F1, ritorno al passato nel 2022: guardate cosa vedremo in pista (FOTO)

In F1 riapparirà un particolare tecnico che aveva debuttato circa trenta anni fa. La Ferrari fu la pioniera di questa innovazione.

F1 (GettyImages)
F1 (GettyImages)

La F1 è ad un passo dall’entrare in una nuova era. Il 20 marzo, in Bahrain, prenderà il via il primo Gran Premio del 2022, che segnerà un netto stacco con il passato più recente. Le monoposto che verranno presentate tra poco più di un mese saranno rivoluzionate rispetto a quelle che abbiamo visto in pista tre settimane fa ad Abu Dhabi, a causa dell’ennesimo cambiamento regolamentare del nuovo millennio.

Dal 2005 in avanti, ci sono state modifiche più o meno importanti alle monoposto, anche se quelle del 2014 e del 2022 rappresentano quelle più marcate. Nel 2005 venne imposto l’obbligo di disputare qualifiche e gara con lo stesso set di gomme, oltre ad un netto taglio del carico aerodinamico che prevedeva un’ala anteriore più alta così come per il diffusore posteriore, che generava molta meno downforce rispetto al 2004.

Nel 2009 le vetture vennero semplificate, con ala anteriore più larga e bassa, ala posteriore più alta e stretta, gomme slick ed appendici aerodinamiche praticamente eliminate, oltre all’introduzione del KERS per cui optarono solo pochi team. Cinque anni più tardi è stato il momento dell’era ibrida, con i motori turbo V6 associati a più elementi che andavano a formare la power unit. Nel 2017 si è tornati a vetture velocissime e più “spinte”, con gommoni larghi ed aerodinamica rafforzata, che ha consentito un netto incremento delle prestazioni.

Il 2022 però, non ha eguali. L’unica parte che resterà praticamente invariata è la power unit, la cui prossima rivoluzione è prevista nel 2026 quando sparirà l’MGU-H. Questa stagione prevede il ritorno all’effetto suolo, gomme Pirelli con cerchioni da 18 pollici e maggiore possibilità di sorpasso, sperando che queste auto provochino meno turbolenze a coloro che inseguono.

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F1, ecco il ritorno dei copricerchi

In F1 si utilizzano spesso delle soluzioni già provate e messe in pista in passato, poi bandite ed in seguito rese nuovamente legali. Un esempio è la grande pinna di squalo sul cofano, inventata dalla Red Bull nel 2008, proibita due anni dopo e reintrodotta solo ed esclusivamente per il 2017.

Il 2022 segnerà il ritorno dei copricerchi sui nuovi “cerchioni” da 18 pollici, che renderanno le gomme ben diverse da quelle del passato. La McLaren ha già testato una curiosa soluzione ad Abu Dhabi, nei test post-gara. In pratica, utilizzerà il copri-cerchio per motivi di sponsor, anche se la soluzione è ancora al vaglio.

I copricerchi che andranno a carenare le ruote saranno obbligatori, ma in realtà li avevamo già visti in passato. Come ha ricordato Giorgio Piola su “Motorsport.com“, la Ferrari fu pioniera di questa soluzione, avendola testata sulla 641 del F1 nel 1990 a Monza. In seguito, la cosa venne abbandonata, e poi riproposta proprio dal Cavallino nel 2006.

Nel GP di Turchia, la rossa si presentò con i copricerchi completi (dopo averne portati alcuni meno visibili già dal Bahrain) solo sulle gomme posteriori, per poi portarli anche all’anteriore da Silverstone 2007. La soluzione venne bandita a partire dal 2010, dopo quanto era accaduto pochi mesi prima alla Renault di Fernando Alonso.

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Nel GP d’Ungheria, lo spagnolo aveva fatto segnare la pole position, ma al primo pit stop ebbe un problema con una pistola ai box che non riuscì a svitare correttamente un copricerchio. Per questo motivo, Nando perse poi una gomma durante il giro successivo, rischiando di ferire i commissari o il pubblico. Dopo oltre un decennio, questa genialata tornerà e sarà interessante vedere come le squadre affronteranno la nuova sfida.

F1 Copricerchio (GettyImages)
F1 Copricerchio (GettyImages)
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