Cosa sono i tell nel poker? Facciamo chiarezza tra leggende metropolitane e falsi miti

I tell nel poker sono quei segnali involontari che un giocatore può far trasparire mentre gioca una mano, rivelando talvolta preziose informazioni agli avversari.

ell timoroso

La posizione o il movimento di mani e piedi. Lo sguardo, dove va a posarsi o come cambia. Le espressioni del viso e i cambi di postura. Come si toccano le proprie fiches e in che modo si spostano per puntare, per fare call o come le si sistema nello stack. Questi sono solo alcuni esempi di cosa un buon giocatore può osservare nei suoi avversari per carpire qualche segnale che lo aiuti a interpretare la loro mano o il loro gioco.

Parliamo forse di uno degli argomenti più ampi e complessi di tutto l’universo del poker. Andremo oggi a dare una piccola infarinatura, così da capirne almeno i concetti principali e come vanno utilizzate queste informazioni che possiamo raccogliere dagli avversari.

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Cosa sono i tell nel poker

Con il termine “tell” andiamo a indicare tutti quei segnali, involontari o meno, che comunicano qualche informazione circa la strategia, il tipo di mano o di punto o la forza che un giocatore ritiene che abbia la propria mano. Naturalmente il discorso sui tell andrebbe affrontato solo dopo che si siano consolidate bene le basi tecniche di gioco e i principali pattern circa lo svolgimento delle mani. Questo perché i tell vanno utilizzati solamente per aggiustare eventuali range che attribuiamo agli avversari o per fare “letture” più accurate nell’interpretare – e quindi anticipare – le mosse e le intenzioni del nostro avversario.

Come vanno usati i tell

Se ad esempio stiamo giocando contro un avversario che fa un raise standard pre flop e procede con una continuation bet al flop, le prime analisi che dobbiamo fare riguardano lo stile di gioco e le eventuali mani simili condivise in passato con lo stesso giocatore al tavolo. Una volta abbastanza chiara la situazione al riguardo e dopo aver ragionato bene sui possibili esiti di ogni eventuale nostra decisione in quello spot, l’aver colto qualche tell di forza o debolezza, ad esempio, può – solo a questo punto del ragionamento – fornire un aggiustamento in un senso o nell’altro.

Un tell da solo infatti ci dice davvero poco. Inserito come ciliegina sulla torta in una strategia e una tecnica di gioco solida, può invece fare una grande differenza e aumentare decisamente l’accuratezza con cui affrontiamo ogni singola mano. Il risultato sarà quindi una notevole diminuzione negli errori di valutazione e un conseguente innalzamento del valore atteso positivo che possiamo estrarre da una mano.

Il tiro a segno e il poker

Immaginiamo di essere dei tiratori che usano un fucile di precisione. Padroneggiare l’uso dei tell nel poker, possiamo considerarlo come uno stabilizzatore di precisione per il nostro fucile, che permette di avere un’accuratezza maggiore e ridurre il margine di errore dovuto al movimento della canna durante lo sparo. In termini di risultato sul bersaglio, questo accessorio ci permette di migliorare la posizione sul bersaglio di qualche centimetro. Ciò significa che per centrare il bersaglio e fare punteggi migliori, dovremo imparare dapprima la postura corretta da tenere e l’impugnatura adeguata al tipo di arma, allenarsi nella respirazione corretta, saper calibrare e aggiustare il mirino in base ai fattori esterni, conoscere e tener conto delle variazioni dovute all’ambiente esterno e i fattori atmosferici, oltre altre accortezze e tecniche specifiche per quel tipo di attività.

Una volta che abbiamo imparato a far arrivare i nostri colpi in un raggio massimo di pochi centimetri o decimetri dal centro del bersaglio, e solo a quel punto, avrà senso andare a comprare un accessorio che ci migliora di qualche centimetro l’accuratezza. In questo caso può certo fare la differenza in una competizione. Se siamo ancora nella condizione però di colpire il bersaglio una volta su tre e le altre due spariamo nella sabbia dietro mancando completamente il tabellone, a che ci serve aggiustare il tiro di pochi centimetri se ci manca un metro e mezzo?

Quando vanno utilizzati i call nel poker

Abbiamo visto quindi quanto sia fondamentalmente inutile, se non controproducente, investire nelle tecniche di lettura dei tell. Oltre che, naturalmente, in quelle strategie che ci servono  depistare eventuale letture avversarie. Un errore comune tra i neofiti è proprio quello di avere fretta di passare a questi aspetti “raffinati” circa la strategia di gioco, prima di aver consolidato una buona base tecnica generale. È comprensibile la voglia di bruciare le tappe e imitare le gesta eroiche viste in qualche film sul poker o partita high stakes trasmessa. Ci mancherebbe. In fondo, chi tra gli appassionati di basket non sognerebbe di avere un da tre punti come quello di Ray Allen? Penso chiunque. Ma servirebbe a poco se non si avesse imparato più che perfettamente, prima, a controllare la palla e a riuscire a smarcarsi in modo da avere l’occasione di tirare.

