Antonio Giovinazzi sta lottando per mantenere il suo sedile all’Alfa Romeo Racing. La situazione non è delle migliori per il pugliese.
La F1 è il sogno di tutti i giovani piloti. Chiunque si metta al volante di un kart per la prima volta, lo fa con la consapevolezza di voler raggiungere la massima serie, quella agognata da migliaia di talenti che devono fare di tutto per riuscirci. La griglia di partenza più ambita del mondo conta solo venti posti disponibili, per cui la selezione è molto accurata. Ed Antonio Giovinazzi ce l’ha fatta.
L’Italia vanta una lunga tradizione di piloti, anche se i campioni del mondo sono stati solo due, proprio agli albori del Circus: Nino Farina su Alfa Romeo è stato il primo campione del mondo della storia nel 1950, seguito da Alberto Ascari che fece suoi i titoli del 1952 e 1953, consegnando i primi due allori alla Ferrari.
In seguito, i nostri connazionali non hanno mai più messo le mani sull’alloro iridato, ed il più vicino a riuscirci fu l’indimenticabile Michele Alboreto nel 1985. Il milanese, poi scomparso nel 2001 in un incidente con l’Audi R8 Le Mans in un test, perse con la sua rossa la battaglia contro la McLaren di Alain Prost, a seguito di diversi problemi di affidabilità occorsi nel finale di stagione.
La crisi dell’Italia è iniziata tra la fine del vecchio millennio e l’inizio di quello nuovo, quando in pista rimasero solo Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi. “Fisico” è stato l’ultimo a far muovere le statistiche, con la vittoria ottenuta nel GP della Malesia 2006 con la Renault e la pole a Spa nel 2006 con la Force India. Jarno ha invece strappato l’ultimo podio, ottenuto sulla Toyota nel 2009 in Giappone.
Dal 2012 in poi, il tricolore è rimasto assente dalla griglia, sin quando Giovinazzi non è stato promosso al via dei GP di Australia e Cina del 2017 sulla Sauber, in sostituzione del titolare infortunato Pascal Wehrlein. Dopo un’ulteriore lontananza di circa due anni, il pugliese si è accasato nello stesso team (nel frattempo ribattezzato Alfa Romeo Racing) a tempo pieno dal 2019 ad oggi.
Un pilota che non porta sponsor in dote e lotta nelle retrovie deve lottare ogni domenica per guadagnarsi la riconferma, cosa che ad Antonio è riuscita nelle passate stagioni. Il team principal Frederic Vasseur però, quest’anno appare irremovibile. Nel 2022 Valtteri Bottas sostituirà l’ormai prossimo al ritiro Kimi Raikkonen, mentre sul secondo sedile aleggiano molti dubbi.
Giovinazzi, poche certezze per il futuro
Una delle speranze di riconferma per Giovinazzi sembrava essere l’acquisizione del team di Himwil da parte di Michael Andretti, figlio del grande Mario e manager di successo negli Stati Uniti. Sino a poche settimane fa l’accordo appariva imminente, ma stando a delle nuove voci, il tutto sarebbe saltato.
Sul “Corriere dello Sport” di oggi, è apparso un articolo in cui si parla proprio della mancata acquisizione da parte di Andretti, il che lascerebbe il team in mano alla gestione attuale anche per il futuro. Nello stesso articolo, viene riportato che il favorito per affiancare Bottas sarebbe Guanyu Zhou, pilota cinese che porta in dote una grossa somma di capitali, da anni impegnato in Formula 2.
Per Antonio si tratterebbe di una vera beffa, ma va detto, sarebbe l’ennesima brutta figura della Ferrari. Giovinazzi è tutt’ora un pilota sotto contratto con il Cavallino, che lavora al simulatore di Maranello ed occasionalmente svolge sessioni di test. La scelta di uno dei due sedili dell’Alfa Romeo Racing spetta proprio alla Scuderia, che solitamente affianca ad un pilota scelto da Vasseur uno dei giovani talenti della FDA.
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Stando alle indiscrezioni, questo accordo tra le due squadre (ricordiamo che Ferrari fornisce i propulsori agli svizzeri) non ci sarebbe più, e quindi Vasseur è libero di agire come meglio crede. Va sottolineato che i problemi dell’Alfa sono tutt’altro che relativi ai piloti, ma da legare ad una monoposto che da anni occupa le ultime file e che non ha mai avuto un adeguato sviluppo. Personaggi come Vasseur, evidentemente, preferiscono scaricare le colpe sugli altri.