Lo slow play: la tecnica perfetta per una ricca imboscata

La tecnica di gioco che possiamo ragionevolmente considerare l’esatto opposto del bluff. trappola dello slow play

Invece di simulare una mano forte per far passare gli avversari con punti più forti del nostro, attuando lo slow play si vuol dare l’idea di avere una mano molto debole per piazzare una trappola che, auspicabilmente, spingerà i nostri avversari ad aggredire, versando molte più chips nel piatto che andremo a portare a casa.

Si tratta di una tecnica devastante contro alcune tipologie di giocatori, soprattutto se non molto esperti o non completamente concentrati sul gioco. Come tutte le armi molto potenti però, ha sempre dei rischi importanti anche per chi decide di utilizzarla.

Lo slow play è perfetto per punire giocatori eccessivamente aggressivi, incauti o semplicemente distratti o non attenti al gioco avversario. Vediamo insieme tutti i segreti per iniziare a padroneggiarlo e piazzare le prime trappole per ingabbiare gli avversari.

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Cos’è lo slow play

Come abbiamo già anticipato, lo slow play è una tecnica di gioco nel poker che serve a simulare debolezza per spingere gli avversari ad aggredire. Ti è mai capitato di scontrati con un giocatore che mostrava estrema debolezza, magari ne hai quindi approfittato per aggredire, però una volta arrivati al River, quando piazzi l’ultima value bet per massimizzare la mano che ritenevi di poter vincere facilmente, ti trovi in faccia un grosso raise che ti lascia completamente sbigottito? Ecco, con tutta probabilità sei stato vittima di quello che chiamiamo Slow Play.

Osservando le partite di alto livello, è facile vedere come alcuni campioni, già nella fase pre flop, attuino dei comportamenti abbastanza inusuali. Li vediamo talvolta limpare (Limp: fare solo call pre flop senza che ci siano stati rilanci prima) con coppia di KK o di AA, oppure magari dopo aver settato il flop si limitano al check, lasciando azione agli avversari. Ecco, tutte queste giocate possono essere definite come sulla play o l’impostazione e la preparazione di questo.

Come fare slow play durante una mano

Mettere in pratica uno solo play efficace può sembrare una cosa abbastanza semplice, ma come vedremo non è proprio una tecnica facile da padroneggiare con maestria, soprattutto se non siamo molta esperienza di gioco.

In linea di principio possiamo dire che il modo più semplice di effettuare uno slow play in sicurezza e dapprima esercitarsi parecchio a leggere le mani avversarie. Questo è importante in quanto, come prerequisito, dobbiamo trovarci nella situazione in cui con una ragionevole dose di sicurezza abbiamo un punto molto forte e contestualmente il nostro avversario ha una mano che possa dargli l’idea di essere avanti in quella situazione, spingendolo ad aggredire.

Un modo di mettere in pratica questa tecnica consiste nel giocare la mano in modo completamente passivo fino alla fine, magari nascondendoci proprio fino al River. Giocare passivamente significa limitarsi sempre o quasi a fare call o check se non ci sono rilanci precedenti.

Un altro modo efficace dimostrare debolezza consiste nel fare dei rilanci o delle puntate con una size leggermente bassa rispetto alla nostra media. La situazione che stiamo simulando in questo modo può essere ad esempio il pattern utilizzato da alcuni giocatori che, con un progetto aperto al flop, cercano di “comprare” il turn a poco prezzo. Inoltre, se dopo questo ci limiteremo al call, daremo altre conferme circa ciò che stiamo simulando e molti avversari a convincersi ancora di più della lettura errata che gli stiamo dando.

C’è solo l’imbarazzo della scelta circa il pattern e da poter mettere in campo per simulare debolezza e quindi portare a segno la trappola che stiamo preparando con il nostro slow play. Andiamo a vedere alcuni dei pattern più semplici, ma non meno efficaci.

Come applicare lo slow play nella pratica

Ipotizziamo uno scenario di questo tipo:

Siamo seduti a un tavolo cash game NL Hold’em con bui: 2$/4$ in cui, per comodità di calcolo, poniamo che tutti abbiano 100BB di stack, quindi 400$

Hero’s Hand: QheartsQclubs

Preflop facciamo call, il player sul bottone fa Raise 12$ e trova solo il call del giocatore sul grande buio e il nostro. I due avversari li chiameremo rispettivamente PlayerBTN e PlayerBB

Pot: 38$

Flop: 7diamondsAheartsQdiamonds

PlayerBB: Check
Hero: Check
PlayerBTN: Bet 25$
PlayerBB: Fold
Hero: Call

Pot 88$

Turn: 9clubs

Hero: Bet 41$

(spesso una puntata di basso importo al turn come questa, è eseguita per fermare l’azione dell’aggressore della mano e comprare il river a poco prezzo. In genere se dall’altra parte c’è un punto chiuso abbastanza forte, un raise moderato arriva quasi sempre)

PlayerBTN: Raise 87$
Hero: Call

Pot 262$

River: 6spades

(in una situazione del genere, se ora puntassimo forte sul river possiamo simulare un bluff dopo un progetto di colore mancato. Un’alternativa un filo più rischiosa è fare check per raisare sull’eventuale bet avversaria. Agire però in questo modo ci espone al rischio di trovare un check dietro e non valorizzare più adeguatamente la nostra mano)

Hero: Bet All-in 236$
PlayerBTN: call e mostra AclubsKclubs, il quale, convinto di averci colto in castagna su un draw mancato, è caduto in trappola e ci ha regalato uno stack.

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Alcune considerazioni finali

Abbiamo visto come lo Slow Play può essere un’arma molto efficace per piazzare delle trappole i nostri avversari. Naturalmente, come in tutte le tecniche i pattern di gioco, è fondamentale basarsi sulle informazioni che abbiamo raccolto via via durante le varie mani.

Gli aspetti importanti da considerare, come sempre, sono naturalmente in primis la nostra immagine al tavolo e lo stile di gioco che abbiamo osservato negli gli altri giocatori. Anche la nostra posizione al tavolo ricopre un ruolo di primaria importanza, eseguire un limp da utg o middle position, certamente ha un effetto e offre letture diverse che la stessa giocata eseguita dal bottone o dal piccolo buio.

Lo Slow play è fantastico contro i giocatori molto aggressivi, mentre non è certamente una giocata vincente contro un calling station, ad esempio, o contro qualsiasi player che gioca in modo passivo. In questi casi è decisamente più profittevole che ci prendiamo noi la briga di ingrandire il piatto e riserviamo le nostre trappole a qualche giocatore più adatto.

Un altro aspetto da non trascurare quando si decide di provare uno slow play, è il fatto che stiamo dando al nostro avversario la facoltà di poter decidere lui il prezzo delle altre carte con cui può potenzialmente migliorare la mano. Non di rado, soprattutto se non si è stati attenti a quelle accortezze che abbiamo appena visto, può capitare che non sono un punto molto forte venga superato da un board che gioca a favore del nostro avversario. Nel caso in cui dovessimo renderci conto perché sono cadute delle carte potenzialmente pericolose per noi o se percepiamo forza eccessiva dal nostro avversario in seguito ad esempio ad eventuali potenziali progetti chiusi, non è obbligatorio continuare la mano con l’impostazione iniziale che avevamo deciso.

In qualsiasi momento possiamo mollare il colpo, passare la mano, fare un profondo respiro ed essere freschi e pronti per un’altra mano.

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