Non cerchiamo quindi di lanciarci in interpretazioni affrettate una volta individuato qualche tell. Senza la base si rischia solamente di distrarsi dagli aspetti che hanno un peso maggiore e di prendere decisioni sbagliate per aver frainteso o ignorato qualche dettaglio importante.

tell nel poker

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I giocatori più pericolosi contro cui utilizzare i tell

Non sono certo poche insidie circa l’uso non corretto dei tell nel poker. Come già detto, si tratta di tecniche di perfezionamento, non di qualcosa che si può utilizzare così da solo. Trattandosi di una tecnica di affinamento, non è possibile stabilire regole generali o che funzionino in assoluto. Questa è forse tra le difficoltà maggiore.

La difficoltà contro i principianti

Facciamo un esempio estremo per capire cosa significa il discorso appena affrontato.

Fingiamo di essere in una mano in cui abbiamo tra le carte personali J-9. Un player dal cut off fa raise e noi chiamiamo. Il flop è K-J-9. L’avversario fa una puntata sostanziosa e noi, notando evidenti tell di forza da parte sua, proviamo a fare solo call per controllare la dimensione del piatto. Sul turn arriva un A. Il board sarà quindi K-J-9-A. L’avversario continua a mostrare forza con i segnali corporei e anche qui, dopo il nostro check, fa una bella puntata. Noi mettiamo sotto le nostre carte e l’avversario lascia intravedere la sua mano. K-Q. Semplice top pair al flop e addirittura neanche quella al turn.

Avendo osservato quasi esclusivamente solo il fatto che i tell che l’avversario lasciava trapelare esprimevano forza, siamo caduti in errore. Questo accade perchè se qualcuno si senta forte con una mano, non implica necessariamente che la sua mano sia realmente forte. È vero che un giocatore inesperto o alle prime armi lascia trasparire molti più tell e difficilmente riesce a simularne di opposti al reale, come può fare chi magari conosce bene queste dinamiche. È altresì vero però che se ci basiamo solo su quello, potremmo farci trarre in errore dalla visione distorta del nostro avversario. Se nella sua testa avere top pair senza top kicker ha la stessa forza che per noi ha un set, hai voglia ad aggiustare la strategia basandosi sui tell del nostro avversario. Questo vale anche nel caso diametralmente opposto.

Il timoroso e il pessimista cronico

Immaginiamo un avversario che trasmette grosso timore e quindi debolezza circa la forza della propria mano. Siamo in una mano in cui abbiamo AheartsQclubse, dopo aver raisato dal bottone, ci chiama solo il grande buio. Il flop recita QheartsJhearts5hearts.

Wow, una favola per noi. Abbiamo top pair top kicker e l’Aheartsche ci da draw di colore nuts e funge da blocker per eventuali colori o progetti di colore avversari. L’avversario procede un po’ a tentoni dando evidenti segni di paura, ma segue fino alla fine. Turn e river ci danno carte che non hanno particolare rilevanza e, dopo l’ultima grossa puntata da parte nostra, l’avversario fa call, quasi sbuffando e mostra Khearts9heartsaspettandosi quasi di aver perso la mano. Si stupisce poi in modo sincere di essere addirittura buono con un colore second nuts chiuso al flop.

Anche in questo caso, come nel precedente, ci siamo fatti trarre in errore dalla distorta percezione della forza della propria mano da parte dell’avversario. Possiamo anche essere dei veri mostri nel leggere i tell degli avversari e interpretarli con un’accuratezza quasi miracolosa, ma se questi hanno una visione distorta, dovuta magari dall’inseperienza o qualsiasi altra convinzione errata circa il gioco, i segnali che andremo a raccogliere non faranno altro che portarci fuori strada, non potendo immaginare ad esempio che qualcuno posso sentirsi tanto forte con una middle pair. Così come può risultarci totalmente illogico un timore clamoroso di perdere con il second nuts in mano già dal flop.

La vera funzione dei tell nel poker

La cosa principale, onde evitare facili fraintendimenti, è chiarire da subito quale sia la reale funzione dei tell nel poker e in che modo sia utile sfruttarli. Dimentichiamo quindi le leggende metropolitane che su quest’argomento si sprecano. Nessuno può essere in grado di leggere in modo accurato una mano basandosi solo sui tell raccolti, senza che questa informazione venga integrata in un ragionamento più ampio e generale. Non è proprio questa la loro funzione.

Si tratta sì di un’abilità che salendo di livello nel gioco può rivelarsi molto importante o talvolta quasi cruciale, ma se e solo se alla base c’è una strategia solida. Se quindi già sappiamo assegnare in modo più o meno corretto i range alla mano del nostro avversario, pure che questi stia giocando dietro una tenda o siamo online, ha allora senso usare questo aspetto per affinare la nostra precisione.

Negli altri casi, rischiamo solo di distrarre la nostra attenzione da aspetti più importanti o farci portar fuori strada dalla non razionalità nelle valutazioni dei giocatori meno esperti o alle prime armi.

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