose e/o passivi.

Il gioco preflop se siamo in Middle position

Qui possiamo aprire un po’ i range di starting hand con cui giocare ed essere maggiormente aggressivi. Avendo già ricevuto info sulle giocate di chi ci precede ed essendo pochi i players che parleranno dopo di noi, abbiamo di sicuro meno sorprese da temere.

Pocket Pairs

Da middle position possiamo proteggere con un raise anche le coppie basse, quindi da 22 a 55. Per le coppie alte possiamo volendo provare qualche giocata più articolata. Ad esempio possiamo limpare (Limp = call preflop senza rilanci precedenti, quindi entrare in gioco senza raise) per cercare di mettere in trappola qualcuno 3bettando dopo un raise successivo, sempre preflop, o mascherando la mano per portare il nostro trappolone anche dopo il flop. Ovviamente queste giocate sono profittevoli quanto rischiose, usiamole sempre quindi cum grano salis.

Se dietro di noi ci sono stati uno o più call, possiamo accodarci per vedere il flop a poco costo. Se incastriamo un set al flop, le possibilità di fare un grande piatto valgono decisamente l’investimento di un piccolo call “esplorativo”.

Assi, carte alte, connectors e suited

In base al tipo di avversari seduti al nostro tavolo, possiamo rilanciare con tutti gli assi fino ad AT, con KQ, sia suited che off-suited. KJ e QJ suited, se il pool di avversari è di un tipo che lo consente, possono essere giocati da middle position. Gli altri assi, quindi da A9 ad A2, KT, QT e anche K9 suited diventano qui mani giocabili. Possiamo sia limitarci al call, sia aggredire con un raise per cercare anche, perché no, di rubare i bui se difesi da giocatori molto tight.

Tutte le drawing hands, in particolare modo i suited connectors, possono mostrarsi molto interessanti. A meno che al tavolo gli avversari non siano giocatori prevalentemente tight, nel qual caso possiamo anche tentare un rilancio per rubare i bui. In quel caso apriamo anche la possibilità di un bluff se il flop non è dalla nostra. Contro giocatori loose è invece vantaggioso entrare nel piatto senza farsi notare troppo o investire grosse somme, per coglierli di sorpresa al momento propizio. Possiamo qui considerare anche i suited connectors one gap, come ad esempio J9s o 97s. Tutto ciò chiaramente se nessuno ha rilanciato prima di noi. In quel caso abbiamo anche il rischio di trovarci in mezzo a chi ha rilanciato prima e chi potenzialmente può entrare dopo di noi. In queste situazioni è meglio evitare rischi eccessivi se non si è più che certi di conoscere il gioco avversario e sapersi adeguare di conseguenza.

AK, sia suited che non, e tutte le coppie alte (da JJ in su) vanno giocate in generale in modo aggressivo. Anzi una buona idea è 3bettare per isolare la mano.Con AQ il discorso è delicato ed è preferibile, se ci sono dubbi, limitarsi al call. Sempre limitandoci a chiamare, si può prendere in considerazione la possibilità di entrare nel piatto anche con AJ e KQ suited. 

Tutte le restanti combinazioni vanno generalmente scartate, se non contro un giocatore che abbiamo già individuato come player maniac.

Nel caso non ci siano raise prima di noi, ma soltanto uno o più call, è il momento dove abbiamo la maggiore efficacia per le drawing hands (suited connectors, assi suited da A2 a A9, KT, K9 e QT suited).

preflop-hand-aces

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE >> ICM: saperlo calcolare darà una svolta al tuo gioco

Il gioco preflop se siamo in Late position

In queste posizione viene naturale che la scelta delle nostre mani varia molto in base alle giocate di chi ci precede e la composizione del tavolo in generale. Se nessun avversario è ancora entrato in gioco, il range delle mani giocabili è molto ampio, arrivando a comprendere tutte le coppie, tutti gli assi suited, KT, K9 e QT suited.

