Il dramma di Hamilton: il racconto struggente del razzismo subito

Lewis Hamilton è il pilota che ha dominato gli ultimi anni del Circus, ma il suo passato non è stato facile. Ecco il retroscena sull’esordio.

Hamilton (GettyImages)
Hamilton (GettyImages)

La carriera di Lewis Hamilton è costellata di vittorie, record ed imprese eccezionali. Che il nativo di Stevenage fosse un futuro campione lo si era capito sin dalle categorie minori, con Ron Dennis, team principal della McLaren, che già a metà degli anni Novanta decise di metterlo sotto contratto finanziando la sua ascesa verso la F1.

Il team di Woking ed il grande manager britannico decisero di metterlo subito a bordo della freccia d’argento nel 2007, affiancandolo al fresco bi-campione del mondo Fernando Alonso. Questa coppia diede vita ad uno dei mondiali più esaltanti di sempre, finendo per consegnare il titolo nelle mani di Kimi Raikkonen, all’epoca al suo primo anno in Ferrari.

Il Gran Premio del Brasile di quell’anno resta uno dei più grandi rimpianti nella carriera di Hamilton, ma nonostante la sconfitta mondiale, il suo talento era ormai venuto alla luce del sole. Ed infatti, nel 2008 riuscì a rifarsi, in un finale da brividi sempre ad Interlagos, dove rischiò una clamorosa beffa contro Felipe Massa.

Le stagioni successive sono state dure, a causa di una McLaren che non riuscì più a produrre una vettura da titolo, portandolo a firmare per la Mercedes. Quando accettò la proposta di Niki Lauda, correva l’anno 2012, in cui il team di Brackley faceva ancora fatica ad emergere. I più cinici dissero che Lewis avesse sbagliato totalmente, ma il tempo li avrebbe fatti ricredere.

Con il team di Brackley, il britannico ha vinto sei campionati in otto stagioni, perdendone solo uno durante l’era ibrida. Va detto che il 2016, stagione in cui ha ceduto lo scettro al compagno di squadra Nico Rosberg rappresenta un qualcosa che ancora non ha digerito del tutto, ma i risultati ottenuti negli anni a venire hanno riportato le cose al loro posto.

Basta dare un’occhiata ai numeri per rendersene conto: Hamilton è l’unico ad essere andato in tripla cifra sia come pole position che come vittorie, ha agganciato Michael Schumacher a quota sette mondiale e nel 2021 si sta giocando anche l’ottavo. Sino ad oggi, è l’unico pilota di F1 ad aver vinto almeno una gara in ogni campionato disputato, dal 2007 ad oggi. Numeri impressionanti.

Hamilton, le sofferenze che accompagnarono il debutto

La giovinezza di Sir Lewis Hamilton è stata tutt’altro che semplice. Per il colore della sua pelle, il futuro sette volte campione del mondo veniva preso in giro a scuola, il padre fu costretto ad indebitarsi pur di farlo correre e la situazione economica familiare era drammatica.

Hamilton (GettyImages)
Hamilton (GettyImages)

Il talento dell’anglo-caraibico era troppo grande, e questo gli permise di andare oltre le difficoltà. Lewis ha parlato del 2007 al Wall Street Journal, ricordandolo come un anno dalle diverse facce: “Per arrivare in F1, un pilota deve lavorare duramente. Devi andare a letto presto, a me piaceva fare molte cose ma non potevo. Mi sentivo diverso dagli altri, erano tutti così precisi e rispettosi delle regole. All’inizio dovevo adattarmi a come mi voleva la gente, questo non mi permetteva di trovarmi a mio agio“.

Lewis ha sperimentato sin da subito il razzismo

L’elemento più brutto che spesso vede protagonista lo sport è il razzismo. Lewis è stato vittima di esperienze spiacevoli nelle prime fasi della carriera: “Il primo anno in cui correvo in F1 ho subito sperimentato il razzismo, ma nessuno disse nulla. Avevo realizzato il mio sogno, ma non ero felice non potendo essere me stesso. Sono stato zitto e sono andato avanti, quel ricordo mi causa ancora tanto dolore, all’epoca non ne parlai con nessuno“.

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Hamilton è ormai famoso per il suo impegno sociale e la vicinanza al movimento “Black Lives Matter”, ma crede che il raggiungimento dell’equità sia ancora lontano: “Quando vedo i team di F1 mi rendo conto che c’è ancora troppa disparità. Non vedo persone di colore, e dopo la morte di George Floyd sono disposto a rischiare molto pur di promuovere il mio messaggio. Voglio che tutti coloro che soffrono sappiano che io li ascolto e gli sono davvero vicino“.

 

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