Pressione sui piloti per correre a Jeddah? Il boss Mercedes svela la verità

Il boss della Mercedes Toto Wolff è tornato a parlare di quanto accaduto il giorno prima della gara svelando così tutti i retroscena.

Nessuna pressione sui corridori da parte dei team principal. Questo è ciò che ha assicurato Toto Wolff a proposito di quanto avvenuto venerdì scorso a Jeddah. La prima giornata di prove libere della F1 era stata infatti disturbata dall’attacco missilistico alla base Aramco situata a 20 km dal circuito, obbligando il Circus a domandarsi se fosse giusto proseguire come niente fosse l’impegno del weekend.

Mercedes, Toto Wolff (Ansa Foto)
Toto Wolff (Ansa Foto)

Alla fine si è deciso di dare ascolto alle rassicurazioni delle autorità e di andare avanti, ma non tutti sarebbero stati d’accordo. In particolare avrebbero mostrato perplessità la coppia Mercedes Hamilton – Russell e il portacolori dell’Alpine Alonso.

Mercedes, Wolff racconta del pre-gara

Al termine di un’estenuante riunione durata ben quattro ore fino a notte fonda, ogni parere contrario allo svolgimento del GP è stato annacquato e sabato pomeriggio si è tornati in pista regolarmente.

Curiosamente, era stato proprio il manager della Stella il primo a parlare della questione con i media, definendosi pronto a restare, mentre nel segreto delle hospitality i protagonisti protestavano.

Dunque, sorge spontaneo chiedersi, i vertici delle scuderie hanno per caso sollecitato i loro driver a non fare scherzi e a continuare lo show?

Abbiamo avuto soltanto delle discussioni positive, ma forse dall’esterno è stato percepito in modo diverso“, ha asserito il 50enne respingendo ogni “accusa”. “La gara, poi, ci ha regalato uno spettacolo incredibile e credo che questo sia ciò che lo sport dovrebbe fare”.

Per il viennese comunque il lavoro da fare in Arabia Saudita è ancora molto. E se qualcuno ha ammesso di non gradire il suo inserimento nel calendario, il patron della F1 Stefano Domenicali ha ribadito la propria volontà di rinnovare l’accordo con il Paese per modernizzarlo. Un po’ come le invasioni degli americani in Medio Oriente con l’obiettivo di portare la democrazia.

Pur conscio della diversità degli usi, costumi e valori imperanti nel territorio saudita, anche per il buon Toto la classe regina dell’automobilismo dovrebbe confermare l’accordo.

Andare lì a competere significa accendere i riflettori su questi temi e fare in modo che queste nazioni diventino migliori. Preferisco avere questo ruolo piuttosto che non esserci e non affrontare le problematiche“, ha chiosato convinto.

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