Anche con le drawing hands è preferibile optare per il raise, specialmente se siamo su bottone o cut-off. Da quelle posizioni giocheremo il resto della mano in posizione su eventuali call dei bui e difficilmente riusciranno a farsi un’idea della nostra mano. Perfino con gli assi off-suited da A2 a A9, KT, K9, QT e anche JT off-suited e mani suited con gap come Q9 e J9 c’è possibilità di rilanciare per provare a rubare i bui.

Dobbiamo qui tener conto del fatto che alcuni giocatori tendono a difendere ad ogni costo le chips già investite nel piatto. È un comportamento irrazionale, ma molto diffuso. Questi giocatori chiamano qualsiasi puntata o addirittura rilanciano se molto aggressivi. In presenza di avversari di questo tipo nelle posizioni di small e big blind, meglio provarci soltanto con mani piuttosto forti, evitando le drawing hands più deboli e altre mani marginali.

La strategia da adottare quando invece ci sono diversi limpers è abbastanza analoga a quella consigliata per le middle positions. Teniamo sempre conto del fatto che meno numerosi sono i limpers tanto più possiamo agire in modo aggressivo. 

Le drawing hands, le coppie basse e highcards quali AJ, KQ, KJ e QJ possono essere giocate con un semplice call, per vedere il flop e poi agire in base alle successive mosse degli avversari. Questo solo se sappiamo gestire bene la fase successiva di puntate al flop. Come detto all’inizio, aggredire aiuta a semplificarci la vita nei giri di puntate successivi. Entrare in gioco passivamente richiede una dose extra di prudenza e attenzione. Inutile dire che coppie alte e mani premium vanno, a maggior ragione, giocate in modo aggressivo.

La situazione diventa complessa in presenza di rilanci effettuati da giocatori in early e middle position, soprattutto se si tratta di avversari che abbiamo individuato come tight. In questo frangente quasi sicuramente hanno una mano forte o comunque la mano si preannuncia rischiosa. In questi casi, soltanto le coppie più alte, AK e AQ valgono la pena di essere difese. 

Se invece il raise proviene da un giocatore loose aggressive, tanto più se la sua posizione è relativamente avanzata, è probabile che si tratti di un tentativo di rubare i bui, e perciò possiamo prendere in considerazione l’idea di un call anche con coppie medie come 88 e 99, oltre che con AK, AQ e AJ, o anche di 3bettarlo per isolare o rubare anche il suo tentativo di stella, oltre ai bui.

La difesa dei bui

Trovarsi sul piccolo e grande buio è sempre una situazione un po’ particolare. Preflop giochiamo di fatto late position, con i vantaggi che ne derivano, ma dopo sono sempre le prime in assoluto a parlare. 

Il piccolo buio, nello specifico, è la posizione peggiore al tavolo. Per completare un eventuale rilancio deve mettere più chips rispetto al grande buio e successivamente si troverà a giocare fuori posizione in tutte le altre fasi della mano. 

Difendere i bui è pertanto un compito decisamente arduo, a meno che non si abbia una due carte molto con le quali vale la pena di giocare da qualsiasi posizione. In genere di fronte a un rilancio da early position è meglio passare le coppie medio-basse e gli assi come AT o AJ off-suited, dato che abbiamo alte probabilità di esser dominati. 

Stack permettendo, vale piuttosto la pena giocare delle drawing hands. Queste, con buona probabilità, non saranno “coperte” dalle carte di chi rilancia, e ci lasciano comunque qualche spiraglio aperto per un chiudere un punto molto forte e difficilmente prevedibile. Difendere i bui diventa profittevole quando ci sono molti giocatori nella mano, qualora il board sia dalla nostra, possiamo contendere un piatto interessante avendo investito fondamentalmente meno degli altri giocatori.

La regola generale da tenere sempre a mente è che le chips, una volta nel piatto, non sono più nostre. È inutile seguire l’emotività e quella vocina che ci fa pesare il fatto di dover lasciare delle chips senza combattere. Gli unici gettoni nostri sono quelli che abbiamo nello stack e che possiamo gestire, gli altri già investiti vanno sempre considerati ormai persi. Focalizzati sul totale del pot e sulle odds che eventualmente offre, quanto abbiamo contribuito noi o altri è del tutto irrilevante.

Impostazioni privacy