Loris Capirossi e la sua paura: quella novità che non gli piace per niente

Loris Capirossi ha concesso una lunga intervista in cui ha raccontato la Classe 250. I ricordi dell’ex pilota sono nitidi e brillanti.

Capirossi (GettyImages)
Capirossi (GettyImages)

La generazione d’oro dei piloti italiani protagonisti del Motomondiale è ufficialmente andata in pensione. L’ultimo baluardo, come lo aveva definito Max Biaggi, era Valentino Rossi, che in occasione del Gran Premio della Comunità Valenciana disputato il 14 novembre ha appeso il casco al chiodo. Di quest’epoca faceva parte anche Loris Capirossi, tre volte campione del mondo e vero esperto delle classi leggere.

Il suo debutto nel Motomondiale avvenne nel lontano 1990, quando si impose all’esordio in 125 con la Honda con il team Pileri, con il quale riuscì a ripetersi nel 1991. A quel punto, i tempi erano maturi per il passaggio alla 250, una classe del quale tutti conservano uno splendido ricordo.

Capirossi debuttò in questa categoria nel 1992, sempre con una Honda che però non gli fornì i risultati sperati. Al primo anno ottenne solo 27 punti in classifica, chiudendo in dodicesima posizione e ben lontano dai primi. Man mano, il nativo di Castel San Pietro Terme acquisì competitività, chiudendo da vice-campione del mondo l’annata successiva alle spalle di Tetsuya Harada per soli quattro punti.

Nel 1998, “Capirex” riuscì a raggiungere il suo scopo, portandosi a casa il terzo mondiale della sua vita (il primo in 250) in sella all’Aprilia, con ben 224 punti conquistati. Al bolognese dovette arrendersi Valentino Rossi, che terminò secondo a 201. Il “Dottore” si vendicò nel 1999, quando portò a casa l’alloro iridato nella classe di mezzo. Entrambi, nel 2000, salirono sulle Honda 500.

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Capirossi, ecco il suo racconto sulla classe 250

Loris Capirossi ha trascorso un intero decennio in top class, che dopo due anni di 500 si è trasformata in MotoGP. Il rider italiano si è tolto tantissime soddisfazioni, anche se non è mai arrivato un titolo mondiale. L’attuale commentatore è stato protagonista della generazione d’oro degli italiani, composta anche da Valentino Rossi, Max Biaggi e Marco Melandri.

Tra le sue più belle vittorie in MotoGP si ricorda quella del Gran Premio del Giappone del 2007 sulla Ducati, nel giorno in cui il compagno di squadra Casey Stoner portava la sua Desmosedici al primo titolo mondiale. Loris, dal canto suo, ha trovato le maggiori fortune in 250, classe di cui ha parlato in una lunga intervista a “Motosprint“.

Ai miei tempi la competizione era molto serrata, ed anche l’ambiente non era accomodante come oggi. Vinsi subito due mondiali in classe 125, ma in 250 fui costretto ad esordire con una moto privata. Cadalora poteva guidare una Honda ufficiale, che rispetto alla mia era di un’altra categoria. In quel periodo, la 250 era la classe di riferimento per l’Italia, perché in 500 non c’erano piloti connazionali“.

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Capirossi è ancora innamorato della 250: “Le moto erano straordinarie, erano agili come biciclette, ma dotate di 100 cavalli ed erano anche molto leggere ed emozionanti da guidare. Il motore a due tempi mi è sempre rimasto nel cuore per il rombo che aveva, e la cosa triste è che tutto sta cambiando. Stiamo assistendo all’avvento dell’elettrico, e questa cosa mi fa una paura terribile, anche se dobbiamo accettarlo in quanto è giusto per l’ambiente“.

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