F1, Carlos Sainz e la convivenza con la morte: dichiarazione scioccante

Il pilota della Ferrari, Carlos Sainz, ha raccontato di quando ha iniziato la sua carriera agonistica e del suo amore per i motori.

Carlos Sainz (Getty Images)
Carlos Sainz (Getty Images)

Il volto nuovo di casa Ferrari corrisponde al nome di Carlos Sainz. Il pilota spagnolo ha approcciato alla grande il suo primo anno con la Scuderia di Maranello, dimostrando le sue qualità migliori. Il madrileno si è adattato come pochi al cambio di monoposto e ha iniziato a collezionare numerosi posizionamenti in zona punti che gli sono valsi una sfida interna molto aperta con Leclerc. Il monegasco è avanti, a cinque gare dalla fine del campionato, di soli cinque punti e mezzo, essendo salito una sola volta sul podio nel 2021. Se Charles ha marcato un bel secondo posto a Silverstone, Carlos Sainz è riuscito ad arrivare secondo nella iconica sfida tra le stradine del Principato di Monaco e ha chiuso due volte terzo in Ungheria e Russia.

Il talento di Sainz è emerso molto presto in F1, quando accanto ad un asso come Verstappen riuscì a non sfigurare in Toro Rosso. Salutata l’Academy della RB, lo spagnolo passò alla Renault. Costanza e grande determinazione gli aprirono le porte di Woking. Il primo grosso step della carriera del figlio d’arte arrivò, infatti, in McLaren. In coppia con Lando Norris, Carlos riuscì ad ottenere performance sempre migliori, riportando la squadra inglese sul podio nel GP del Brasile nel 2019.

Lo scorso anno contribuì alla conquista della terza posizione nei costruttori della McLaren. Epico fu il secondo posto di Monza con una amministrazione della gara da autentico veterano. Nel frattempo, a Maranello, si consumò l’ultimo tormentato anno di Sebastian Vettel in rosso e i vertici della Ferrari decisero di non rinnovare il contratto al tedesco e di puntare sul giovane spagnolo.

I motori nel DNA di Carlos Sainz

Carlos Sainz (Instagram)
Carlos Sainz (Instagram)

L’arrivo in Ferrari avrebbe potuto spaventare o richiedere dei tempi tecnici di ambientamento per lo spagnolo, che invece è riuscito ad essere competitivo sin da subito. Nonostante la SF21 non sia un’auto da vertice della graduatoria, Carlos ha dato il suo contributo nella sfida alla McLaren per il terzo posto nei costruttori. Il distacco della Rossa è ora di soli tre punti e mezzo.

In una lunga intervista al magazine italiano Esquire, Carlos ha raccontato che il suo rapporto con la pista nasce da un fattore genetico.

“Le auto e i motori sono nel mio DNA ma onestamente, quando ho iniziato a guidare i kart, mio padre non era mai in casa, perché era sempre via per i rally. Quando inizi, all’età di cinque anni, guidi un kart, e il kart è più simile a una F1 che a un’auto da rally”, ha spiegato Carlos.

Da bambino il madrileno ebbe la fortuna di ammirare in TV un campione come Fernando Alonso e da lì nacque il suo sogno di diventare un pilota di F1. Ora i due iberici si sfidano in pista la domenica con il #55 spesso davanti al bicampione di Oviedo.

Nel momento in cui hai paura, diventi più lento – ha analizzato Carlos Sainz – non penso mai ai rischi, siamo concentrati sulla prestazione, siamo sempre i più veloci, lottiamo per decimi di secondo. Non hai tempo per pensare ai rischi. Se una persona normale, non abituata, salisse in una moderna auto di Formula 1, avrebbe paura perché la velocità è incredibile. Ma noi ci siamo abituati”.

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Un ultimo passaggio lo spagnolo lo ha riservato al bellissimo rapporto che lo lega a Charles Leclerc. I due sono molto leali e competitivi in pista ed amici anche fuori dagli autodromi. Fanno tanto sport insieme e stanno spingendo la Ferrari verso traguardi sempre più importanti. Per Carlos l’arrivo sulla Rossa di Maranello ha significato uno step essenziale per la sua carriera professionale.

“Per me è stato un sogno diventato realtà. È stato un passo molto importante nella mia carriera, direi fondamentale: diventare prima o poi un pilota Ferrari è il sogno di ogni pilota. Ci sono riuscito a ventisei anni e la mia vita è cambiata da allora, voglio dare il massimo per questa squadra e aiutarla a tornare al top”, ha concluso lo spagnolo.

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