Marc Marquez ha scritto la storia del Motomondiale da un decennio a questa parte. Colui che lo ha scoperto ricorda i suoi primi passi.
Per Marc Marquez è un momento molto delicato, terribile forse visto quello che ha fatto per la MotoGP. Lo spagnolo, vincitore di otto titoli mondiali, sei dei quali in top class, ha deciso di sacrificare anche la stagione 2022 per sottoporsi ad un altro intervento chirurgico al braccio sinistro, nel tentativo di migliorare la sua condizione fisica.
Il nativo di Cervera era lanciatissimo verso l’abbattimento di molti record, ma la caduta di due anni fa esatti, avvenuta a Jerez nel fine settimana del Gran Premio di Spagna, ha portato alla distruzione dei suoi sogni. Marquez è caduto in un vero e proprio calvario, dal quale non sarà facile uscire.
Oltre a questo, c’è da riflettere anche sulla crisi tecnica che sta vivendo la Honda, cosa che ha portato anche alla messa in discussione del team manager Albert Puig. La casa giapponese è ormai ridotta ai margini della zona punti, con una RC213V che non ne vuole sapere di essere competitiva, e che ormai è la peggior moto del lotto. Recuperare non sarà affatto facile e senza Marc le prime posizioni sono ormai un miraggio.
Aki Ajo è un notissimo scopritore di talenti, che ha avuto anche il compito di lavorare assieme a Marc Marquez nel corso della sua carriera. In un’intervista riportata da “MowMag“, è arrivato un racconto molto toccante, che fa ben capire le qualità dell’otto volte iridato, che sin da ragazzino appariva già come un veterano.
“I miei piloti mi rispettano, almeno credo, ma a volte ridono di quello che dico. Ho molti collegamenti con sponsor e partner, mi occupo della parte commerciale al giorno d’oggi. Marquez era molto giovane quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, credo che non avesse ancora i denti degli adulti. La cosa impressionante era che mi sembrava di parlare con una persona di 35-40 anni anche quando era giovanissimo“.
Attualmente, Ajo lavora con Pedro Acosta ed Augusto Fernandez nel Motomondiale, ma la figura dell’otto volte iridato è rimasta nel suo cuore: “Mi è sempre sembrato calmissimo, mi ha aperto gli occhi e da lui ho imparato tantissime cose nel corso degli anni. Anche lui ha imparato da me, ad esempio a piangere. Lui non lo faceva mai e gliel’ho insegnato io, gli ho detto che era importante farlo. Ti aiuta a liberarti, ti senti più forte e sei pronto a tornare in pista per fare ancora meglio“.
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